oggetti-maledetti-la-cassettiera-di-jacob-cooleyOggetti maledetti: La cassettiera di Jacob Cooley

Ci sono tante storie di oggetti maledetti, ma una che fa venire i brividi è quella della cassettiera di Jacob Cooley.
La storia di questo oggetto ebbe inizio poco dopo la metà dell’ 800 nel Kentucky. Era il 1862, c’era la Guerra Civile e al tempo la schiavitù era una cosa normalissima tra ricchi proprietari terrieri.
Molti pensano che essere schiavi al tempo significava spaccarsi la schiena nei campi o costruendo le abitazioni dei padroni, ma negli Stati Uniti gli schiavi erano spesso utilizzati anche come servi in casa o come artigiani a seconda di quello che sapevano fare. Uno di quei proprietari terrieri, con molti schiavi a sua disposizione, era Jacob Cooley.
Jacob era esattamente come di solito vengono rappresentati i proprietari di piantagioni dell’ 800: crudele, rigoroso e molto arrogante. Quando nel settembre di quell’anno la moglie gli diede la notizia di essere incinta, Jacob ne fu talmente felice da concedere tre giorni di riposo a tutti i suoi schiavi ( cosa che non accadeva mai a quei tempi). Convinto che suo figlio fosse maschio e quindi erede e discendente della sua stirpe, Cooley volle omaggiare la nascita di suo figlio ordinando la fabbricazione di una cassettiera che fosse unica nel suo genere, sia come bellezza che come fattura.
Chiamò a casa sua Hosea, uno schiavo bravissimo nella fabbricazione di mobili, e gli ordinò di costruire la cassettiera con i più pregiati materiali e di superare se stesso creando un’opera degna del nome della sua famiglia.
Hosea ci impiegò quasi un mese a terminarla e creò un mobile che a detta di tutti era bellissimo. La cassettiera piaceva davvero a tutti tranne però, purtroppo, a Jacob Cooley che lo trovò troppo dozzinale e decise di picchiare a sangue Hosea per aver costruito un oggetto non degno di suo figlio. A causa delle profonde ferite inferte da Cooley Hosea morì due giorni dopo in seguitò ad una forte febbre.
Jacob Cooley aveva la fama di essere molto crudele, ma mai aveva adoperato una punizione tanto atroce con i suoi servitori.
I compagni schiavi di Hosea erano pieni di rabbia, ma nessuno di loro osava ribellarsi al feroce padrone. C’era però un amico di Hosea, che si dilettava nei riti voodoo ed era considerato da molti uno sciamano molto potente. I compagni di Hosea gli riferirono di ciò che era accaduto e l’uomo decise di vendicare la morte del suo caro amico.
Confondendosi tra i servi della famiglia Cooley l’uomo entrò in casa e una volta indicatagli la cassettiera costruita da Hosea e ne cosparse l’interno con del sangue di gufo per poi lanciare una terribile maledizione su Cooley e sulla sua progenie.
Nonostante avesse causato la morte di Hosea perché riteneva che il mobile fosse troppo brutto, Cooley decise comunque di metterlo nella camera del bimbo e così ebbe inizio la maledizione. Il primo a morire non fu Cooley, ma il suo bambino che morì pochi giorni dopo la nascita nel sonno. E questo fu solo l’inizio.
Jacob dopo due anni ebbe un secondo figlio, che però morì assassinato da uno dei suoi servi ad un anno e mezzo. Il servo non seppe giustificare il suo gesto, che fece proprio davanti alla cassettiera maledetta.
Jacobe ebbe un terzo figlio maschio di nome John, ma per sua fortuna la cassettiera non ebbe influsso su di lui perchè Ellie, la moglie di Jacob, dopo la morte del secondo figlio l’aveva fatta riporre in soffitta senza usarla.
Ellie un giorno ritrovò la cassettiera, che fece ripulire e donò a sua cognata Melinda, la sorella di Jacob, quando questa all’età di 17 anni decise di sposarsi. Melinda ebbe due figli, ma fu abbandonata dal marito: nel giro di pochi giorni dalla decisione del marito di ripudiarla Melinda fu trovata morta nella stanza del figlio dove era sta messa la cassettiera e il marito morì ucciso da una nave mentre attraccava. La nave trasportava i futuri mobili dell’uomo.
Ellie e John decisero di adottare uno degli orfani di Melinda, una bimba chiamata Evelyn che andò quindi a vivere con loro. Crebbe senza altri eventi nefasti e all’età di 18 anni decise di sposarsi. Ellie le donò la cassettiera come regalo di nozze. Evelyn non poteva avere figli e decise con il marito di adottare un’orfana di nome Arabella.
In tutto questo tempo la maledizione sembrò placarsi perchè anche Arabella crebbe e prese marito. Dopo la cerimonia Evelyn mise il vestito di Arabella nella cassettiera: pochi giorni dopo suo marito morì di una forma grave di polmonite e la stessa malattia stroncò Arabella poche settimane dopo.
Un’altra donna rimase vittima di questo mobile, la nuora di Evelyn che sposò il primogenito. Dopo averlo ricevuto in regalo da Evelyn lo trovò talmente bello da usarlo per i suoi vestiti. Morì pochi mesi dopo. Il figlio di Evelyn dopo un anno rimase storpio dopo uno strano incidente in cui affermò che la cassettiera si era staccata dal muro e gli era caduta addosso ed Evelyn stessa si impiccò due anni dopo sulle scale che conducevano alla stanza della cassettiera.
La cassettiera venne ereditata nel 1972 da una nipote di Evelyn, Virginia Cary Hudson, che non volle prestare attenzione alle dicerie che correvano su quel mobile. Dovette però ricredersi quando il suo figlioletto morì dopo che la sua tutina venne messa nella cassettiera. Questo ed altri incidenti violenti convinsero la nuova proprietaria che il mobile era effettivamente maledetto e si rivolse ad una vecchia amica di famiglia che si vantava di essere una seguace voodoo.
La donna sembrò porre fine a quell’atroce maledizione con una bizzarro rituale:
Regalò a Virginia un gufo impagliato da tenere sempre sopra alla cassettiera, poi bollì delle foglie di salice e lasciò la pentola accanto al gufo un intero giorno dall’alba fino al tramonto; infine versò l’acqua in un contenitore e seppellì questo sotto ad un cespuglio fiorito con il manico rivolto ad est.
La donna dopo il rituale disse a Virginia che la cassettiera reclamava ancora una vittima prima di esaurire il suo potere demoniaco: se una delle due fosse morta, sarebbe stata l’ultima vittima della maledizione. La cultrice voodoo morì quello stesso anno.
Virginia non fu molto convinta dell’opera della donna e nel 1976 donò la cassettiera al Kentucky History Museum, dove è tuttora conservata. A d oggi non risultano ulteriori morti legate alla cassettiera di Jacob Cooley.