L’olandese volante

Sono certo che 9 persone su 10 leggendo il titolo hanno subito pensato alla serie di film “Pirati dei Caraibi”. Sì, in un certo senso c’entrano anche i film, quanto meno per aver contribuito a mantenere viva la leggenda; è c’è anche da dire che Pirati dei Caraibi non ha “pesonalizzato” troppo la storia, mantenendola simile a quella raccontata da Wagner e altri artisti del passato.

L’Olandese Volante è forse la più famosa nave fantasma che solcherebbe i mari in eterno a causa di una maledizione lanciata sul suo comandante. Ho detto “la più famosa”: certo, di presunte navi fantasmi che ogni tanto vengono riportate dai marinai ce ne sono a centinaia e non pensiate che fosse solo una cosa dei secoli addietro (ogni anno, quasi, ci sono segnalazioni di strane imbarcazioni che appaiono e scompaiono misteriosamente); questa però si porta dietro leggende scritte e testimonianze anche di persone molto importanti come re Giorgio V, e ancora oggi c’è chi dice di aver intravisto il suo relitto lungo le coste del Capo di Buona Speranza.
Nella tradizione marinaresca l’incontro con i relitti fantasma è presagio di sciagura e può sembrar strano, ma ci sono luoghi dove le apparizioni sembrano concentrasi. Uno di questi è Capo di Buona Speranza, dove negli ultimi due secoli sono state ritrovate decine di imbarcazioni alla deriva senza equipaggio. Proprio qui nasce la leggenda dell’Olandese Volante.
Come ogni leggenda anche questa trae spunto dalle vicende di persone realmente vissute; questa però fa un po’ confusione non tanto sul periodo ma sull’identità del capitano, che per alcune versioni si tratterebbe dello spirito di Barent Fokke e per altre dell’anima dannata di Hendrik Vanderdecker. Vi racconto le due versioni che vanno per la maggiore.
La prima racconta che nella prima metà dal 1600 il capitano olandese Barent Fokke avesse un segreto inconfessabile che rendeva il suo vascello Libera Nos velocissimo: lui e il suo equipaggio erano agli ordini della Compagnia delle Indie Orientali, ma mentre le altre navi impiegavano oltre 6 mesi a raggiungere l’isola di Giava dall’Olanda, la sua nave ci riusciva in soli 90 giorni. Le voci vennero fomentate dagli stessi marinai al suo servizio che mormoravano di un patto con il diavolo stretto da Fokke e che gli permetteva di procedere a vele spiegante anche in mezzo alle peggiori tempeste mai viste e a navigare sopra i gorghi e onde alte anche 40 m senza che la nave subisse alcun danno. Fokke era temerario e sprezzante di ogni pericolo, ma il patto stretto con il maligno esigeva come contropartita la sua anima e fu così che dopo 50 anni di viaggi per mare la Libera Nos affondò per risorgere come nave fantasma al cui timone c’era l’anima dannata di Fokke, costretta a navigare in eterno sui Sette Mari senza mai poter fare porto.
La seconda leggenda vuole che l’Olandese Volante sia in realtà la nave del capitano Hendrik Vanderdecker che nell’anno 1680, sempre sotto la bandiera dell’Olanda, era di ritorno ad Amsterdam dalla colonia di Batavia. Dopo nemmeno un giorno di viaggio scoppiò in mare una terribile tempesta che sollevò onde altissime e minacciò più volte di affondare la nave: nonostante le suppliche dell’equipaggio che chiedeva di tornare indietro e attendere che la tempesta si placasse, Vanderdecker volle affrontare la furia del mare, sicuro che la sua nave avrebbe resistito a qualunque calamità. La tempesta era tremenda, ma il comandante alzò gli occhi al cielo e sfidò Dio affermando che nulla e nessuno gli avrebbe impedito di doppiare il Capo di Buona Speranza per proseguire nel suo viaggio. E fu dopo quelle parole scellerate che un’onda altissima si abbattè sul suo vascello, travolgendolo e affondandolo, ma soprattutto dannando in eterno lui e il suo equipaggio. La punizione che Dio riservò a Vanderdecker fu tremenda: la nave divenne un vascello fantasma e con esso il capitano fu condannato a navigare in eterno fino al giorno del Giudizio Universale. Da quel giorno chiunque incontri l’Olandese Volante si fa il segno della croce perché sa bene che su di esso c’è una ciurma di dannati il cui solo la vista porta sfortuna a chi naviga.
Due storie molto affascinanti, ma a cui si riuscirebbe difficilmente a credere. Eppure gli avvistamenti dell’Olandese Volante gli ultimi due secoli sono stati tantissimi e oggi, nonostante siano notevolmente diminuiti dopo la seconda guerra mondiale, qualcuno ancora afferma di aver visto una nave fantasma apparire dal nulla a sud del Capo di Buona Speranza.
Vi riporto qualche esempio.

