barra-velhaLe luci di Barra Velha

In quasi tutto il sud America si narrano leggende di strane luci ( di grandezza e intensità variabile a seconda delle zone) che attaccherebbero gli esseri umani per ferirli e “succhiare” loro il sangue. Solitamente si tratta di luoghi isolati, come paludi, laghi, rive di fiumi e in prossimità di foreste, ma anche in alcuni centri abitati è capitato di sentire parlare di questo fenomeno. Assomiglierebbero a lucciole, per nulla spaventate dalla presenza umana, ma che anzi, approfitterebbero di ignari passanti per aggredirli e in qualche modo morderli, lasciando sul loro corpo visibili ferite.
In rete ci sono diversi filmati a riguardo e anche alcune trasmissioni sui misteri ne hanno parlato, arrivando alla conclusione che si tratti di organismi extraterrestri o strumenti alieni per prelevare materiale genetico dalle persone. Certo, oggi è difficile credere a certe notizie, soprattutto ai filmati messi in rete da persone anonime: la tecnologia attuale consente di creare al pc filmati e immagini molto realistici, ma ovviamente falsi.
Questo è il motivo per cui raramente tratto casi recenti è proprio questo e pertanto preferisco andare un po’ più indietro nel tempo, quando falsificare immagini o filmati era più difficile e, in ogni caso, sarebbe facile smascherare la messa inscena.
Un caso molto famoso di “luci aliene” è quello di Barra Velha, una piccola cittadina nel nord del Brasile. L’evento più eclatante si è svolto nel 1985, ma la gente del posto afferma che fenomeni simili avvengono sin dal lontano 1920.
Nel giugno del 1985 due fratelli, Joao e Galvao Franco, si inventarono un modo per tirar su qualche soldi extra ed invitarono un loro amico di nome Ozorio a raggiungerli dopo il tramonto nei pressi di un laghetto privato, dove avrebbero pescato dell’ottimo pesce di frodo e lo avrebbero rivenduto al mercato il giorno dopo.
Avevano accuratamente scelto una notte tranquilla a metà settimana, sapendo che la maggior parte della gente se ne sarebbe stata in casa e non li avrebbe disturbati; ma durante la notte, verso le 23, dalla loro barca videro in lontananza una luce che si avvicinava sull’acqua. La prima cosa a cui pensarono fu che qualcuno li avesse scoperti, così i tre diressero la barca ai bordi del laghetto, in modo da nascondersi tra le canne e la vegetazione, ma quella luce si sollevò a circa una quindicina di metri di altezza, fino a superare anche gli alberi.
I tre conoscevano le leggende locali delle luci che aggrediscono le persone e non udendo nessun rumore nell’area che avesse potuto lasciar pensare ad un veicolo, si convinsero di essere proprio capitati al momento sbagliato al posto sbagliato. Uscirono dal nascondiglio e si iniziarono a dirigere la barca verso la riva, convinti più che mai che fosse il caso di darsela a gambe, ma il globo luminoso iniziò a suddividersi in altre luci, fino a diventare più di una ventina.
Giunti alla riva i tre abbandonarono barca e pescato e iniziarono a correre all’impazzata verso le loro auto, ma le luci li raggiunsero e dall’alto li investirono con dei fasci di luce intensissima di colore bianco.
Salirono in auto, ma per quanto tentarono non riuscirono a metterla in moto, come se la batteria si fosse scaricata tutto d’un tratto. A quel punto, terrorizzati a morte, si misero a correre per i prati e raggiunsero una fattoria vicina dove chiesero aiuto. Uscì un vecchio contadino che, credendoli ubriachi, li cacciò in malo modo costringendoli a tornare indietro. Le luci erano scomparse e i tre si tranquillizzarono, ma guardando l’ora si accorsero che erano le 4 del mattino, mentre secondo il loro parere era passata poco più di mezzora e quindi al massimo dovevano essere mezzanotte.
Come era possibile che il tempo fosse trascorso così rapidamente?
I tre tornarono alle auto e finalmente riuscirono a partire e tornare a casa. Da quell’esperienza apparentemente non avevano riportato alcun danno immediato, ma nei giorni a seguire iniziarono ad accusare diversi problemi fisici e psicologici.
Più passava il tempo e più i tre mostrarono squilibri mentali e attacchi di panico e ansia, sul loro corpo apparvero segni di bruciature e i sintomi di una malattia della pelle. Quello maggiormente afflitto da problemi fu Joao Franco che nelle settimane successive perdette quasi tutti i peli del corpo, vide la sua pelle scolorirsi a chiazze come se fosse affetto da vitiligine e accusò diversi problemi respiratori.
I tre non ricordarono nulla di ciò che era accaduto loro in quelle 4 ore di vuoto e nessuno dei dottori seppe dare una spiegazione razionale alle patologie che accusarono. Un dermatologo ipotizzò che i tre amici fossero preda di esalazioni tossiche, ma nella zona non fu mai trovato alcun luogo “avvelenato” al punto da giustificare il loro stato.
Molti accusarono la stampa e i tre di aver organizzato e divulgato una truffa e che le patologie fossero auto inflitte per rendere la storia più credibile. A giustificazione del loro pensiero riportarono la presenza nella zona di un aeroporto privato da cui si sollevavano periodicamente dei piccoli aeroplani: per questo motivo le luci viste dai tre potevano essere quelle di un aereo in fase di decollo. Ma furono molte le testimonianze che fecero cadere questa ipotesi, una su tutti quella degli stessi piloti locali che più volte segnalarono delle sfere di luce nella stessa area e in diverse occasioni.
Il fenomeno delle luci di Barra Velha negli anni è diventato sempre meno frequente ed è destinato a rimanere un mistero ancora per molto tempo, anche perchè le autorità brasiliane sembrano voler mettere a tacere ogni notizia di avvistamento di luci nella regione.

FONTE: Misteri dal Mondo – Credere Per Vedere