La bambola di Black Dahlia

Questo è un articolo che non dovrebbe esistere e per un motivo molto semplice: la vicenda l’ho presa dal sito reddit tempo fa e se ora ve la riporto è solo perché al tempo avevo fatto uno screen per stamparla e leggerla con comodo fuori casa. Quando sono tornato a cercare la notizia il link non esisteva più e la discussione era stata cancellata.
Beh, non è che ci fosse scritto un segreto di stato, ma una semplice esperienza personale di un uomo che raccontava la sua impressione su una possibile “bambola posseduta”. Prima che vi racconti la vicenda lasciate che vi dica che mi sono documentato, anche perchè la bambola in questione non è una qualsiasi, ma di ciò che vi sto per raccontare non esiste più alcuna traccia e non potendo darvi riferimenti precisi (perché l’utente era anonimo), la prenderemo per una leggenda metropolitana.
Tutto il racconto dell’uomo che scrisse su reddit è incentrato sulla bambola di Black Dahlia. Vi dice qualcosa questo nome? Tempo fa scrissi un articolo su questa ragazza (che vi invito a consultare se amate il macabro), ma qui lo riporto in poche righe.
Elizabeth Ann Short era una ragazza di famiglia povera che sognava, come tante, di sfondare e diventare una diva di Hollywood. Ad Hollywood ci arrivò pure, ma fu presa solo a fare film porno e spesso fu costretta ad “intrattenere” uomini potenti, famosi o molto influenti. Assunse il soprannome di Black Dahlia perché amava vestirsi di nero e adorava il film “La dalia azzurra”. Elizabeth Short purtroppo passò alla storia per essere stata vittima di uno dei più agghiaccianti omicidi mai avvenuti negli USA, le cui fotografie sono ancora consultabili sul web e fanno venire la pelle d’oca anche ai meno impressionabili: Balck Dahlia venne trovata in un campo di un quartiere meridionale di Los Angeles, nuda e squarciata in due parti all’altezza della vita, mutilata e con vistosi segni di tortura; il volto era stato mutilato da un profondo taglio da un orecchio all’altro e dall’interno di una coscia era stata asportata una grossa porzione di carne. Credo di aver reso l’idea… Il suo assassino non venne mai trovato, ma quelle immagini hanno scioccato il mondo intero e sinceramente mai avrei pensato che avrebbero creato una bambola a sua somiglianza (eh sì, la bambola ha tagli lungo la bocca e sul ventre cuciti ed esaltati da anelli metallici).
Bene, a parte il fatto del cattivo gusto, c’è da dire che la bambola sembra avere ancora molto successo e fa parte di una collezione a dir poco inquietante: oggi le “Living Dead Dolls” sono un fenomeno mondiale e sono bambole da collezione a tema horror ideate dalla ditta omonima del New Jersey che sin dal 1998 è cresciuta in modo inarrestabile creando diverse bambole di personaggi di film horror, di assassini e cadaveri famosi.
Ok, ho dovuto fare un’introduzione più lunga del solito, ma era necessario. Veniamo alla vicenda. La fonte anonima da cui ho preso questa storia affermava che sia lui che sua moglie sono appassionati di oggetti a tema horror e macabro e quando venero a sapere dell’esistenza della bambola di Black Dahlia vollero subito acquistarne una copia. Purtroppo per loro la serie di cui faceva parte non era più in commercio (venne poi rifatta successivamente), ma online sono riusciti a contattare una persona che voleva disfarsene perché la trovava raccapricciante.
L’uomo affermava di vivere a Los Angeles e non molto lontano da Leimert Park (dove venne trovato il corpo a pezzi di Elizabeth Short). Sia lui che sua moglie furono entusiasti del loro acquisto, ma più di lui la moglie sembrava averne un’adorazione. Il fine artigianato, i dettagli realistici, un vestito cucito a mano, capelli di seta e delicati sembravano infondere al viso della bambola uno sguardo incredibilmente “reale”.
Per diverse settimane sua moglie si comportò in maniera molto strana, quasi ossessiva nei confronti della bambola: la mise su una mensola nella loro camera da letto e non perdeva occasione per andare ad osservarla, quasi ipnotizzata da quel fantoccio. Alcune notti volle addirittura tenerla con se nel letto e la cosa iniziò a dare fastidio all’uomo, che però fino a quel momento preferì soprassedere.
Poi qualcosa è cambiato: così come ne era rimasta rapita all’inizio, la donna iniziò a diventare nervosa alla presenza della bambola e volle spostarla sopra un alto scaffale in salotto. Quel cambiamento nel suo stato d’animo preoccupò l’uomo che le chiese il motivo del suo comportamento: la donna gli diceva che non era nulla, che forse era stressata perchè non riuscivano a concepire un bambino, ma poi nei giorni a seguire ammise che la bambola iniziava a farle paura e che a lei sembrava che la fissasse quando lei si avvicinava.
Uno giorno, quando lui tornò dal lavoro, trovò sua moglie seduta sul divano che piangeva singhiozzando e quando gliene chiese il motivo lei gli disse che era convinta che gli occhi della bambola di Black Dahlia si potessero muovere.
La cosa gli parve subito assurda, ma preferì confortarla e rassicurarla; quando lei si calmò, sebbene molto scettico, prese la bambola dallo scaffale e la esaminò attentamente. La rigirò tra le mani alla ricerca di qualche dispositivo che confermassero le parole della moglie, ma era una bambola molto semplice e non aveva meccanismi o dispositivi che potessero muoverne delle parti; la tolse dalla scatola da collezione di cui faceva parte e guadò negli occhi assenti del fantoccio: niente di più che belle sfere di vetro.
Stava per rimetterla sullo scaffale quando un piccolo movimento attirò la sua attenzione. Gli occhi, gli occhi si erano mossi!
La osservò da più da vicino e fissò profondamente in quei grandi occhi azzurri: questa volta vide chiaramente il movimento delle sfere, un piccolo movimento, ma molto chiaro.
Ma non era un movimento normale: sembrava più che qualcosa sotto le sfere di vetro spingesse e si muovesse. Si sforzò di osservare la bambola più da vicino e fu allora che dall’occhio spuntò fuori una larva bianca. Inorridito, l’uomo lasciò cadere la bambola e cercò di scrollarsi la larva di dosso; la bambola cadde a terra e incredibilmente si ruppe in due parti: là dove il corpo di Black Dahlia era stato tranciato a metà, la bambola aveva una cucitura e si spezzò in due. Ma non fu solo questo a spaventare l’uomo: le parti della bambola assunsero la stessa posa del corpo fotografato di Elizabeth Short e decine di larve guizzanti si sparsero sul pavimento. Quell’immagine turbò sia lui che la moglie e l’uomo raccolse i resti della bambola per bruciarli nel suo giardino il giorno stesso.
Il post dell’uomo terminava con un’affermazione: era sicuro che quella bambola fosse posseduta in qualche modo dallo spirito di Elizabeth Short e in fondo l’ultima frase che scrisse fu più o meno questa:
«Non mi risulta che sia stato mai dichiarato alla stampa, ma sono certo che quando venne trovato il corpo di Black Dahlia era già diventato cibo per i vermi!»

FONTE: Misteri dal Mondo – Credere Per Vedere