La fotografia del demone mummificato nel tempio di Rakanji

In Giappone esistono molti templi di Rakanji, dediti al culto di Rakan, nella città di Nakatsu, nel quartiere di Sohozan, esiste o meglio esisteva un tempio fondato dal monaco indiano Hodo Sennin che, dopo aver portato in quel luogo un’immagine d’oro rivestita in rame di Buddha, fu visitato dallo stesso Buddha che gli disse di costruire un tempio in quel luogo.

Il tempio sorge sopra una rupe rocciosa in cui si trovano numerose grotte, che furono sfruttate nella costruzione dello stesso. La sala principale è stata ricavata da una grotta, e all’interno del tempio si trovano 3777 statue del Buddha, tra queste ci sono 500 Rakans, nella caverna di Murodo, 1000 statue Jizo e infine la statua di Juoson (giudice del diavolo) che fu scolpita dal monaco zen Fukaku nel periodo Muromach (1336 – 1573).

mummia-demoneIl tempio originario fu ditrutto nel 1943 da un incendio, oggi è possibile visitare una ricostruzione del 1969.

Esiste una fotografia precedente al 1943, che ritrae la mummia di una strana creatura, che si dice fosse custodita all’interno del tempio. La creatura raffigurata nella foto, è molto simile ad un piccolo demone della tradizione orientale, chiamato Oni. Purtroppo la distruzione dell’originale impedisce qualunque analisi dei resti, quindi non è possibile sapere con certezza se si tratti un falso o meno, tutto quello che rimane di lui e costituito da questa foto.

Esaminando la fotografia possiamo notare una pergamena accanto la creatura, in questo modo è possibile farsi un’idea sulle dimensioni del “demone”. Una pergamena normale solitamente misura circa 25/30cm quindi la creatura dovrebbe misurare in altezza, con le gambe distese circa 40 cm.

Le dite appaiono decisamente lunghe e dotate di artigli, da questo possiamo immaginare che si tratti un una creatura carnivora, sopra la testa sembrano esserci delle piccole corna.

Purtroppo la distruzione del tempio nel 1943, fa si che sia impossibile determinare l’autenticità del reperto, che potrebbe appartenere anche ad un animale estinto, un bambino con deformazioni, o semplicemente un falso costruito dai monaci per attirare i fedeli.