Emily Rose (Anneliese Michel) 2 QUADRATO

L’esorcismo di Anneliese Michel

Anneliese Michel nasce il 21 settembre 1952, in una piccola città della Bavaria, da una famiglia cattolica di ceto medio-basso Fino al 1968 la sua vita e’ molto tranquilla almeno così sembra apparentemente, con una famiglia composta dai genitori Josef e Anna e da tre sorelle. All’età di sedici anni, inizia a dare segni di malessere: un’improvvisa rigidità delle membra impedisce ad Anneliese di controllare il suo corpo. Trova perfino difficoltà a chiedere aiuto ai suoi genitori.

Alla clinica psichiatrica Wurzburg le diagnosticano un’epilessia, e in seguito ad un peggioramento delle condizioni la ricoverano in ospedale per sottoporla a trattamenti. Le furono prescritti medicinali per curare sia l’epilesia che le convulsioni. Nonostante le cure mediche Anneliese sosteneva di vedere volti demoniaci in tutte le persone che la circondavano. Lei stessa crede che queste visioni, sempre più spesso associate a voci che afferma di sentire, siano il segno di una possessione diabolica. Tra i primi sintomi accusati dalla giovane c’erano paralisi degli arti, uno smisurato accrescimento del torace, rigidità improvvisa del corpo e l’impossibilità di parlare. Fu tuttavia in grado di tornare alle superiori e conseguire il diploma e di iscriversi, nel settembre 1973 all’università di Würzburg per realizzare il suo sogno di diventare una maestra elementare. Quando le sue preghiere non l’aiutarono più a sopportare ciò che le succedeva, Annaliese si rivolse alla Chiesa, convinta di essere posseduta dal maligno,

ma in un primo tempo la Chiesa, non le concesse l’esorcismo invitandola a diventare più devota. Le condizioni fisiche e psichiche di Anne peggiorarono, iniziò ad automutilarsi, mordere i membri della propria famiglia, mangiare insetti di vario genere sino a staccare e ingurgitare la testa di un uccello morto. Inoltre si strappava i vestiti di dosso, guaiva come i cani per giorni sino a urinare nel pavimento e leccarlo.

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Convintasi che ciò che le accadeva fosse colpa del proprio peccato e di quelli che le stavano vicino, Anneliese prese a dormire in un pavimento di pietra come penitenza. Allo stesso tempo nei momenti in cui si riteneva posseduta distruggeva qualsiasi simbolo religioso le capitasse a tiro. Durante la degenza nell’ospedale, i continui attacchi della ragazza convinsero i medici a riempirla di tranquillanti per farla stare calma e costringerla all’alimentazione forzata. La ragazza, però, non parla di queste esperienze con i medici se non una sola volta, accennando vagamente al fatto che i demoni avrebbero iniziato a darle degli ordini. Il trattamento farmacologico continua, ma senza alcun giovamento. I genitori di Anneliese nell’estate del 1973 incontrano diversi sacerdoti, tra cui padre Ernst Alt, per richiedere loro di effettuare un rituale di esorcismo sulla figlia, preghiera che viene rifiutata a favore del trattamento medico, sul quale i religiosi insistono.

Del resto, l’autorizzazione per un rituale di esorcismo non è cosa semplice da ottenere: per eseguire l’esorcismo è necessaria l’autorizzazione del vescovo diocesano, autorizzazione che può essere concessa per un caso specifico oppure in modo generale e permanente al sacerdote che esercita nella diocesi il ministero di esorcista; lo stabilisce il canone 1172 del codice di diritto canonico, che dichiara che nessuno può proferire legittimamente esorcismi sugli ossessi, se non ha ottenuto dall’ordinario del luogo una speciale ed espressa licenza, e stabilisce che questa licenza debba essere concessa dall’ordinario del luogo solo al sacerdote distinto per pietà, scienza, prudenza e integrità di vita.

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La Chiesa in questi casi procede con ponderatezza, avanzando rigidi criteri e regole in materia di possessione. Esige prove indiscutibili: avversione al sacro, capacità di esprimersi in lingue sconosciute o di comprenderle, una forza oltre la propria condizione.
Dopo averla ufficialmente dichiarata posseduta nel settembre 1975, il Vescovo Josef Stangl scelse come esorcisti il pastore Ernst Alt e padre Arnold Renz. Secondo i due esorcisti si manifestarono sette demoni tra cui Lucifero, Giuda, Legion e Belial. L’esorcismo andò avanti per quasi 10 mesi dal settembre ’75 a giugno ’76. Durante le varie sedute furono fatte parecchie foto e venne registrato un nastro di circa un’ora e mezza di durata in cui si sente Anneliese parlare con voci demoniaca, in più lingue (oltre il tedesco, lingua madre, parlò in latino, greco, aramaico e altre lingue morte) molte volte sdoppiando la voce in due ben distinte.

Durante questo periodo Anne perse molto peso perché si rifiutava di mangiare e bere a causa dei “demoni che glielo impedivano”; questo portò a un indebolimento e alla debilitazione del suo corpo, martoriato dalle proprie lesioni auto inflitte. no la rottura di entrambe le ginocchia.

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Inoltre nei momenti di lucidità Anneliese non faceva altro che pregare e le continue ginuflessioni le causarono la rottura di entrambe le ginocchia. Durante il rito di esorcismo Anneliese mostrava una forza impressionante, tanto che, in alcune sedute, per tenerla ci vollero parecchi uomini forti. Il rito avveniva generalmente due volte a settimana. Le sue condizioni precipitaronono: si ammalò di polmonite e le sopraggiunse febbre alta. Anneliese scrisse delle lettere ai suoi esorcisti chiedendo la fine del rito e rivelando di aver avuto un incontro con la Vergine Maria che la mise di fronte a una scelta: esser liberata dai demoni e trovare la pace eterna subito, o continuare a subire la possessione subendo tutto il potere dei demoni per poter salvare il mondo e le anime di tutti.

Anne scelse di rimanere per la salvezza interrompendo la pratica di esorcismo, dicendo che prima di morire sarebbe stata libera dai demoni e pronta a morire in Grazia predicendo inoltre la data della sua morte E’ il 30 giugno 1976 e non è più neanche in grado di genuflettersi durante l’esorcismo: ha paura, come dichiara alla madre, e chiede l’assoluzione all’esorcista. Muore il giorno dopo A mezzanotte del 1° luglio 1976 Anneliese, come aveva predetto nelle sue lettere, morì a soli 24 anni.  Prima di morire chiese al prete di pregare per lei, le ultime parole andarono alla madre alla quale chiese scusa. L’autopsia rilevò come causa della morte la forte debilitazione causate dal malnutrimento e dal disidratamento (al momento della morte pesava solo 30kg). Secondo gli agenti che svolsero le indagini e i medici che passarono al vaglio il caso, un’alimentazione forzata (tramite flebo) avrebbe potuto salvare la vita della giovane. I genitori, il prete e il pastore furono tutti indagati per omicidio colposo. Il processo iniziato a marzo 1978 si concluse con il riconoscimento da parte della giuria della colpa di negligenza e omicidio colposo a carico dei due clericali e dei genitori che furono condannati a 6 mesi di reclusione con la condizionale da considerare già scontati.

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