Auguste DelagrangeLa storia del cuore del vampiro Auguste Delagrange

Il mito del vampiro, ancora oggi detiene il primo posto tra le creature mitologiche. Ma che cosa è un vampiro?

È un’essere mitologico che per sopravvivere si nutre dell’essenza vitale di altre creature (Il sangue).

Il termine “vampiro” diventa popolare agli inizi del XVIII secolo, in seguito all’influenza delle superstizione nell’Europa dell’est e nei Balcani. Nel 1897, grazie al romanzo “Dracula” di Bram Stoker c’è la sua consacrazione.

Negli Stati Uniti, e in particolar modo in Louisiana, New England, Rhode Island e nel Connecticut, agli inizi del 1900, la gente era convinta, che molte delle persone morte a causa della Tubercolosi, in realtà erano state vittime di un vampiro. Con la tubercolosi (TBC), i polmoni vengono danneggiata, il sangue prodotto risale fino alla bocca, fuoriuscendo e lasciando pensare a un dissanguamento innaturale.

Molti casi documentati, raccontano, di persone che dissotterravano i propri cari per rimuovere il loro cuore nella convinzione che il defunto fosse un vampiro e che fosse responsabile di morti e malattie in famiglia. Questa psicosi, scatenò una vera e propria “caccia ai vampiri”. Uno dei casi più famosi e documentati di persecuzione ebbe protagonista il “vampiroAuguste Delagrange.

Delagrange, era un erborista che cercava di alleviare i dolori alle povere vittime di TBC, fu ritenuto responsabile della morte di oltre 40 persone durante una delle peggiori epidemie di tubercolosi degli Stati Uniti. Venne accusato di aver dissanguato le vittime inermi, tra cui molti bambini. A dargli la caccia erano in due: un prete cattolico e un oungan vodoo. I due non gli davano pace, gli bruciarono la casa, distrussero la casa dei suoi parenti e amici e uccisero molti dei suoi allievi.

Auguste Delagrange,  nel 1912, si rifugio in un casolare nella piccola città della Louisiana. Una notte i due sacerdoti, lo trovarono, lo catturarono e gli piantarono un paletto nel cuore, proprio come raccontava il romanzo di Bram Stoker. Il suo corpo venne bruciato, consegnando la sua anima all’inevitabile dannazione. Di lui, però, tennero il cuore che venne essiccato e mummificato. Il cuore del vampiro e i resti del rogo che lo distrusse sono ancora oggi conservati in una scatola di quercia alta 12 cm, profonda 11 cm e lunga 30 cm. La targa sulla parte superiore della scatola indica il giorno in cui Delagrange venne arso.

I tessuti del cuore sono essiccati e ricoperti da un rivestimento protettivo di cera. Nel ventricolo sinistro vi è un buco molto profondo che indica il punto in cui venne inserito il paletto di quercia. Nella scatola venne messo anche il paletto con cui venne ucciso Delagrange, di circa 20 cm, con l’estremità inferiore appuntita e l’impugnatura sottile, così da poter scivolare tra le costole della cavità toracica come un pugnale con solo uno o due colpi di martello.

Questa storia ancora oggi ha parecchie ombre, chi era Auguste Delagrange? Un brav’uomo che cercava di alleviare i dolori ai malati o un sanguinario vampiro?

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