Jenglot

Il Jenglot

Cosa c’è dopo la morte? Che fine fanno la nostra anima e il nostro corpo? La scienza dice che l’anima non esiste ( tutto ciò che pensiamo, memorizziamo e le emozioni che proviamo sono frutto dell’opera di enzimi del nostro cervello) e che il nostro corpo col tempo deteriora per opera di batteri e animali e viene disgregato in elementi più semplici per rientrare a far parte del nostro pianeta.
Le religioni e culti invece credono nella presenza dell’anima e molti esseri umani sono convinti che dopo la morte questa perduri per evolversi su un piano astrale diverso o per entrare in un altro corpo e reiniziare il ciclo della vita.
E il corpo? Qui c’è un po’ da disquisire: la maggior parte degli esseri umani ( credenti e non) crede che il corpo si distrugga e diventi terra, lasciando solo le ossa che comunque, nel tempo, anch’esse si disgregano in composti di calcio elementari. Cosa c’è da disquisire allora? Beh, ci sono casi (molto rari a dire il vero) in cui il corpo non si decompone e rimane integro per decine, se non centinaia di anni: si tratta dei corpi incorrotti.
Si crede che i corpi incorrotti siano le salme di persone incredibilmente buone e “premiate” da Dio ( o gli Dei) restando intatti nell’attesa dell’Apocalisse. C’è chi addirittura crede che si tratti di corpi di esseri celestiali, che non deperiscono come i comuni mortali.
La domanda sorge spontanea: e i corpi delle persone malvagie? In Indonesia si crede che anche i corpi di persone destinate agli inferi non deperiscono, ma piuttosto si trasformano in quelli che vengono chiamati “jenglot”.
Il jenglot è una bambola umana di origine indonesiana; si pensa che precedentemente sia stata una persona che praticava la magia nera. Secondo le credenze popolari i jenglot sono i cadaveri di uomini talmente malvagi che la terra stessa si è rifiutata di accogliere; per questo motivo essi non si decompongono come uomini comuni, ma si restringono e avvizziscono fino a raggiungere le dimensioni di bambole. Si pensa che anche in forma di feticcio umano quelle persone siano responsabili di molti mali e portino una grande sfortuna. Spesso, quando ci si rivolge a un sensitivo per eliminare la propria sfortuna, questo indaga nelle vicinanze della persona colpita da male e riesce a trovare un jenglot sepolto nelle vicinanze.
I jenglot sono stati ritrovati quasi esclusivamente in Indonesia, ed in particolare sull’isola di Java. Vengono scoperti solitamente da sensitivi, stregoni e persone con doti soprannaturali e si dice che si possano trovare sepolti in luoghi maledetti, tra i ruderi di case distrutte da cataclismi o all’interno del tronco di alberi secolari che hanno assistito a molti crimini nelle loro vicinanze.
Chi entra in possesso di un jenglot di solito lo custodisce come un vero e proprio tesoro perchè si crede che sia destino possedere una di queste creature e disfarsene provochi la morte di chi lo trova e di tutta la sua famiglia. I custodi dei jenglot sono soliti trattare questi esseri avvizziti come esseri umani, se non per il fatto che alimentano la loro creatura con il sangue, di animale (solitamente una capra) o di sangue umano.
La credenza che i jenglot siano creature soprannaturali malvagie e a cui bisogna portare rispetto fino alla propria morte è tale che coloro che alimentano la creatura con il sangue umano lo acquistano legalmente dalla Croce Rossa indonesiana. Il jenglot in realtà non berrebbe il sangue direttamente: il proprietario posa il jenglot vicino ad un’ampolla di sangue aperta e lui si nutrirà da solo. Si dice che il jenglot si animi e consumi il sangue quando è da solo o quando nella casa c’è assoluta calma.
Per diventare un jenglot, secondo una leggenda indonesiana, bisogna essere un asceta e votarsi al culto dei demoni per ottenere da loro un certo potere e alcune capacità. Si dice che ci vogliano anni e numerosi sacrifici animali e umani affinchè alla propria morte il corpo muti e diventi un jenglot, ma in questo modo si diventerebbe immortale perchè chiunque trovi un jenglot è costretto e prendersene cura fino alla propria morte; se succedesse qualcosa al jenglot la sua anima demoniaca si impossesserebbe del corpo di chi lo ha danneggiato o trascurato, lo ucciderebbe e si tramuterebbe nuovamente in jenglot.
Sono pochi quelli che se la sentono di mostrare il proprio jenglot perchè si crede che il ritrovamento avvenga per sfortuna e che alla creatura non piaccia essere sfoggiata ad estranei.
Ma come è fatto un jenglot?
Viene descritto come un essere vivente, o meglio una mummia raccapricciante di altezza che varia tra 15 e 30 cm, con gli occhi sbarrati, lunghe zanne e le unghie molto accentuate. La carne del corpo appare fossilizzata e il volto ha l’aspetto di uno zombie con canini prominenti e lunghi capelli sulla testa (che si dice crescano nel tempo). I piedi sono protesi e spesso uniti, dandogli l’apparenza di un sirenide.
Molti di coloro che possiedono un jenglot affermano che la creatura sia viva e si muova, anche se lo farebbe solo di notte e solo quando è sola. Alcuni segni di vita si scorgerebbero dagli occhi a sfera che di tanto in tanto si muoverebbero, dalle unghie che piegherebbero e dai capelli che lentamente crescerebbero.
Per gli indonesiani trovare o entrare in possesso di un jenglot è una vera e propria maledizione perchè da quel momento bisogna prendersene cura al meglio delle proprie capacità: il jenglot è una creatura immortale e così come in vita ha procurato male e morte, anche in forma di bambola può essere mortale se non viene servita a dovere. C’è da augurarsi di non venirne mai in possesso.

FONTE: Misteri dal Mondo – Credere Per Vedere