gef-la-mangusta-parlanteGef, la mangusta parlante

Avete mai visto il film “Il dottor Dolittle” con Eddie Murphy? Il dottor Dolittle è un film del 1998, remake del film “Il favoloso dottor Dolittle” diretto da Richard Fleischer nel 1967, e parla di un medico molto stimato di nome John Dolittle che in seguito ad un forte stress scopre di avere la capacità di poter parlare con gli animali. In fondo è un po’ il sogno di tutti quelli che possiedono animali da compagnia: a chi non piacerebbe poter parlare con il proprio cane, gatto o coniglietto?
Pare che nel 1931 qualcosa di simile accadde in una fattoria sull’Isola di Man alla famiglia Irving, anche se si tratterebbe più di una reincarnazione di un’anima umana in un animale. Per molti risulterà davvero difficile credere a questa vicenda, quindi prendiamola come una leggenda.
In un giorno di tarda primavera Jim Irving e sua figlia Voirrey erano nel loro cortile a prendere placidamente il sole sulle loro sedie a dondolo, quando notarono uno strano animale aggirarsi nel cortile della fattoria. Per quanto assomigliasse ad una donnola era di uno strano colore giallastro, con una lunga coda e con il muso schiacciato.
L’animale quel giorno si intrufolò nel granaio, ma col passare dei giorni si stabilì nella soffitta e non ci teneva affatto a passare inosservato: era attivo specialmente di notte, emettendo grugniti, raschiando sulle assi di legno o scorrazzando qua e là nel sotto tetto, spesso rendendo impossibile il riposo alla famiglia.
Con il passare del tempo però la cosa divenne molto più inquietante: la piccola Voirrey era solita cantare canzoncine da bambini in camera sua prima di addormentarsi e dopo qualche tempo le stesse canzoncine vennero accompagnate da una seconda voce, una sorta di stridio che tentava di imitare la voce della bambina al meglio. Passò ancora del tempo e quella vocina divenne sempre più limpida e raffinata, fino ad emettere chiare parole.
La bambina inizialmente non ne parlò con nessuno perchè era contenta di avere una amico, sebbene non si mostrasse mai ai suoi occhi, ma pian piano iniziò a dire che ai genitori che le piaceva cantare con il suo amico Gef. In genitori si allarmarono e Jim Irving, credendo che in soffitta si fosse intrufolato qualche vagabondo, salì per controllare.
Lì trovò quello strano animale, che in realtà era una mangusta, che quando lo vide lo salutò con “ciao!”. L’uomo quasi svenne, ma dopo lo shock iniziale dovette constatare che in effetti l’animale poteva parlare.
In breve tempo l’animale acquisì un vocabolario che, seppure limitato, gli permise di esprimere concetti semplici e farsi comprendere dalla famiglia.
Passarono le settimane e l’animale fu in grado di sostenere conversazioni con l’intera famiglia e di spiegare che era sempre stato lì e li aveva sorvegliati per anni, ma aveva atteso di riuscire ad esprimersi. La sua voce aveva un tono più acuto di quella umana e a volte risultava stridula. Jim decise di chiamarlo Jack, ma la mangusta puntualizzò che preferiva essere chiamato Geoff, che però scandì come Gef.
Se parlare con un animale e sentirsi rispondere non fosse già abbastanza inquietante, quando Jim chiese a Gef chi fosse e da dove venisse fece accapponare la pelle di tutta la famiglia.
Gef disse di essere nato a Delhi, in India, il 7 Giugno 1852 (nel 1931 avrebbe avuto quindi 79 anni) e di aver vissuto prima come animale da compagnia di un uomo “alto, con un turbante verde” per poi morire sotto un carro e reincarnarsi in un uomo deforme che per anni ha chiesto l’elemosina per la città. Alla sua morte disse di essere giunto in Inghilterra sotto forma umana nel corpo di un uomo di nome Holland e lì di aver nuovamente acquisito la forma animale entrando nel corpo di una mangusta. Sostenne di essere uno spirito e a volte diceva che il suo “compito” era tormentare gli Irving, a volte semplicemente osservarli e accompagnare le loro anime all’Inferno una volta morti.
<<Io sono un mostro, ho mani e piedi e, se mi vedeste, sverreste, rimarreste pietrificati dal mio vero aspetto. Mummificati, sareste tramutati in pietra o in una statua di sale!>>
Gef passava gran parte del tempo nella camera di Voirrey, con al quale si mostrava amichevole e giocoso. In apparenza mangiava, dormiva e giocava proprio come un animale domestico, ma quando più gli faceva comodo iniziava a parlare con lunghi monologhi o con fluenti discorsi con la piccola.
Jim iniziò a tenere un diario per raccogliere le sue esperienza con Gef e le testimonianze di tutti quelli che ebbero a che fare con lui. Gef di solito si mostrava socievole, chiacchierone, molto legato agli Irving e soprattutto a Voirrey, ma aveva anche un lato sinistro e a volte aggressivo, spesso minacciando Jim di appiccare incendi o soffocarlo nel sonno.
