La pianta aliena di Roswell

Ogni volta che viene nominata la città di Roswell, nel Nuovo Messico, il primo pensiero che ci balena per la mente è il famoso schianto di un UFO l’8 luglio 1947 e il presunto recupero di materiali extraterrestri, tra cui cadaveri alieni.
Roswell è uno dei luoghi più nominati dagli ufologi, non solo per l’incidente che ha dato origina all’ufologia moderna, ma anche per numerosi avvistamenti successivi di oggetti volanti non identificati, al punto da lasciare immaginare che nei pressi della città ci sia una base segreta extraterrestre.
Roswell, tuttavia, è recentemente tornata sulle pagine di cronaca per un insolito ritrovamento.
Il 10 Febbraio del 2011 (per l’ennesima volta) moltissimi testimoni hanno potuto osservare un bolide nel cielo che si è schiantato in una zona di periferia della città, dove ci sono solo campi e terreni brulli incolti. La meteora non è stata localizzata fino al 5 aprile, quando David Salman, un botanico del luogo, uscì la mattina presto alla ricerca di semi e piante rare.
Erano le 10 del mattino e Salman notò uno strano bagliore in un terreno abbandonato. Si avvicinò ed ebbe la conferma di aver trovato il luogo dell’impatto del meteorite. Lo schianto aveva generato un grande buco di circa 3 m di diametro e attorno e dentro esso c’erano pezzi vetrificati e rocce distrutte semi-fuse. Non c’erano segni di focolai o vapore, ma all’interno del buco c’era qualcosa che emanava una tenue luce giallastra, una sorta di bioluminescenza, solo che era visibile anche in pieno giorno.
A differenza di quanto si aspettasse, il bagliore non era emesso da una roccia surriscaldata, ma da una strana pianta cresciuta all’interno della fossa. Avvicinandosi incuriosito Salman ha scoperto che si trattava di una specie di cactus, uno dei molti presenti in quelle zone. La pianta a prima vista, a parte il colore lucente e chiari segni di bruciature, non presentava nulla di diverso dagli altri cactus che lui conosceva, fino a quando l’uomo non notò sotto di essa un ossicino e diversi lembi di pelle.
Inizialmente credette fosse una coincidenza e si avvicinò per raccogliere alcuni campioni e la pianta stessa; come avvicinò le dita al cactus questo si piegò sulle sue dita cercando di avvolgerlo: Salman dedusse che fosse un cactus carnivoro (cosa che venne poi confermata dagli esami di laboratorio).
L’uomo raccolse la pianta e alcuni campioni di terreno e delle pietre nel cratere e li portò in città per farli esaminare. Fino al 2013 la cosa era di dominio pubblico, anche se Salman ai giornali locali dichiarava sempre che quella specie non era catalogata tra le specie conosciute; poi su tuta la vicenda è calato un velo di silenzio, alimentando il sospetto che l’impatto abbia generato un vegetale “extraterreste”. Dai pochi dati rivelati sembra che il cactus si cibi di piccoli animali e insetti e secondo lo scopritore potrebbe essere addirittura arrivato insieme al meteorite che ha creato il cratere. Pare proprio che siamo di fronte ad un creatura unica nel suo genere, probabilmente evoluta o mutata dopo l’impatto col meteorite.
La vicenda ha in un certo senso allarmato gli scienziati che temono che qualcosa di vero ci sia nelle dichiarazioni del botanico. Ciò vorrebbe dire che un giorno una meteora potrebbe ospitare, invece che un innocuo essere vivente, un potenziale virus alieno che potrebbe affliggere gli esseri umani. Lo scenario in effetti non è poi così fantasioso: nel 2007 le persone in un remoto villaggio del Perù, dopo essere stati testimoni di una palla di fuoco nel cielo, sono stati misteriosamente colpiti da una malattia misteriosa durata settimane e mai scoperta prima. Benchè fosse un virus facilmente debellabile con i farmaci attuali in commercio, circa 200 persone del villaggio si ammalarono e furono masse in quarantena per alcuni giorni per paura di un’epidemia.

FONTE: Misteri dal Mondo – Credere Per Vedere