Pont Saint MartinLa leggenda del Pont Saint Martin (ponte del diavolo)

Nelle Alpi una delle leggende più ricorrenti riguarda la costruzione di ponti impossibili o difficilissimi da parte del demonio. Singolare che il costruttore sia spesso il diavolo e non qualche santo, che invece interviene per salvare gli imprudenti commitenti, evitando loro di dover pagare contributi pesanti a base di anime e vite umane.

La Valle d’Aosta non fa eccezione a questa saga e si racconta che a Pont Saint Martin, si noti il nome, il vorticoso torrente Lys fosse attraversato da una malandata e pericolosa passerella in legno, dalla quale era facile scivolare, precipitando nelle acque gelide e piene di gorghi, in tal modo vi erano state già diverse vittime. Tutti gli abitanti del paese misero mano alla borsa, raccolsero una certa somma, alla quale parteciparono anche i signori del paese e il parroco, ma i lavori si rivelarono ben più difficoltosi e dispendiosi del previsto, in tal modo la costruzione si interruppe con grande disappunto di tutti gli abitanti, che si erano illusi di poter finalmente attraversare il Lys in tutta comodità e tranquillità.
Durante un’assemblea del paese si fece avanti uno straniero che offrì insperatamente una borsa piena di pezzi d’oro, tra il tripudio generale egli si rivelò essere il diavolo in persona, che avrebbe finanziato la costruzione del ponte, pretendendo in cambio il prezzo dell’anima del primo che sarebbe transitato sul ponte stesso. L’assemblea accettò l’offerta, con il patto di non rivelare mai a nessuno la terribile richiesta, ma la cosa fu ben presto risaputa da tutti gli abitanti del circondario e dai viandanti. Tutti, spaventati, si tenevano ben lontani dal ponte, evitandone l’attraversamento, per non dover pagare al diavolo un prezzo tanto terribile.

Ma il demonio, che aveva pregustato la facile conquista di un’anima da portare all’Inferno, si inferocì e mandò sul paese una serie di sventure, che precipitarono la zona in una carestia terribile: le galline non facevano più uova, le mucche non producevano più latte e i frutti marcivano sulle piante. Occorreva trovare quest’anima da sacrificare al diavolo, altrimenti la carestia avrebbe distrutto tutto il villaggio. Il parroco andò a trovare un eremita saggio e santo che viveva nei boschi intorno al santuario di Nostra Signora della Guardia, implorandone l’aiuto.
Martino tranquillizzò il povero curato impaurito e gli ordinò di venire all’alba nei pressi del ponte con tutta la popolazione e di suonare la campana dell’Angelus. Così fecero e al mattino seguente Martino arrivò anche lui, recando al guinzaglio un cane affamato, si fece il segno della croce e attese il suono della campana e quando ciò avvenne, tirò un pezzo di pane raffermo dall’altra parte del ponte. La povera bestia, affamata, attraversò di gran corsa il ponte e fu afferrato dal diavolo, che vistosi giuocato si arrabbiò tantissimo: sputò fiamme, urlò e diede un poderoso calcio alla spalletta del ponte, provocando una crepa che è visibile ancora oggi.

Martino fu portato in trionfo tra il tripudio generale della gente, che festeggiò per tre giorni e tre notti, ma lui schivo come sempre preferì ritornare silenziosamente al suo romito rifugio.
Gli abitanti, in segno di gratitudine e di ricordo del fatto, presero la decisone di chiamare il paese con il nome del suo benefattore e dell’oggetto della sfida: Pont Saint Martin!