L’uomo, convinto che Gef fosse in realtà uno spirito maligno, tentò di correre ai ripari allontanandolo dalla sua bambina, che chiuse in camera sua per precauzione: Gef si infuriò e disse che sarebbe entrato comunque e che avrebbe seguito la bambina ovunque. Dopo poco, un vaso di vetro si sollevò e si schiantò contro il muro.
Jim allora si affidò ad un prete della zona, affinchè scacciasse quello spirito malvagio dalla sua casa, ma durante la benedizione Gef iniziò a burlarsi dell’uomo e all’improvviso da un cassetto dell’armadio uscì una scatola di spilli che vennero scagliati contro l’uomo di Chiesa.
I molti episodi strani in casa Irving portarono a considerare Gef un poltergeist o uno spirito malvagio, per fortuna con capacità limitate altrimenti avrebbe già fatto del male a qualcuno. La mangusta in fondo si limita a minacce e scherzi, come urinare nelle fessure delle pareti, mettere tutto a soqquadro o facendo trovare agli Irving conigli strangolati sulla porta di casa.
L’unica minaccia che sembrava aver effetto su Gef era quella di Jim di abbandonarlo e trasferire tutta la famiglia lontano: l’animale, probabilmente temendo la solitudine, tornava subito docile e amichevole.
Le voci sulla presenza di Gef si sparsero ovunque, attirando molti curiosi e studiosi di fenomeni paranormali. Nel 1935 Harry Price, uno dei più famosi studiosi del paranormale, fece visita agli Irving per esaminare il caso di Gef, ma l’animale cercò di mantenersi alla larga dell’uomo e fuggì ogni volta che Price tentò di fotografarlo. Price studiò le impronte della mangusta che apparivano sproporzione tra le zampe posteriori e quelle anteriori e stranamente simili mani umane.
Il caso di Gef fu a lungo discusso da studiosi e curiosi. Alcuni scettici sostennero che la voce di Gef fosse frutto delle doti di ventriloquo di Voirrey, ma in due casi documentati l’animale parlò quando la ragazza non era presente; altri ipotizzarono che Jim, uomo dedito al lavoro ma non particolarmente scaltro, fosse la vittima della moglie e della figlia che, stanche della vita solitaria di campagna, volevano trasferirsi in una zona più centrale ( ad alimentare questa ipotesi fu il fatto le due lasciarono la casa subito dopo la morte di Jim nel 1945).
Le ipotesi logiche però non riuscivano a spiegare diversi fenomeni paranormali, come il fatto che l’animale spesso si intrufolava anche nelle case dei vicini per far loro paura, oppure generare colpi dall’interno delle pareti, o ancora iniziare a cantare da sopra il tetto in piena notte mentre tutti dormivano.
Harry Price in un primo momento pensò che si trattasse di una truffa, ma se fosse stato il comportamento degli Irving fu davvero illogico: la famiglia faceva di tutto per evitare i curiosi e, nonostante le loro difficili condizioni finanziarie, rifiutarono sia di vendere a un giornale nazionale le foto di Gef che di cedere i diritti della vicenda a un agente teatrale americano che offrì loro 50.000 dollari.
Successivamente Price formulò un’altra ipotesi, cioè che l’isolamento e la solitudine di Voirrey la spinse a crearsi un amico nella mangusta e a darle un’identità umana; successivamente le azioni della piccola influenzarono anche i genitori al punto che furono tutti vittima di un’illusione collettiva.
Un altro studioso, Nandor Fodor, formulò invece la teoria che Gef fosse una parte della personalità di Jim; l’inconscio di Jim avrebbe creato Gef come un essere sovrannaturale che poteva eludere o non rispettare le regole ferree a cui lui, da padre, marito e grande lavoratore che era, non poteva infrangere. La cosa che lo spinse a pensare in questo modo fu il fatto che il misterioso animale scomparve nello stesso periodo in cui Jim contrasse la malattia che lo portò alla morte.
Lo stesso Jim riportò nel suo diario un episodio che pare confermare il legame psicologico Jim-Gef: <<A volte Gef smetteva improvvisamente di parlare per ore e di notte mi implorava con voce patetica: “lasciami andare Jim, lasciami andare!” come se io lo stessi trattenendo con qualche cosa. Gli chiedevo dove volesse andare e lui rispondeva: “devo tornare nel sottosuolo”, al che io rispondevo: “Bene, vai, io non ti trattengo” e lui a quel punto taceva e faceva tornare il silenzio in casa>>.
Il caso di Gef rimane un mistero irrisolto. Viorrey, che da piccola aveva trovato in Gef un amico di giochi, da adulta sembrò cambiare totalmente impressione su quello che le era successo.
In un’intervista rilasciata da adulta addossò a Gef tutti i suoi problemi giovanili, incolpandolo del fatto che in paese tutti evitavano gli Irving, che i bambini la prendevano in giro e la chiamavano “spettro”, che molti la ritenevano pazza, e che addirittura fosse responsabile del fatto che none ramai riuscita a sposarsi: era solita dire <<Come spiegare a un uomo quello che mi era successo da piccola?>>

FONTE: Misteri dal Mondo – Credere Per Vedere