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Il mistero dell’autocombusione umana

L’autocombustione umana, nota con la sigla inglese di Shc (Spontaneous Human Combustion). é un evento molto raro, consiste, nella combustione di un corpo senza che vi siano possibili fonti che abbiano generato il rogo. Nei casi di autocombustione a bruciare è soltanto il tronco, mentre le estremità (inferiori e superiore ma sopratutto le gambe) rimangono illese. Solitamente, nei corpi delle vittime di incendi, le estremità sono le prime a consumarsi, Altro punto precipuo dell’autocombustione sta nel fatto che gli abiti e tutto ciò che circonda il corpo difficilmente prendono fuoco. osa determina questo incredibile evento? Quali sono le cause apparenti di questo fenomeno?
Generalmente si crede che l’autocombustione sia uno di quei fenomeni senza ragione razionale, frutto di avvenimenti paranormali; tuttavia esistono diverse teorie. La teoria dell”effetto stoppino”è la più accreditata secondo la quale la combustione umana ha una causa precisa ed una volta che si innesca l’incendio i grassi che compongono il corpo umano si scioglierebbero impregnando i vestiti e permettendo al corpo della vittima di continuare a bruciare proprio come lo stoppino di una candela fino al completo disciogliendo la massa adiposa.

Questa teoria darebbe una spiegazione al fatto che gli arti inferiori e superiori delle vittime raramente bruciano:in queste zone vi sono meno tessuti adiposi. Ma questa teoria non regge se pensiamoche le ossa di un essere umano all’interno di un forno crematorio impiegano più di otto ore per “dissolversi”ad una temperatura di 900 gradi centigradi e comunque le ossa ottenute da un forno crematorio non sono polverizzate immediatamente ma devono essere rantumate in un secondo momento con uno speciale macchinario, quindi come fanno a bruciare completamente anche le ossa? Un altra teoria è alcool. Numerosi casi di “autocombustione umana” si sono verificati dopo feste o dopo che le vittime avevano ingerito sostanze alcoliche in quantità elevata ed una teoria è quella che una presenza più elevata di alcool nel sangue potrebbe aver generato una reazione chimica all’interno dell’organismo causando l’autocombustione della vittima. L’alcool ingerito in ogni caso può essere la causa degli incidenti.

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Un’altra teoria c’è la fornisce John Heymer, agente della polizia scientifica inglese. Secondo l’uomo, il fenomeno non sarebbe molto diverso dalle cause che determinano un tumore: alla base di tutto sta un malfunzionamento del corpo umano. Veniamo alla spiegazione. All’interno del corpo e delle cellule, nello specifico, l’energia necessaria alla sopravvivenza degli organi è prodotta dai mitocondri, minuscoli organi del citoplasma,che producono energia attraverso reazioni chimiche. Ora, è possibile che, per un malfunzionamento, il mitocondrio non si comporti come dovrebbe, rilasciando troppa energia: così idrogeno ed ossigeno che alimentano le reazioni chimiche andrebbero ad alimentare un’”esplosione”. In seguito, all’interno della cellula, gli altri mitocondri esploderebbero come in una reazione a catena. Il tutto provocherebbe l’esplosione dell’intera cellula, che, a sua volta, andrebbe ad alimentare un’altra reazione a catena volta a portare combustione all’intero tessuto. Un’ipotesi abbastanza plausibile (non troppo irrazionale) soprattutto per chi abbia un minimo di conoscenza medica.
Il caso più ben documentato di “autocombustione umana” è quello della signora Mary Hardy Reeser. La signora Reeser all’epoca viveva con il figlio Richard, la moglie ed il nipote e quella sera decise di prendere del sonnifero ed andare a dormire presto stando alle testimonianze del nipote. Alle 5 del mattino la padrona di casa la signora Carpenter sentì un lieve odore di fumo nell’aria ma ne attribuì l’origine ad una pompa surriscaldata in garage ed ebbe la conferma del guasto recandosi in garage e sistemando il problema. Alle 8, sempre di quella mattina, la signora Carpenter ricevette un telegramma per la signora Reeser e si accinse a consegnarglielo di persona, ma la signora Reeser non rispose ai ripetuti richiami della padrona di casa la quale, preoccupata, chiese aiuto a due imbianchini che si trovavano in strada e si fece aiutare ad aprire la porta di ingresso. Una volta all’interno dell’appartamento un ondata di caldo avvolse i soccorritori improvvisati ma nessun segno evidente d’ incendio era presente nell’appartamento a parte una trave bruciacchiata ma sul pavimento si trovavano i resti della povera signora Mary Reeser di cui rimaneva solo un piede intatto con una pantofola di raso nero, il teschio carbonizzato ed un mucchio di cenere in cui si potevano notare alcuni organi interni e la spina dorsale della sventurata. La spiegazione ufficiale per la morte della signora Reeser fu che la signora si era addormentata con la sigaretta accesa e che la vestaglia della vittima avesse preso fuoco facilmente a causa della sigaretta, però nonostante questa spiegazione questo rimane un caso di autocombustione umana per molte persone ed è il meglio documentato.

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