bambole-posseduteIl rituale delle bambole possedute indonesiane

Nei miei articoli ho parlato molte volte di oggetti maledetti e in particolar modo delle bambole possedute. Di oggetti considerati “posseduti” da spiriti malvagi o di defunti al mondo ce ne sono a migliaia e quasi tutti portano in se un sinistro passato. Ma vi siete mai chiesti perchè uno oggetto viene posseduto? O meglio, come fa uno spirito ad impossessarsi di un oggetto? Forse ho la risposta, almeno per quanto riguarda le bambole possedute in Indonesia.
Partiamo dal fatto che uno dei desideri spesso nascosti dall’uomo ( per paura del giudizio altrui) è di trascendere in qualche modo la barriera invalicabile tra la vita e la morte per comunicare con il mondo degli spiriti. Nel corso della storia gli uomini di ogni etnia e credo hanno compiuto rituali e celebrato riti con lo scopo di collegare in qualche modo ciò che sta al di là del nostro mondo reale con il regno terreno.
Anche di questi tempi possiamo assistere a questo tipo di cose: lo sono gli elaborati incantesimi New Age di canalizzazione spirituale, le sedute spiritiche di medium e sensitivi, perfino il gioco apparentemente innocente della tavola Ouija.
Nella nostra società l’idea di entrare in contatto con il mondo degli spiriti spaventa ancora molti e si tende ad evitare di stuzzicare le anime dei morti: l’uomo moderno prova un timore innato per ciò che non conosce ( che spesso sovrasta la curiosità che ci spinge alle nuove scoperte) e la morte è in cima alle sue paure; al contrario i popoli antichi che ancora oggi sopravvivono hanno un rapporto molto diverso e più naturale.
Forse in nessun altro luogo questo contatto è più spontaneo che in Indonesia, dove i morti sono chiamati a possedere e animare bambole predisposte a questo scopo . Sto parlando del “Jelangkung”, che da loro è chiamato “gioco” impropriamente.
Si tratta di un antico rituale piuttosto complesso che ruota attorno ad elementi bizzarri di canalizzazione, un misto di sedute spiritiche e sessioni con la tavola Ouija che hanno lo scopo di creare un “varco” tra la nostra e la dimensione del mondo dei morti per far giungere a noi gli spiriti. Il rituale necessita anche di bambole, spesso dall’aspetto bizzarro, che hanno la funzione di “contenitore” per gli spiriti che attraverso loro potranno comunicare con i vivi.
Il Jelangkung è in genere effettuato da 3 o 4 persone in luoghi di particolare importanza spirituale o ritenuti infestati, e quasi sempre a tarda notte, tra le 22 e la mezzanotte. Si dice che questo tipo di rituale abbia origini molto antiche, circa 1.500 anni fa, e che raccolga le usanze del rituale cinese del “Cai Lan Gong” (che si traduce più o meno come a “Vaso Contenitore di Spiriti”). Nella versione cinese gli dei Poyang e Moyang venivano invitati a entrare in due bambole pote in un cestino per la verdura e, attraverso loro, agire come quando un marionettista muove i suoi fili sulle bambole.
La versione indonesiana è sempre eseguita da anziani e mai per gioco o per burla.
Sono molte le cose necessarie per il Jelangkung:

– In primo luogo le bambole. Di solito sono realizzate da una noce di cocco (per la testa) e con un corpo di legno lavorato a mano ed intarsiato di simboli magici; si dice che sia imperativo che la bambole siano vestite di abiti del defunto con cui si vuole comunicare, o del suo parente più prossimo. Sulla noce di cocco è essenziale disegnare un volto, femminile o maschile a seconda del sesso del defunto. In alcune versioni si lega una chiave ad una collana che si mette al collo delle bambole. Le mani delle bambole sono dotate di una sorta di strumento di scrittura con cui scrivere le risposte quando si faranno le domande agli spiriti evocati con successo.
– Una cosa molto importante è l’incenso, che viene bruciato per tutto il rituale e aiuta a attirare gli spiriti. L’incenso giusto è quello estratto da pigne dell’anno corrente al rituale e che non abbiano mai toccato il suolo: se lo facessero si contaminerebbero e non avrebbero più quel grado di purezza necessario ai fumi per generare la via che devono seguire gli spiriti.
– E’ necessario fornire le bambole del necessario per scrivere, quindi di un gessetto o un carboncino e di un foglio sul quale ( al pari della tavola Ouija ) vengono scritte le lettere dell’alfabeto. Alcune persone usano una lavagna invece che la carta, e una matita legata alla mano della bambola piuttosto che carboncino o gesso.

Quando il rituale è pronto per iniziare i partecipanti circondano la bambola e recitano un incantesimo o cantano un mantra: in questo modo fanno cenno agli spiriti di essere pronti ad accoglierli nella bambola. In alcuni luoghi, come ad esempio l’isola di Giava, al posto della bambola si usa uno spaventapasseri, speso con espressioni disegnate dall’aspetto terrificante.
L’incantesimo (o il canto) viene ripetuto tante volte quanto necessario fino a quando la bambola non viene posseduta: di solito ci si accorge della possessione a causa di un ribaltamento inspiegabile della bambola. I tipi di spiriti che si poso incanalare nella bambola sono numerosi, ma di solito sono i fantasmi di persone che sono morte tragicamente, ad esempio in un suicidio, omicidio o in un terribile incidente; a volte capita che le entità che sopraggiungono sono maligne, come i demoni. Normalmente gli anziani che celebrano il Jelangkung non riescono a prevedere quale entità si impossesserà della bambola, quindi si è soliti chiedere allo spirito di presentarsi e di scrivere il suo nome sul foglio fornito con lo strumento di scrittura attaccato alla mano della bambola.
I celebranti possono chiedere quello che vogliono allo spirito, le cui risposte verranno scritte o indicate sul foglio. Ovviamente agli spiriti non è impedito mentire!
Non è raro che l’entità giunta si rifiuti di collaborare o di lasciare la bambola al termine del rituale. Un’entità stuzzicata eccessivamente può arrabbiarsi e scagliarsi contro i presenti sia come bambola, sia come spirito che perseguiterà il suo obiettivo accanendosi particolarmente. Per queste ragioni, anche se popolare, il Jelangkung è per lo più visto come un rituale proibito perchè solo alcuni sono in grado di gestire le forze che scaturiscono nel rituale.
Sembra che molte bambole maledette abbiano avuto origine proprio in Indonesia, quando gli spiriti i sono rifiutati di lasciare il “contenitore bambola”. In quel caso gli anziani non possono obbligare lo spirito a tornare sul suo piano di esistenza e l’unica cosa che possono fare è seppellire la bambola in un luogo sacro o nasconderla affinchè non venga trovata.
E’ innegabile che gli esseri umani saranno sempre inclini a provare a contattare l’Aldilà. La morte è una cosa che toccherà a tutti , ma il suo potente richiamo ci spinge a trovare risposta al più grande mistero dell’umanità: cosa c’è dopo la nostra breve vita?

FONTE: Misteri dal Mondo – Credere Per Vedere