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Una storia incredibile quanto inquietante accaduta in Inghilterra alle gemelle Eriksson

Tra i gemelli esiste un’alchimia particolare. Un legame che non è spiegabile scientificamente. Per tutti quelli che non hanno un gemello risulta difficile capire quanto sia profondo il legame che li lega tra loro, due vite concepite nello stesso istante, venute al mondo insieme e che condividono lo stesso DNA.

Tra due gemelli spesso accadono cose inspiegabili, non è raro sentir parlare di un gemello che ha mal di testa quando l’altro ha l’emicrania, o che uno abbia mal di denti quando l’altro è dal dentista.

Tra i gemelli omozigoti, c’è una piccola percentuale che sembra possedere facoltà psichiche: da uno studio del 2000 condotto sul oltre 700 coppie di gemelli, è emerso che un gemello su 5 sia dotato di una sorta di telepatia.

Ho fatto questa piccola premessa perché, l’episodio che voglio raccontarvi parla proprio di due gemelle: le sorelle Eriksson.

Nel maggio del 2008 le gemelle Eriksson ebbero il primo caso di “follia gemellare”. Prima di quel giorno nessuna delle due aveva mai dato l’impressione di avere uno squilibrio psicologico.

Ursula e Sabina Eriksson, sono gemelle omozigote, sono nate in Svezia nel 1967 e sono balzate all’attenzione nazionale nel Regno Unito dopo un episodio di “psicosi condivisa”, che ha provocato una serie d’incidente sull’autostrada M6 e la morte di Glenn Hollinshead di Fenton.

Nel maggio 2008 Ursula si sposta dagli Stati Uniti all’Irlanda per fare visita alla sorella Sabina. In quel momento secondo gli psicologi una delle due sorelle è stata colpita da una forma temporanea di demenza e l’altra è stata “infettata” a causa di quella particolare simbiosi che caratterizza i gemelli. Le sorelle decisero di andare a Londra in autobus per passare un po’ di tempo insieme.

Dopo poco tempo, arrivati nei pressi di Birmingham, le due gemelle cominciarono a comportarsi in maniera strana, più passava il tempo e più la situazione diventava preoccupante infatti le sorelle cominciarono ad andare in escandescenza senza un apparente motivo, iniziarono ad urlare e ad aggredire verbalmente gli altri passeggeri. L’autista, convinto che le due ragazze fossero alterate da alcool o droga, dopo averle ammonite più volte, fermò l’autobus in un autogrill e le costrinse a scendere dal veicolo.

L’autista, poco prima di ripartire, contatto la vigilanza autostradale, informandoli dell’accaduto e della presenza delle due ragazze all’autogrill. Una pattuglia di polizia stradale partì dalla centrale di Birmingham, arrivati sul posto i poliziotti, trovarono le due sorelle in mezzo all’autostrada che camminavano senza meta rischiando di farsi investire dai veicoli che percorrevano la strada ad alta velocità.

Mentre Ursula, schivava il traffico, Sabina venne colpita da una Seat Ibiza, si rialzò da terra ed insieme alla sorella si rigettò in mezzo al traffico, causando una serie di terribili collisioni a catane.

Quando la polizia riuscì a raggiungere le donne i due agenti non riuscirono a farle tornare in se, Le due sorelle riuscirono a scappare ai poliziotti ed entrambe vennero investite dai veicoli che da Liverpool andavano a Londra: Ursula, in maglia verde, si gettò sotto un camion Mercedes-Benz Actros, mentre la sorella Sabina, in cappotto rosso restò impassibile ad osservarla; poco dopo anche lei la seguirà finendo sotto una Volkswagen Polo.

gemelle Eriksson

Sabina, miracolosamente riportò solo un trauma cranico che le fece perdere coscienza per qualche minuto, quando rinvenne rifiutò l’aiuto medico e aggredì uno dei due poliziotti, prima di essere arrestata. Sabina rivolgendosi ad uno degli agenti disse: “Vi riconosco, so che non siete reali! Non mi avrete mai!”

Anche l’altra sorella incredibilmente riprese velocemente conoscenza, si rialzò e tentò la fuga nella carreggiata opposta, ci vollero sei persone per bloccarla. Le due sorelle vennero sedate e trasportate in ospedale. Le condizioni di Ursula erano abbastanza critiche, Sabina invece venne dimesse dopo poche ore e affidata alla polizia. La ragazza con gli agenti si rivelò affabile e scherzosa, senza preoccuparsi mai delle condizioni della sorella. Dalle analisi effettuate sulle gemelle non si riscontrò nulla di anomalo: niente alcool, droghe o farmaci assunti.

Il caso però non termina qua, anzi, qui arriva la parte più inquietante. Dopo un giorno in cella la polizia giudicò Sabina, non pericolosa. Dopo averla ammonita ufficialmente, la rilasciarono il giorno dopo. Sabina uscì dalla caserma e poche ore dopo incontro Glenn Hollinshead, che decise di darle un passaggio a Londra.

Tra una battuta e l’altra l’uomo la convinse a seguirlo a casa sua per qualche giorno, in modo da darle la possibilità di andare in ospedale ad assistere la sorella. Sabina approfittò di un attimo di distrazione dell’uomo per afferrare un martello da una cassettiera e lo uccise con almeno 20 colpi alla testa.
Dopo aver ucciso Hollinshead Sabina fuggì di nuovo, finendo la sua corsa di nuovo in autostrada. Raggiunse a piedi un ponte alto circa 30 m e di fronte a decine di automobili si gettò di sotto. Quando giunse di nuovo la polizia trovò il suo corpo in un dirupo: la ragazza si fratturò il cranio e tutti e quattro arti, ma incredibilmente sopravvisse.

Confessò il crimine dichiarando colpevole di omicidio colposo, un’abile mossa dell’avvocato per farla condannare con responsabilità diminuita. La condanna fu di 5 anni di reclusione, ma venne rilasciata sulla parola nel 2011.

Ancora oggi nessuno ad ha capito cosa possa aver scatenato quei due giorni di pura follia nelle loro menti.