IETTATORE E IL MALOCCHIOLo iettatore e il malocchio, un mistero lungo secoli

Lo iettatore ( o jettatore) è un essere da sempre ritenuto sovrannaturale: dal suo sguardo emanerebbe influenze perniciose, di invidia e cattiveria, che determinano quelle alterazioni che colpiscono, nell’anima e nel corpo, la povera vittima. Lo iettatore è un individuo così pericoloso che con il solo sguardo può causare tante disgrazie.
L’origine dello iettatore si perdono nel tempo: Plinio riferisce che erano molto temuti coloro che avevano la capacità di colpire con influssi perniciosi i loro simili, gli animali o i raccolti. Per evitare tali pericoli pubblici occorre, però, saperli riconoscere.

COME SI RICONOSCE UNO IETTATORE?
La tradizione popolare ci insegna a definirne una descrizione tipica: è arcigno, cattivo, solitario, taciturno, spesso magro, pallido o di colorito giallognolo, leggermente curvo e con gli occhi leggermente sporgenti, con sopracciglia folte e unite. Alessandro Dumas nel suo libro “Le surnaturel et les dieux d’après les maladies mentales” ce ne dà un approfondito ritratto:
“E’ di solito magro e pallido, ha il naso ricurvo e occhi grandi che ricordano quelli del rospo e che egli tende a coprire con un paio di occhiali. Quando incontrate una persona come quella che ho descritto, guardatevene: quasi sicuramente si tratta di uno iettatore. Se costui ha incrociato lo sguardo col vostro il male è fatto e non c’è rimedio: chinate il capo e aspettate. In caso contrario, se non avete ancora incontrato lo sguardo, presentategli il dito medio teso e le altre dita piegate: il malefìcio sarà scongiurato. Non occorre dire che se portate addosso corni di giada o di corallo non avete bisogno di tutte queste precauzioni”.
I soggetti più sensibili e vulnerabili al loro infausto potere sono i bambini, le donne incinte, le giovani coppie di fidanzati ecc.; insomma, fa notare acutamente Ugo Dettore: “tutto ciò… il cui processo vitale si presenta in una fase particolarmente delicata”.
Lo iettatore è poi legato al famoso “malocchio”, ovvero l’influsso malefico esercitato dal suo sguardo che causa sciagure al soggetto colpito. Una definizione più filosofica del malocchio può essere questa:
” Il male augurato, potentemente, arriva e sconvolge la vita della vittima fino alla paralisi, alla pazzia o alla morte. E’ il potere dell’immaginazione che fa si che un’immagine ben rappresentata mentalmente tenda a realizzarsi nella realtà. Occorre tuttavia che l’immagine occupi completamente la mente (monoideismo) e sia sorretta da una forte emozione (odio o invidia, quasi sempre) spinta all’estremo.”
In tutta Italia, soprattutto nel Meridione, il malocchio si pensa essere una sorta di maledizione spesso lanciata (oltre che dallo iettatore) anche da donne anziane invidiose o cattive, dalle chiromanti che avvicinano i passanti per strada e che non danno loro retta e dalle vecchie zingare che vivono spesso di stenti, che per invidia delle persone felici lanciano fatture e maledizioni con qualsiasi pretesto.

