Owen ParfittLa misteriosa scomparsa di Owen Parfitt

Omicidi, aggressioni e sparizioni sono ormai all’ordine del giorno e noi in Italia sappiamo bene quanto sia difficile trovare i colpevoli man mano che il tempo passa. Si fanno sempre decine di supposizioni, indagini, ricerche di ogni tipo, ma nella maggior parte dei casi il tempo seppellisce le prove rimaste per far cadere tutto nel mistero profondo.
Ora, io vorrei parlarvi di una sparizione avvenuta non 10 anni fa, e nemmeno 100, ma oltre 250 anni fa… Allora perchè presentarvi un caso del genere quando ormai nessuno nemmeno si ricorda di quell’uomo? Forse perchè il mistero non è tanto nella sparizione ma in tutto ciò che c’è dietro e perchè forse lo stesso scomparso aveva predetto quell’evento “soprannaturale”.
Owen Parfitt era uno degli ultimi corsari a servizio della corona inglese ( la pirateria inglese ebbe ufficialmente fine verso il 1750), ma dovette ritirarsi anzitempo per un terribile incidente in mare che gli lesionò la colonna vertebrale e lo condannò alla quasi totale paralisi.
Nato nel 1699 dovette lasciarsi alle spalle le sue avventure di pirata dei Sette Mari e rifugiarsi a terra, accudito dalla sorella più anziana di nome Mary. Era il 1755 e andò a vivere a Shepton Mallet, una città nel sud-ovest dell’Inghilterra: non avrebbe mai più rimesso piede in mare.
Le sue giornate passavano lente e noiose ed era solito passare i pomeriggi seduto sulla sua sedia a dondolo nel giardino della casa ad intrattenere i vicini e i passanti raccontando delle sue scorribande e le bellissime avventure vissute: donne, grandi battaglie, duelli e stravaganti eccessi lo avevano accompagnato fino a quel terribile incidente e ogni volta nei suoi occhi si leggeva un po’ di malinconia.
La maggior parte delle gente era scettica sui suoi racconti e lo definiva un “bravo ciarlatano”, un uomo con il dono di una fervida immaginazione, insomma. Questo però non gli impediva di continuare a raccontare incredibili storie sui giorni gloriosi e dei molti misteri che accompagnano i pirati in mare, alcuni davvero inquietanti.
Parfitt era solito raccontare che, al contrario di quanto si pensi, i pirati avevano un rigido codice di onore e nessuno veniva mai lasciato indietro: quando uno di loro era in difficoltà tutti gli altri si mobilitavano per aiutarlo e anche in caso di estremo sacrificio o morte in battaglia ogni membro della ciurma era solito tenere per se un oggetto del defunto affinchè quel loro compagno potesse continuare le scorrerie assieme ai suoi compagni.
L’incidente che costrinse l’uomo a lasciare la ciurma fu una rovinosa caduta mentre stava liberando una vela incastrata: cadde di schiena su un barile e da allora non riuscì più ad alzarsi in piedi. Quando la nave ormeggiò l’equipaggio lo salutò con tutti gli onori e, come da prassi, il capitano distribuì ai suoi compagni alcuni suoi oggetti personali facendogli una strana promessa:

<<Il tuo spirito ci accompagnerà sempre e se per noi sarà destino di morire in mare torneremo a prenderti per navigare assieme nell’Aldilà!>>

Queste era ciò che più o meno raccontava ai vicini , ai curiosi e ai ragazzini che si soffermavano lungo la staccionata forse per prenderlo in giro e per 18 anni raccontò sempre quella fantasiosa frase che gli aveva detto il suo capitano.
Per un uomo abituato all’azione, alla vita movimentata e dissoluta la paralisi doveva essere un insopportabile fardello, ma c’ era ancora un’ultima avventura che doveva intraprendere. La data esatta è andata persa negli archivi storici, ma pare che nel gennaio del 1762 la nave su cui prestava servizio Parfitt venne affondata a largo delle isole caraibiche dalla marina spagnola e gran parte dell’equipaggio perì nello scontro, mentre il resto venne impiccato dopo il processo. La notizia giunse tardi in Inghilterra, anche perchè la pirateria era un questione politica e poco interessante per la gente comune.
Un giorno ad Owen Parfitt giunse una lettera senza affrancatura dove gli venne comunicata la tragedia: da quel giorno l’uomo iniziò a raccontare a tutti che i suoi amici stavano venendo a prenderlo.
Nel mese di giugno del 1763 sulla costa occidentale dell’Inghilterra si abbattè uno sciame di furiosi uragani che tempestò le coste del paese per diversi giorni. Owen Parfitt era solito sedersi nella veranda per prendere un pò di fresco serale, ma a causa della sua condizione aveva sempre bisogno dell’aiuto della sorella e di un vicino per essere trasportato fuori in veranda o in casa a fine giornata.
Uno di quei giorni, quando sua sorella tornò in casa dopo aver fatto la spesa, Owen Parfitt era seduto placidamente sulla sedia osservando il cielo tempestoso. Dall’altra parte della strada, a brevissima distanza, alcuni contadini stavano lavorando e di tanto in tanto si fermavano a fare due parole con l’uomo che continuava a dire loro che la tempesta veniva dal mare e che dal mare sarebbero venuti a raccoglierlo i suoi compagni di avventure.
Al calare del sole nessuno vide o si rese conto di nulla: nessuno a parte loro si era avvicinato alla staccionata e nessuna persona sconosciuta era nei paraggi; tutto ciò che avvertirono i contadini fu un fortissimo vento che si stava levando sulle loro teste, tanto forte da costringerli a smettere e a ritirarsi alle loro casa.
Stava per sopraggiungere un forte temporale e così la sorella di Owen uscì sul portico per riportarlo dentro, ma Owen non era più sulla sedia. Sapendo che non poteva essersi spostato solo la signora chiese informazioni ai vicini e ai lavoratori che si stavano allontanando, ma nessuno seppe dare una spiegazione alla scomparsa di Owen.
Presa dal panico la sorella avviò intense ricerche nella zona: Owen non poteva essere lontano e doveva trovarsi nei dintorni, anche perchè il suo peso non permetteva facilmente di smuoverlo e solo in due si riusciva a trasportarlo comodamente.
Incredibilmente non più fu trovata alcuna traccia dell’uomo paralitico. Owen Parfitt era sparito nel nulla!
Nei giorni successivi i vicini fantasticarono su quello che poteva essere accaduto, sostenendo che Owen era stato rapito dal diavolo o che qualcuno lo avesse rapito per avere informazioni su un antico e perduto tesoro. L’incredibile scomparsa di Owen non è mai stata risolta ed è diventata una nota leggenda nella tradizione locale.
La storia sarebbe stata dimenticata, ma nel 1813, durante alcuni lavori a Shepton Mallet fu portato alla luce uno scheletro umano: tutti giunsero alla conclusione che doveva trattarsi dei resti dell’uomo scomparso, ma lo scheletro era quello di una giovane donna e non di Parfitt.
Ad oggi nessuno sa cosa sia successo ad Owen Parfitt, ma nel sud dell’Inghilterra, dopo la sua scomparsa, in molti hanno iniziato a credere che ciò che dicesse fosse il vero.

FONTE: Misteri dal Mondo – Credere Per Vedere