DESTINOIl filo rosso del destino

Credete nel Destino? Alcuni credono che la nostra vita sia scritta: chi crede c sia segnata nel nostro DNA, chi in un invisibile libro che ci accompagna nelle nostre vite, spuntando ogni volta l’esperienza che dobbiamo provare prima di morire.
La prima volta che ho sentito parlare di questa leggenda fu da piccolo, in un cartone animato in TV. Chi di voi ha visto Ranma 1/2? Beh, c’è da dire che tutti i cartoni animati giapponesi e i manga spesso inseriscono storie e leggende che vengono tramandate anche da secoli in oriente, e forse proprio per questo hanno ancora oggi un certo fascino.
L’origine di questa storia in verità è cinese ( e non giapponese come si potrebbe immaginare) e parla di un filo rosso con cui il destino legherebbe due anime gemelle fin dalla nascita. Potrei raccontarvi la leggenda con parole mie, ma credo che perderebbe di fascino. Vi riporto quindi la storia così come viene tramandata ancora oggi dagli anziani del sud della Cina (ovviamente ci sono delle varianti, ma alla fine la storia è sempre la stessa).
Wei era cresciuto con un forte ideale di “famiglia” e giunto alla maggiore età si mise alla ricerca di una fanciulla da sposare. Iniziò così un lungo viaggio in tutte le terre cinesi, procurandosi di che vivere offrendo le proprie braccia nei campi in aiuto dei coltivatori. Un giorno giunse in una città di nome Song, dove trovò alloggio in una piccola locanda. Durante il suo soggiorno conobbe un uomo che faceva da portantino e in un momento di riposo gli espose le proprie difficoltà nel trovare una sposa perfetta per lui. Lo sconosciuto gli confidò che la figlia del governatore della città sarebbe stata un buon partito e si offrì di parlare con il padre della ragazza per combinare un incontro.
I due decisero di rincontrarsi il mattino dopo di buon’ora davanti al tempio e l’uomo gli avrebbe dato notizie a riguardo. In preda all’ansia Wei giunse al tempio prima dell’alba. Sui gradini del tempio, appoggiato con la schiena ad un sacco, sedeva un vecchio, intento a leggere un libro alla luce della luna. Wei, vinto dalla curiosità, si avvicinò e diede un’occhiata alle pagine, ma si accorse di non riuscire a leggere neppure una parola. Allora, sempre più incuriosito, gli chiese:
<< Signore, che libro è quello che sta leggendo? Fin da bambino ho studiato parecchie lingue e conosco molte scritture, ma mai in vita mia ho visto un libro simile…>>
Il vecchio rispose sorridendo:
<<E’ un libro proveniente dall’Al di là!>>
<<Ma se tu vieni da un altro mondo, che ci fai qua?>> chiese Wei.
Prima di rispondere il vecchio si guardò attorno, quindi disse:
<<Ti sei levato molto presto, di solito non c’è in giro nessuno, tranne quelli come me. Noi ci occupiamo delle faccende umane, dobbiamo andare qua e là tra gli uomini, e spesso lo facciamo nella luce crepuscolare dell’alba>>
<<Capisco… E di che ti occupi?>>
<<Dei matrimoni>> replicò l’altro.
Allora Wei gli aprì il suo cuore:
<<Sono solo al mondo da molti anni: i miei genitori mi hanno insegnato il valore della famiglia e da tempo vorrei sposarmi e avere una famiglia mia per trasmettere ciò che ho imparato e i giusti valori. Ho cercato invano una sposa e adesso spero di sposare la figlia del governatore. Dimmi, si realizzerà la mia speranza?>>
Il vecchio guardò il libro e rispose:
<<No, non è la persona a te destinata. In questo momento quella che sarà tua moglie ha solo tre anni, e la sposerai quando ne avrà diciassette.>>
Deluso dall’idea di dover aspettare tanto e sperando che ci fosse un metodo per abbreviare i tempi Wei notò il sacco cui il vecchio si appoggiava e gli chiese cosa contenesse, sperando fosse una qualche polvere del tempo.
Il vecchio rispose:
<<Filo rosso per legare i piedi di mariti e mogli. Non lo si può vedere, ma una volta che sono legati non li si può più separare. Sono già legati quando nascono e non conta la distanza che li separa, né l’accordo delle famiglie, né la posizione sociale: prima o poi si uniranno come marito e moglie. Non è possibile tagliare il filo, sicchè, visto che sei già legato alla tua futura moglie, non c’è niente da fare…>>
E alla nuova domanda di Wei il vecchio replicò che la futura sposa non viveva lontana da lì, e che era la figlia della vecchia Chen, che aveva un banco sul mercato.