Il 29 febbraio 1857 i marinai della nave Joseph Somers solcavano il mare al largo di Tristan da Cunha (nell’Atlantico meridionale) in una giornata particolarmente nebbiosa. Tutti furono testimoni di una nave dallo scafo nero che apparve dal banco di nebbia a prua e a vele spiegate tagliò la scia della loro nave. Nel passare a distanza ravvicinata il capitano e l’equipaggio videro chiaramente il comandante del vascello fantasma al timone, con gli occhi come carboni ardenti e una lunga capigliatura grigia svolazzante al vento. Quel giorno la stiva della Joseph Somers prese fuoco e tra le fiamme e la confusione i marinai udirono distintamente una risata spettrale attraverso la nebbia mentre il vascello spariva alla loro vista.

L’11 luglio del 1881 la nave Bacchante della marina reale inglese era in missione a largo del Sudafrica. Dal giornale di bordo del capitano risulta che durante la notte il famigerato vascello fantasma affiorò dalle acque e incrociò la Bacchante a prua. L’Olandese Volante appariva avvolto da un’inquietante luce rossastra che permettevano di vedere chiaramente gli alberi, i pennoni e le vele spiegate. La vedetta svegliò tutto l’equipaggio affinchè vedessero anche loro ciò che vedeva lui: era una nave molto antica, con lo scavo in più punti sfondato e per questo era impossibile che galleggiasse ancora; al timone non c’era nessuno e nessuno si intravedeva sopra coperta. Era solo un relitto abbandonato ed eroso dal tempo. Incredibilmente la mattina dopo il marinaio di vedetta quella notte venne trovato morto e alcuni giorni dopo anche il comandante morì in seguito ad un malore.

Perfino i tedeschi durante la seconda guerra mondiale affermarono di aver visto l’ Olandese Volante: nel 1943 venne avvistato a est di Suez e l’ammiraglio Karl Donitz scrisse sul diario di bordo che dopo quella visione terrificante i suoi uomini dicevano di preferire lo scontro diretto con una nave nemica piuttosto che dover avere un secondo incontro con la nave fantasma.

La storia dell’Olandese Volante è stata ripresa scrittori, drammaturghi e registi cinematografici. Wagner, nella sua opera “Der Fliegende Hollander”, concedeva al capitano Van der Decken una scappatoia alla sua dannazione: il capitano può sbarcare una volta ogni 7 anni per fare l’amore con una donna, ma solo se troverà una donna disposta ad amarlo veramente gli sarà concessa la pace.

Ma esiste veramente l’Olandese Volante? Gli scettici affermano che, tralasciando i casi di avvistamenti fasulli per impaurire o per un po’ di fama, gli avvistamenti delle navi fantasma siano fenomeni di allucinazioni collettive o miraggi: la teoria più semplice è che la mancanza di sonno dei marinai o l’abuso di alcol abbia in passato indotto ad allucinazioni; ma si pensa anche che in particolari condizioni sulla superficie del mare si verifichi il fenomeno “Fata Morgana”, ovvero che, in particolari condizioni climatiche, permette, a causa della una rifrazione della luce del sole attraverso l’aria che mostra un oggetto lontano come mutevole e deformato. L’Olandese Volante in pratica non sarebbe altro che il riflesso di una nave reale.
Ciò però non spiega perché molti degli avvistamenti sono vicini e soprattutto si veda perfino l’equipaggio o il capitano al timone. L’ Olandese Volante è ancora uno dei più grandi misteri del mare.

FONTE: Misteri dal Mondo – Credere Per Vedere