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La miniera maledetta di Slumach

Il 24 gennaio 1848 è una data storica per gli Stati Uniti e il mondo intero perché ufficialmente ebbe inizio la famosa “corsa all’oro” e la migrazione di migliaia di persone verso il selvaggio West. La corsa all’oro coinvolse molti stati tra cui California, Colorado, Nevada, Montana e Klondike e cambiò profondamente la storia, la geografia e l’economia degli Stati Uniti. Fu un’epoca cruenta e sanguinaria in cui la vita umana aveva un valore decisamente minore di una pepita d’oro e gli omicidi in nome del “Dio denaro” furono moltissimi e cruenti.
In realtà alcuni cercatori d’oro si misero all’opera prima di allora, ma per la storia l’inizio della “febbre dell’oro” salì agli americani dal 24 gennaio 1848 in California, quando James Marshall, un semplice lavoratore sottopagato, durante l’allargamento di una fossa per la costruzione di un mulino trovò alcune pietruzze gialle e luminose. Quelle pietre erano d’oro, oro purissimo e il suo padrone, John Sutter, cambiò finalità dei suoi scavi iniziando ad arricchirsi a dismisura.
La voce della scoperta si sparse in lungo e in largo e in poco tempo centinaia di carovane si misero in marcia verso gli stati dell’Ovest in cerca di fortuna. Furono anni turbolenti in cui a giungere nel West furono per la maggior parte uomini che non avevano più nulla da perdere: disperati, disoccupati, sbandati, fuorilegge, esiliati e qualche uomo in cerca di avventura.
E siccome la natura umana non si smentisce mai, la conseguenza più ovvia fu attirare speculatori, affaristi, trafficanti, mercanti, usurai, strozzini e assassini con un unico obiettivo: far più soldi possibile a scapito degli ingenui.
La storia di cui vi parlo io ha però inizio circa 40 anni dopo l’invasione degli stati del West, esattamente nel 1890 quando un 60enne indiano della Columbia Britannica di nome Slumach si spinse nell’attuale Canada dove trovò una ricca miniera d’oro. Il giacimento a quanto pare era accessibile solo attraverso il Pitt Lake, a nord-est di Vancouver e quando Slumach fece la sua scoperta era assieme ad un gruppo di suoi congiunti.
Slumach si affidò ad un gruppo di minatori esperti per racimolare più oro possibile prima che la voce si spargesse, ma l’uomo era assetato di ricchezza e la prospettiva di dividere le pepite con altri non gli andava a genio. Nacquero litigi e discussioni con gli stessi operai che sfociarono nel peggiore degli epiloghi: pochi mesi dopo l’inizio dell’estrazione Slumach sparò ad un sangue misto conosciuto come Louis Bee nei pressi di Addington Point, sulla sponda occidentale del fiume Pitt River, di fronte Sturgeon Creek. La motivazione? Bee volle mostrare a sua moglie la miniera e chiese a Slumach la sua parte di oro per il lavoro effettuato fino ad allora.
Uno degli indiani che assistette all’omicidio fuggì per dare l’allarme e allo sceriffo disse che Slumach era posseduto e che da quando aveva scoperto quella miniera il suo volto stava lentamente mutando in quello di un demone incarnato.
Lo sceriffo e tre suoi sottoposti giunsero sul luogo dell’omicidio e trovarono il corpo di Bee, mentre Shumach si ritirò nella giungla impenetrabile. Ci vollero diverse settimane per stanare l’uomo e lo stesso sceriffo dopo averlo arrestato descrisse sui suoi appunti le enormi difficoltà nell’acciuffarlo e nel trascinarlo in galera: Shumach si comportava in modo strano, quasi bestiale e a intervalli regolari sfociava in gesti violenti e stati di aberrazione che lo rendevano più simile ad una bestia selvaggia che ad un essere umano.
L’uomo fu processato e condannato a morte. Venne impiccato nel gennaio 1891, ma durante l’esecuzione, accecato dall’odio e dal desiderio di vendetta per la sorte a lui destinata, lanciò una terribile maledizione su chiunque volesse appropriarsi del suo oro:
« Non troverete mai la mia miniera e chiunque ci proverà morirà! ».