<<Posso vederla?>> chiese Wei
<<Se davvero lo desideri te la mostrerò, ma ricordati che il tuo futuro non cambierà.>>
Ormai l’alba era spuntata e, visto che l’uomo che attendeva non si vedeva, Wei tutto eccitato seguì il vecchio al mercato. Dietro la bancarella di frutta e verdura c’era una povera vecchia cieca da un occhio, con una bambinetta al collo di circa tre anni. Tutte e due vestivano di stracci.
<<Ecco tua moglie! >> fece il vecchio indicando la piccina.
Wei replicò in preda alla delusione:
<< Non voglio una vita di miseria. E se io la uccidessi? Il filo si scioglierebbe?>>
<<E’ destinata a portare ricchezze, onori e rispetto alla tua famiglia. Qualsiasi cosa tu faccia, non puoi cambiare il destino…>>
Il vecchio in quell’istante venne colpito dal primo raggio solare del mattino e così scomparve nel nulla.
Profondamente deluso e incollerito con il messaggero dell’oltretomba, Wei lasciò il mercato deciso a cambiare il suo destino. Trovato un coltello li rese affilato come un rasoio, lo diede ad un brigante e gli mostrò un sacchetto pieno di monete raccolte col sudore della sua fronte nei campi. Quindi gli disse:
<<Ti pagherò profumatamente con 100 pezzi di rame. Uccidi quella bambina!>>
Il giorno dopo il brigante andò al mercato e si fece strada fino alla vecchia e alla bambina, colpì la piccola e scappò via, confondendosi tra la folla in preda al panico.
<<Ci sei riuscito?>> gli chiese Wei quando lo rivide.
<<Ho cercato di colpirla al cuore, ma invece l’ho colpita tra gli occhi >>
L’uomo ricevette il compenso pattuito e Wei, sollevato all’idea di essere libero di sposare chi volesse, continuò la sua ricerca, tanto che col tempo si scordò dell’intera faccenda.
Passava il tempo, ma i suoi tentativi di trovare moglie non andavano mai a buon fine, e così trascorsero quattordici anni. A quell’epoca lavorava in una località chiamata Shiangzhou e le cose gli andavano molto bene, tanto che il suo superiore, il governatore locale, gli offrì in moglie la propria figlia.
Finalmente Wei avrebbe avuto una moglie bella e di ottimo partito, una diciassettenne che avrebbe amato moltissimo. Ma non appena la vide Wei notò che la ragazza portava sulla fronte una pezzuola che non si toglieva mai, neppure per lavarsi e dormire. Non volle chiederle nulla, ma anche dopo il matrimonio la cosa non cessava di incuriosirlo. Con il passare dei giorni la curiosità aumentò a tal punto che decise di chiedere alla moglie la ragione della pezzuola.
In lacrime lei gli rispose:
<<Non sono la figlia del governatore di Shiangzhou, bensì sua nipote. Un tempo mio padre era il governatore di una città di nome Song e lì morì. Ero ancora piccola quando morirono anche mia madre e mio fratello. Allora la mia governante, la signora Chen, ebbe pietà di me e mi prese con sé. Avevo tre anni quando mi portò con sé al mercato, dove un pazzo mi accoltellò. La cicatrice non è mai scomparsa e per questo la copro con una pezzuola. Circa sette od otto anni fa mio zio ritornò dal Sud e mi prese con sé, per poi maritarmi come se fossi stata sua figlia.>>
Wei allora ricordò tutto.
<<La signora Chen era per caso cieca da un occhio?>>.
E la moglie stupita: <<Sì, ma come lo sai?>>
<<Sono io la causa della tua cicatrice. Volevo scappare al mio destino e per questo chiesi ad un uomo di ucciderti >> spiegò Wei profondamente costernato.
La donna, invece di reagire malamente come si aspettava Wei, si tolse la pezzuola, si voltò verso di lui e con voce tranquilla gli disse una frase che lui già aveva sentito:
<<Ecco tua moglie: qualsiasi cosa tu faccia, non puoi cambiare il destino…>>
Da allora entrambi si amarono più di prima. Più tardi nacque loro un figlio che divenne un alto funzionario e Wei godette di una vecchiaia felice e onorata.

FONTE: Misteri dal Mondo – Credere Per Vedere