michael-taylorLo strano caso di Michael Taylor

Fin dall’inizio della storia documentata in tutte le tradizioni, le culture e le religioni ci sono stati casi di possessione spirituale e esorcismo. Anche se i dettagli cambiano da caso a caso, sembra che ci sia un’universale consapevolezza (che trascende i confini di distanza, lingua, fedi e cultura) della presenza di potenti spiriti che da oltre la nostra realtà possano talvolta raggiungere il nostro piano di esistenza e impossessarsi dei nostri corpi.
Forse l’origine di questa credenza è solo il nostro desiderio di comprendere ciò che ci spinge ad azioni malvagie o forse vuole dare un senso alla violenza insensata di cui a volte siamo capaci. Non è raro, ancora oggi, che alcune persone, dopo aver commesso un crimine, affermino di non sapere il motivo per cui lo hanno fatto e si giustifichino dicendo di essere stati guidati da una forza sconosciuta o che hanno commesso un crimine per ordine del diavolo.
Possiamo imputare gli atti malvagi come i raptus di follia ad una momentanea possessione demoniaca? I nostri gesti di cattiveria sono forse colpa di “forze sinistre” che vogliono farci del male o che ci costringono a farne?
Sicuramente è ciò che hanno pensato nel 1974 gli abitanti di Ossett, una tranquilla cittadina dello Yorkshire, in Inghilterra, quando in un tranquillo padre di famiglia fu autore di un omicidio talmente barbaro da scioccare la nazione intera.
Lì, in quella sonnolenta cittadina di 17.000 abitanti, giunsero il 31enne Michael Taylor, sua moglie Christine, i loro cinque figli e il loro barboncino, con l’intenzione di vivere in tranquillità con un lavoro sufficientemente redditizio.
Comprarono una casetta appena fuori città, ma abbastanza vicina a tantissime altre case che allora venivano edificate durante l’espansione urbana del centro. La loro famiglia era considerata allegra e spensierata dai loro vicini, con Michael descritto come un uomo gentile, marito educato e padre amorevole con i figli.
Qualcosa cambiò l’anno dopo nel 1975, quando l’uomo ebbe un incidente sul lavoro nel quale cadde da una cala e si ruppe alcune costole. Inizialmente non sembrò nulla di grave, ma l’ infortunio alla schiena gli lasciò un dolore cronico che da allora gli impedì di trovare un impiego a lungo termine. Era a volte incline a brevi periodi di depressione a causa di quella sfortunata situazione, ma comunque nessuno notò qualcosa di sbagliato o di insolito in casa Taylor.
Forse l’unica pecca della famiglia, secondo i vicini, era di non essere particolarmente devota: gli abitanti di Ossett erano e sono ancora molto religiosi e per loro era una regola fondamentale andare regolarmente in chiesa. I Taylor, al contrario, saltavano peso funzioni le religiose dimostrando una mancanza di interesse per la religione.
Ecco quindi che intervenne una vicina dei Taylor, Barbara Wardman, per riportare i due coniugi sulla “retta via”: dopo numerose discussioni a riguardo riuscì a convincerli a frequentare un gruppo religioso chiamato “Christian Fellowship Group” (Gruppo della Compagnia Cristiana), guidato dalla 21enne Marie Robinson. Il poco religioso Michael cominciò improvvisamente a frequentare assiduamente le riunioni del gruppo, a comprare i libri a riguardo e a studiarne a fondo gli insegnamenti. In poche parole subì una specie di lavaggio del cervello e cadde sotto l’influenza della carismatica predicatrice.
In realtà presto divenne chiaro che Michael era più attratto della giovane donna che dai suoi insegnamenti, e ogni volta che poteva trascorreva il suo tempo frequentando il gruppo e i suoi meeting anche fuori città. Parallelamente a quel comportamento quanto meno sospetto, l’atteggiamento di Michael a casa cominciò a cambiare diventando irritabile, polemico e scontroso verso la moglie e i figli, con i quali passava sempre meno tempo.
Durante una di quelle riunioni Christine decise di confrontarsi con Michael, parlando del loro rapporto con gli altri membri del gruppo e accusando Marie Robinson, la predicatrice, di averlo traviato e allontanato dalla famiglia.
Quel suo comportamento ebbe un’influenza molto negativa su Michael. Fu la stessa predicatrice che tempo dopo testimoniò quanto accaduto:

<< Guardai Mike e improvvisamente tutta la sua pacatezza cambiò. Il suo sguardo era quasi bestiale. Lui iniziò a fissarmi e c’era la malvagità nei suoi occhi. Ho urlato per la paura e Mike iniziò a parlare in una lingua sconosciuta e con un tono mostruoso. Ce l’aveva con me e mi sentivo soffocare. Sapevo che solo il nome di Gesù mi avrebbe salvato e ho chiamato ripetutamente il suo nome. Solo allora Mike lentamente si quietò.>>

Michael più tardi disse di non ricordare nulla dell’incidente. Nonostante quello spaventoso, il giorno successivo Michael ricevette il pieno perdono e l’assoluzione per quello che era successo. Da quel giorno il comportamento di Michael Taylor agli incontri divenne sempre più strano e instabile: iniziò con brevi rantolii, per poi passare a versi disumani e infine a veri e propri atti sconclusionati, come alzarsi all’improvviso e correre tra le persone urlando parole senza senso. Anche a casa, seppure il comportamento forse più “umano”, risultava sempre irritabile e nervoso, preoccupando seriamente la moglie che i rivolse alla Chiesa in cerca di aiuto.
Il vicario locale andò a trovare Michael a casa e, dopo alcuni suoi atteggiamenti di nervosismo, giunse alla conclusione che fosse il caso di praticare un esorcismo.
Affidò l’incarico a padre Peter Vincent e al reverendo Raymond Smith stabilendo che l’esorcismo venisse effettuato la mezzanotte del 5 ottobre 1974 nella chiesa di St. Tamigi nella vicina cittadina di Barnsley. La funzione durò tutta la notte e sin dall’inizio Michael venne preso da convulsioni e attacchi di ira incontrollabili. Inveì contro i celebranti con graffi, sputi, e morsi, costringendoli a legarlo con la forza al pavimento.
Nelle 8 ore successive Michael venne sottoposto a veri e propri bagni di acqua santa e venne costretto a sopportare sul suo corpo diversi crocifissi pesanti alche 10 kg. Durante tutto il rito però l’uomo si dimenò ringhiando e impedendo ai sacerdoti di sfiorarlo con le mani. I due celebranti sostennero di aver accertato la presenza di 40 demoni all’interno del corpo di Michael, compresi quelli rappresentanti l’incesto, bestialità, la bestemmia, lussuria, l’eresia, il masochismo, e violenza carnale.
Alle 8 del mattino del 6 ottobre i sacerdoti, nonostante affermarono di aver cacciato gran parte del male che affliggeva l’uomo, dissero di essere esausti e che era necessario continuare l’esorcismo in un secondo momento. Secondo loro tre demoni, quelli della follia, rabbia, e l’omicidio, avevano resistito ostinatamente ed erano ancora presenti nel corpo di Michael.
Finora può sembrare una storiella raccontata da falsi sacerdoti a gente molto credulona di campagna e forse lo fu per davvero, ma un particolare agghiacciante detto dai celebranti si rivelerà in seguito essere profetico: uno di loro parlò del demone dell’omicidio e l’altro aggiunse di aver avuto una visione nella quale vedeva il demone dell’omicidio manipolare Michael e uccidere Christine.
Michael Taylor si riprese e venne mandato a casa. Disse nuovamente di avere ricordi della notte, se non della mattina quando si trovò sdraiato a terra sommerso di croci e immerso in una pozzanghera di acqua.
Alle 10 dello stesso giorno, a sole 2 ore dall’uscita dalla chiesa, Michael aggredì brutalmente sua moglie Christine e la uccise. Quando verso le 10.30, come di consueto, venne una vicina a far due parole con Christine i trovò di fronte ad uno spettacolo orribile: la donna era a terra in un lago di sangue, strangolarla a morte a mani nude, gli occhi scavati all’interno, la lingua strappata e lasciata a qualche passo dal cadavere, e numerosissime ferite da graffi su tutto il corpo. Quando si riprese dallo shock di quell’incredibile violenza sentì nel cortile una voce mostruosa e il cane che guaiva. Scappò a gambe levate mentre il cane veniva fatto a pezzi Michael a mani nude.
L’uomo venne trovato dalla polizia per strada poco lontano da casa, nudo, coperto di sangue e coperto di profondi graffi che egli stesso si era inflitto. Quando lo fermarono era in una specie di trance, camminando senza meta e maniacalmente gridando sempre le tesse parole:

«E’ il sangue di Satana…>>

Quel crimine clamoroso, assieme alle precedenti notizie che giravano sull’infestazione demoniaca dell’uomo fece piombare la città normalmente tranquilla e pacifica nella tempesta, con una frenesia mediatica mai vista prima.
Michael Taylor durante tutto il processo i difese dicendo che non aveva alcun ricordo dell’uccisione vera e propria, ma che era stato cosciente per alcuni attimi mentre il demone che lo possedeva lo conduceva a casa. Ritenne sempre di essere stato sotto il controllo di forze maligne soprannaturali e di non aver potuto far nulla per riprendere il controllo di se stesso.
Nel corso del procedimento l’accusa tirò in ballo anche la “Christian Fellowship” guidata da Marie Robinson, ritenendolo un culto fanatico che ha influenzato Michael con un potente indottrinamento e un sottile controllo mentale.
Parte della colpa era anche da imputare ai due celebranti dell’esorcismo per aver deformato gli ideali, le credenze, e il fervore religioso della comunità ed aver influenzato negativamente la mente instabile di Michael spingendo l’uomo, mentalmente disturbato, sull’orlo della follia e all’omicidio.
Il processo i concluse con Michael Taylor giudicato non colpevole per infermità mentale. Considerato sia clinicamente che legalmente insano di mente, fu inviato nell’ospedale criminale Broadmoor, nella cittadina di Crowthorne. Rimase lì per 2 anni e in quel periodo avrebbe continuato a mostrare un comportamento strano, come cadere in profonda depressione e quattro 4 di suicidio. Dopo ripetute valutazioni venne trasferito per altri 2 anni nel Bradford Royal Infirmary e infine fu rilasciato.
Nel luglio del 2005 Michael Taylor tornò di nuovo a far notizia facendosi arrestare per aver molestato una ragazzina minorenne. Durante questo processo i suoi carichi precedenti non sono stati considerati attinenti per un aumento di pena e si è giunti alla conclusione di un basso rischio di reiterazione del reato. Ciò ha portato a una condanna di 3 anni, commutati di servizio alla comunità e un ulteriore trattamento psichiatrico per tutto il periodo.
Cos’è che spinse un uomo pacato, gentile ed amorevole ad uccidere orribilmente sua moglie? È stato istigato? Stava già covando il “seme del male” in se? Abbiamo a che fare con aspetti oscuri che ci dominano o è semplice schizofrenia?
Non sapremo mai con certezza la risposta a queste domande. Di certo c’e “qualcosa” che misteriosamente a volte coglie tutti noi in un momento di particolare debolezza e ci sprona a commettere atti atroci. Il self control fa il resto e per fortuna in maggior parte di quegli stimoli malvagi restano relegati lì nei nostri pensieri.

FONTE: Misteri dal Mondo – Credere Per Vedere