Ovviamente dopo la morte di Slumach diversi cercatori d’oro tentarono l’impresa e si inoltrarono sui versanti delle montagne che costeggiano il Pitt Lake e il Pitt River. Secondo i dati storici tra il 1892 e il 1915 ci furono 23 morti verificate e misteriose, i cui corpi vennero trovati massacrati o spolpati lungo le rive del fiume, più almeno 50 sparizioni nel nulla di esploratori esperti che con l’oro non avevano nulla a che fare. Ovunque si sparse la voce che era opera della maledizione di Slumach e la paura tenne lontani anche i più curiosi.
All’inizio degli anni ’20 le sparizioni ripresero: uno dei più grandi e famosi cercatori d’oro chiamato Volcanic Brown scomparve nel nulla dopo aver provato a cercare la miniera sulle rive del Pitt Lake. Venne formata una spedizione di ricerca che raggiunse il suo campo base, ma non riuscì a trovare alcuna traccia dell’uomo. I ricercatori affermarono che probabilmente l’uomo aveva trovato la miniera di Slumach perché nella tenda di Brown trovarono un vasetto con oltre 300 grammi d’oro, segno che la ricerca dell’uomo era stata fruttuosa.
Nonostante la conferma che la zona era ricca di oro, quasi nessun cercatore si interessò veramente a scoprire se Slumach e Brown avessero davvero fatto fortuna. Venendo più ai giorni nostri però la zona del Pitt Lake entrò nella cronaca con una testimonianza davvero inquietante che scosse tutto il Canada: nel 1989 un esploratore di nome Rod Nicholson raccontò di aver incontrato in uno dei luoghi ritenuti possibili della miniera d’oro un alieno grigio.
Descrisse l’alieno come molto alto, muscoloso e con occhi enormi; non aveva sesso e comunicava attraverso il pensiero. La creatura lo fermò a metà dello Stindle Canion dicendogli più o meno questo:
«Continua e muori o vattene e salvati ».
Nicholson scappò terrorizzato, ma quell’incontro ebbe su di lui ripercussioni sia fisiche che psicologiche: nel giro di un mese perse tutti i denti, sviluppò un allergia su tutto il corpo che ridusse la sua pelle a macchie e ricoperta da eruzioni cutanee che durarono oltre un anno, si ruppe 5 volte la gamba destra e 4 volte le dita delle mani nel giro di 6 mesi e per quasi un anno accusò tutti i sintomi da avvelenamento da radiazioni.
Da allora la voce della maledizione lanciata sulla miniera da Slumach lasciò spazio alle dicerie secondo cui lungo il Pitt River ci fosse una base aliena. Ciò però non fece altro che attirare esploratori, ufologi e curiosi che si misero alla ricerca degli alieni.
L’ultima sparizione ufficiale è state quella di Clayton Gatsby, uno dei cercatori d’oro più famosi del nostro tempo. Scomparso il 26 Maggio del 2007 all’età 79 anni, probabilmente nel 2011 è state trovata la sua tomba lungo un pendio nella zona indicata come più probabile della miniera perduta. Si pensa che l’uomo sia morto perché è stato ritrovato un paletto conficcato nei pressi di alcuni filoni di quarzo (solitamente legato alla presenza di oro) e una piccola piastra di pietra che riporta il nome “Clayton Gatsby”. Alcuni amici e membri delle sue spedizioni affermano che Gatsby si recò da solo in quella zona per almeno 10 estati, il che lascia pensare che abbia trovato qualcosa di importante.
Oggi nel British Columbia tutti si tengono alla larga dal ghiacciaio di Terrarosa e dallo Stindle Canion perchè si tramanda ancora la storia della miniera maledetta da cui non torna più nessuno. Nonostante la storia di Nicholson e dell’alieno abbia attirato l’attenzione di molti curiosi, oggi la paura di sparire nel nulla o essere ritrovati a pezzi lungo il Pitt River non entusiasma molto la gente che, a ragion veduta, preferisce lasciare il mistero della miniera ben celato.

FONTE: Misteri dal Mondo – Credere Per Vedere