azzo-bassouAzzo Bassou e l’enigma dei Neanderthal

L’Uomo di Neanderthal ( sarebbe più corretto scrivere Uomo di Neandertal) è un ominide la cui evoluzione è andata di pari passo alla nostra, Homo sapiens. Visse tra i 200.000 e i 40.000 anni fa e più volte si scontrò con gli altri ominidi, risultando alla fine sconfitto.
Non è ancora chiaro come l’intera specie degli Homo neanderthalensis si sia estinta e ancora oggi se ne dibatte accesamente formulando decine di teorie. Una corrente di pensiero suppone che i Neanderthal e i Sapiens siano entrati in competizione per i territori di caccia e che i Sapiens abbiano sterminato i concorrenti: altri credono che semplicemente i Neanderthal fossero meno evoluti, nonostante un cranio maggiore, e che non siano riusciti ad adattarsi come noi ( cambiando dieta, sfruttando armi migliori, inventando nuovi metodi di caccia, di rifugio e di società); infine c’è chi pensa che i Sapiens abbiano portato tra i Neanderthal virus e malattie letali che ne hanno provocato l’estinzione.
Sta di fatto che tra Homo neanderthalensis e Homo sapiens ci sono state molte ibridazioni tra 80.000 e 50.000 anni fa e a dimostrazione nel DNA dell’uomo contemporaneo c’è una percentuale tra 1 e il 4% di materiale genetico puramente neandertaliano.
Ciò vuol dire, almeno in teoria, che di tanto in tanto nei secoli evolutivi da qualche parte nel mondo possa essere nato un essere umano con l’aspetto e le caratteristiche dei nostri cugini estinti; o che potrebbe nascere, chissà quando.
Un caso che ha fatto a lungo discutere è quello di Azzo Bassou, un essere umano diverso da tutti gli altri che nel secolo scorso sembrava avere l’aspetto di un tipico Neanderthal.
Se Azzo non fosse stato fotografato e se non ci fossero documenti storici, studi di associazioni e uomini illustri, sicuramente la sua esistenza sarebbe oggi sarebbe messa in discussione dagli scienziati al pari del Bigfoot, del megalodonte e del mostro di Loch Ness.
Tutto ebbe inizio nel 1931, quando in Marocco, poco a su di Marrakesh, alcuni archeologi vennero a contatto con le tribù locali che sparsero la voce di una creatura fuori dal normale. I capi tribù erano inizialmente riluttanti a parlarne, ma i coloni che giungevano dall’Europa portarono molti doni e furono abbastanza convincenti da farsi indicare dove vivesse quello strano essere.
Azzo Bassou fu visto nei pressi di una caverna, ma al sopraggiungere dei curiosi si defilava molto velocemente e fu difficile avvicinarlo. La prima spedizione che si occupò di cercarlo riportò di un essere che assomigliava vagamente ad un uomo, alto circa 1,60 m e deforme sia nel viso che nel corpo.
Molti testimoni affermarono di averlo visto mangiare carne cruda e usare utensili rudimentali come pietre appuntite, bastoni e giacigli di erba secca. Le sue caratteristiche fisiche erano completamente diverse da quelle di qualsiasi gruppo etnico mai individuato: aveva la fronte sfuggente e un naso largo; era molto robusto e con un mento sporgente; non portava alcun indumento e nelle notti più fredde si copriva con rami di palma.
Era un periodo in cui la scienza era più interessata agli scavi archeologici che ad un caso del genere e nonostante il clamore che fece quella scoperta, fino al 1956 nessuno si interessò ad approfondire la questione.
Notizie più precise su Azzo Bassou giunsero grazie allo scrittore francese Jean Boullet che si recò nella Vallèe du Dadés per cercare informazioni sul primate armato di macchina fotografica. Con sua stessa sorpresa gli dissero che era ancora vivo e riuscì anche a scattare alcune fotografie.
Nel 1970 l’Associazione degli Studi Preistorici Internazionale organizzò una spedizione per chiarire la questione di Azzo e venne scelto un gruppo italiano guidato da Mario Zanot che si inoltrò nel Sahara alla ricerca dell’oasi di Sidi Fellah. Anche in quel caso non fu facile trovare un capo tribù disposto a parlare del ominide perchè la caverna dove si era insediato Azzo era ritenuta sacra.
Zanot perà riuscì ad entrare nelle grazie del capo tribù, il quale confermò pressochè tutto ciò descritto dalla prima spedizione che entrò in contatto con l’ominide:
Azzo era un tipo molto curioso per chiunque, girava nudo e utilizzava solo degli attrezzi rudimentali; molti provarono a instaurare un qualche dialogo con lui, ma si esprimeva con suoni gutturali ed incomprensibili e non amava la compagnia di altre persone. Il capo tribù poi informò il gruppo di esploratori che Azzo era morto a metà degli anni ’60 e che era stato sepolto nella caverna che aveva abitato per tutta la vita.
Il capo tribù mostrò dove era sepolto Azzo, ma impedì di scavare in quel luogo sacro. Anche se Azzo era morto ma il capotribù indirizzò il gruppo di ricerca italiano a due donne, che egli sosteneva fossero le ultime parenti di Azzo, le sorelle Hisa e Herkaia, detenute come schiave in un’oasi poco distante. Nel 1971 Peter Kolosimo pubblico delle foto delle donne e la somiglianza con Azzo era impressionante.
Il caso di Azzo Bassou ha fatto molto discutere, ma ancora oggi i suoi resti non sono recuperabili perchè le tribù locali vietano a chiunque di scavare. Almeno fino ad ora Azzo Bassou si è portato la verità sulle sue origini nella tomba, ma sono in molti a credere che fosse l’ultimo Uomo di Neandertal sulla Terra.

FONTE: Misteri dal Mondo – Credere Per Vedere