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Il mistero di Caronia

Caronia è un piccolo centro in provincia di Messina che comprende poco più di 4000 abitanti. Negli ultimi tempi è stata al centro delle attenzioni di scienziati, giornalisti e curiosi di tutta Italia a causa dei fenomeni di autocombustione nelle abitazioni che hanno interessato Canneto, una frazione marittima del comune in provincia di Messina. Alla fine di Gennaio, nelle case di Canneto (Me), si cominciarono a registrare piccoli guasti inspiegabili a piccoli e grandi elettrodomestici. I cittadini si rivolsero a elettricisti per riparare il guasto. Qualche giorno dopo i guasti ripresero. Dato che questi inconvenienti si facevano sempre più assidui e provocavano sempre più
danni maggiori, il 2 Febbraio interviene la società che gestisce l’energia elettrica (Enel) ,che convinti fosse, un problema che riguardava loro alimentarono la zona, con una centralina autonoma rispetto la rete.

Tutto inutile, anzi, cominciano ad andare in fumo alcuni contatori esterni. Vista la situazione il 4 febbraio i tecnici dell’Enel decidono di togliere l’erogazione di elettricità, ma in poche ore si registrano nuovi incendi a contatori e fili di corrente. Nei giorni seguenti il fenomeno si intensifica e raggiunge l’apice nei giorni 7 e 8 febbraio quando vanno a fuoco contatori, prese elettriche e fili di corrente. Addirittura in una delle abitazioni divampa un incendio. Uno dei residenti racconta che da quella casa erano riusciti a portare fuori in tempo un divano. Il salvataggio fu inutile, infatti poco dopo, il divano posto fuori dalla casa al sicuro, inspiegabilmente iniziò a bruciare. I tecnici dell’Enel non sanno che fare e assieme ai carabinieri assistono direttamente ad un fenomeno di autocombustione. Secondo la testimonianza di uno dei residenti “i tecnici staccarono e ammucchiarono davanti le case una serie di fili elettrici.  Dopo pochi minuti cominciarono a bruciare improvvisamente davanti ai loro occhi”. Vista la gravità della situazione il sindaco ordina l’evacuazione dei residenti ed interviene anche la Protezione Civile. Il 9 febbraio la zona viene blindata, nelle case vengono tolti tutti gli impianti elettrici e iniziano le indagini di tecnici ed esperti. Da allora gli incendi sono cessati ma ancora sono in corso le indagini per stabilire le cause di questi inspiegabili fenomeni.

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Un problema, quello verificatosi, che ha coinvolto diverse personalità. Sono state avanzate molte ipotesi, tra le quali raccogliamo quelle di maggior valore scientifico, riportate in diversi quotidiani locali. Il primo ad intervenire, dopo i misteriosi incendi, è stato il sindaco del paese, Pedro Spinnato: ” Sembra accertata la presenza di corrente elettrica nel terreno” , ha dichiarato, “attendiamo adesso l’arrivo dei tecnici dell’Agenzia regionale per l’ambiente di Palermo e dell’Ausl, quindi vedremo se sarà necessario evacuare l’area”. Durante i giorni successivi alla dichiarazione, però, non sono cessati i misteriosi incidenti e il sindaco non ha perso tempo: è stata disattivata la rete elettrica,  ma questa soluzione non ha portato a grandi risultati visto che, dopo poco tempo, altri cinque elettrodomestici staccati dalla rete hanno preso misteriosamente fuoco. Davanti al susseguirsi di tali episodi è intervenuto anche il presidente onorario dell’Associazione Internazionale degli Esorcisti, Padre Gabriele Amorth: “La prima cosa da fare è chiamare un sacerdote per fargli benedire le case”, ha suggerito, “accade ciò che accade normalmente, diciamo così, quando il demonio entra nella vita di chi gli permette di entrare… bisognerebbe andare a fondo. Potrebbe anche saltar fuori che qualcuno da quelle parti si diverte con la magia, nera o bianca che sia, che è la porta d’ingresso preferita da Satana”. Il 17 febbraio la Protezione Civile fa sapere che la soluzione al mistero degli incendi di Caronia sembra vicina. Gli incendi secondo loro “sono esclusivamente da imputare, con un ragionevole grado di certezza, a fenomeni naturali di tipo elettrostatico”. Il dirigente regionale della Protezione Civile, Tullio Martella dice che “in base ad una modellizzazione del nucleo terrestre definita a “riccio”, una grande quantità di energia geotermica è capace di risalire verso la superficie terrestre attraverso vie preferenziali che culminano in punte, come gli aculei di un riccio. Nella zona quindi spunterebbe uno di quegli aculei. Questa energia provoca una rottura dei legami che costituiscono gli strati del sottosuolo, con un aumento della porosità ed un conseguente rilascio di elettroni liberi. Questi elettroni muovendosi liberamente nello spazio, in prossimità di materiali metallici creano dei condensatori di elevata capacità e tale fenomeno si realizza principalmente in presenza di conduttori elettrici. Tra le armature di questi condensatori si localizza una differenza di potenziale tale da creare un campo elettrico che, superando la rigidità dielettrica dell’isolante, lo perfora originando le scariche distruttive che sono causa dei principi di combustione rilevati”. Il giorno dopo arriva subito una smentita. E’ il presidente dell’Istituto nazionale di Geofisica e Vulcanologia a dire che la natura non c’entra. I tecnici dell’INGV hanno infatti effettuato numerosi rilievi e misurazioni e tutto è risultato nella norma. Del resto è difficile immaginare un processo come quello descritto dal dirigente della Protezione Civile che colpisce alcuni impianti elettrici e altri no. Ed in effetti poco dopo la Protezione Civile fa marcia indietro, dicendo che non ci sono elementi tecnico-scientifici per avvalorare l’ipotesi. Tante ipotesi si sono susseguite su questa vicenda di autocombustione due delle più discusse sono: i vulcani (caronia è molto vicina alle Isole Eolie) Per questo si pensa che il fenomeno possa essere legato in qualche modo ai vulcani. Secondo alcuni esperti ci sarebbe un flusso continuo di particelle cariche di elettroni che si raccoglie, condensandosi in punti elettricamente carichi come i contatori. Il forte riscaldamento di queste apparecchiature potrebbe essere la causa degli incendi. e la vicina linea ferroviaria. Tante ipotesi nessuna certezza. Il mistero è ancora irrisolto.