QUALI SONO I SINTOMI DEL MALOCCHIO?
I sintomi del malocchio, a detta degli esperti in queste faccende, possono essere descritti come un susseguirsi di strani malesseri, per lo più psichici e di varia intensità, che vanno da frequenti capogiri a spiacevoli stati depressivi; diminuzione di memoria, difficoltà di concentrazione, senso di spossatezza con mancanza di forze, ecc. Dolori e disturbi fisici, insomma, non associabili ad alcuna malattia conosciuta.
Lo psichiatra Arthur Ghuirham afferma che l’odio e la violenza liberano tossine, che causano affezioni organiche solitamente attribuite a virus. Il medico sottolinea le analogie tra le infezioni virali e il malocchio e spiega che: “Nell’epoca attuale, il disturbo fisico forse più comune provocato dal contatto con l’energia del male è l’infezione da virus in una qualsiasi delle sue svariate forme.”
“Se siete stanchi, estenuati, depressi e se una persona con il raffreddore o l’influenza si trova nella vostra stanza, il raffreddore o l’influenza non mancheranno di conficcarvi le zanne nell’organismo indebolito. Questo lo sapete benissimo. E’ esattamente la stessa cosa quando vi manca energia psichica. Diventate allora vulnerabili e le suggestioni nefaste non incontrano nessuna difficoltà a penetrare dentro di voi. (…). Eliminate il timore degli influssi esterni. …la paura è un’emozione distruttrice perché ci rende negativi e soprattutto vulnerabili agli influssi estranei. Attira le vibrazioni nefaste. Apre la porta a quello che temiamo… Annientate ogni pensiero di pessimismo, di scoraggiamento, di timore e di debolezza, e sarete perfettamente immunizzati contro gli influssi negativi e deprimenti. …Annientate l’odio. Questa regola risulta, in realtà, dalla precedente perché l’odio è l’emozione più negativa…”

COME PROTEGGERSI ALLORA DAL MALOCCHIO?
Fin dai tempi più remoti l’uomo ha cercato di difendersi dagli influssi maligni. Moltissimi furono i rimedi di protezione adottati dalla tradizione popolare. Nel medioevo ci si difendeva con varie procedure. Quelli più in voga si possono così sintetizzare:
– Mettersi attorno al collo una collana di spicchi d’aglio, di conchiglie, di pezzetti di agata o di cimaruta.
– Fissare dietro la porta della propria casa ferri di cavallo, grosse unghie di gallo e code di lupo. Questi accorgimenti impedivano alla fortuna di andarsene e al male di entrare.
– Nascondere nell’abitazione un pugno di sale grosso, terra di cimitero benedetta, qualche dente di pescecane, forbici incrociate ai piedi del letto e un pezzo di corda da impiccato. Così premuniti si pensava di scongiurare la cattiva sorte.
– Portare con sé anelli o pendenti con pietre di corallo, ambra, giada o altre adatte a contrastare gli influssi malefici. Si usava tenere addosso anche manine di corallo, falli e cornetti d’avorio.
Vi erano anche protezioni cosiddette religiose, per difendersi dal male che, tra l’altro, contemplavano:
– Il segno della santa croce;
– L’acqua benedetta;
– Il portare su se stessi scapolari, rosari e medaglie benedette. Le più efficaci furono considerate le medagliette di San Benedetto, di Michele Arcangelo, ecc.
Tra i più potenti segni anti-malocchio sono, ancor oggi, quello di far le corna con le mani o portare piccole “mani cornute” come pendenti. Gli antichi egizi usavano la mano per difendersi dal serpente e recitavano: “Questa mano di Teti viene verso di te, la mano, una grande tenaglia della casa della vita. Colui che essa stringerà non vivrà più, e colui che essa colpirà non alzerà più il suo capo. Cadi e placati” (Testi delle Piramidi, n.672)

Il mistero degli iettatori ancora oggi permea la nostra società e, anche se ci viene da sorridere a leggere questi articolo, ci sono moltissime persone che credono nel malocchio e in persone che lo causano ( lo iettatore è famoso in Campania, ma ogni regione ha i suoi soggetti malefici).
Un famoso iettatore è ancora oggi ricordato nella storia: Ernesto De Martino ha trattato il caso del principe di Ventignano di Napoli che sin dalla nascita ebbe il “dono” di diffondere attorno a sé sciagure a non finire, dal parto fatale della madre al suo ingresso nel convento il giorno prima della soppressione delle comunità religiose napoletane; dall’incendio del teatro S.Carlo in occasione della sua prima visita in quel luogo, al naufragio della nave passeggeri, oltre alla nave di soccorso, atte a trasportarlo in Inghilterra.
In ogni caso, che ci si creda o no, il mistero dello iettatore e del suo potere di lanciare il malocchio vive da secoli nella società e probabilmente avrà ancora vita lunga.

FONTE: Misteri dal Mondo – Credere Per Vedere