QUADRI MALEDETTIQuadri maledetti: the hands resist him

Nella casistica degli oggetti maledetti sicuramente un posto d’onore ce l’hanno i quadri e di tutti i quadri che si crede maledetti questo sembra esserne il simbolo.
Il quadro è intitolato “The hands resist him” e ha fatto molto parlare di sé a partire dal febbraio 2000, quando venne messo all’asta sul sito di eBay, presentato come un dipinto stregato portatore di una maledizione. La fama che avvolge quest’opera è talmente diffusa che anche la serie TV “Supernatural” ha omaggiato in una puntata la leggenda metropolitana del quadro maledetto, presentandolo come un ritratto di famiglia portatore di sciagure.
Diciamolo chiaramente: il quadro è piuttosto inquietante, anche se molto curato nei dettagli; anche se non intendo di quadri non credo che sia un capolavoro artistico, ma è famoso come se lo fosse.
Analizzandolo da “profani” possiamo suddividere il contenuto in tre parti:
1. Sicuramente la prima cosa che balza agli occhi è il bambino dalla testa decisamente sproporzionata. Oltre a sembrare un piccolo mostro di Frankenstein, la cosa che colpisce è quella strana, penetrante espressione che ha sul viso. Un’espressione cupa, riflessiva e indagatrice che sembra entrarci nell’animo se lo fissiamo troppo a lungo. Più lo si guarda e più si ha l’impressione che anche lui ci stia guardando, e anche spostandosi in altre posizioni non c’è modo di sfuggire ai suoi occhi. E’ difficile descrivere cosa si prova nel fissare la testa di quel bambino: forse paura, forse sconcerto, ma sta di fatto che quella sensazione si fa strada nel nostro animo abbastanza in fretta. Basta fissarlo un paio di minuti.
2. Accanto al bambino c’è una bimba, almeno questa è la prima impressione che da. Osservandola meglio ci si accorge che con è una bimba in carne e ossa, ma una bambola. E’ davvero strano come a prima vista si sia portati a pensare che si tratti della sorellina del bambino capoccione. E qui inizia anche lei ad inquietare: la bambola non ha gli occhi perchè le sue due orbite sono vuote e non ci sono nemmeno le ciglia. Che sia un bambola non c’è dubbio, ma cosa ha in mano? E come mai ha una posizione eretta perfetta come il bambino? La cosa fa pensare a quelle bambole assassine dei film horror.
3. L’ultima cosa di cui di solito ci si accorge è lo sfondo, ovvero la porta a vetri. Ed è proprio osservandola che il quadro, se non lo ha già fatto prima, inizia ad inquietarci e a metterci un certo disagio. Alle spalle dei due soggetti l’assoluta oscurità è “bucata” da tante piccole manine che, a giudicare dalle varie posizioni, bussano o cercano di afferrare qualcosa… O qualcuno. Ma i due bambini dove sono? All’interno di una casa, o all’esterno? Ebbene, ce ne accorgiamo solo ora che in realtà il bambino e la bambola sono all’esterno e lo scopriamo da un piccolo particolare: i due ciuffi d’erba al suolo in fondo al quadro. Eh sì, immagino che molti di voi lo abbiano notato solo ora che quelle manine in realtà vogliono uscire e non entrare… E che sensazione vi lasciano quelle piccole mani senza padroni? Manine dal colorito grigiastro…. Manine da fantasma….
A questo punto, dopo aver analizzato il quadro, ci potremmo chiedere:
<< Se fossi nel quadro, sarei più al sicuro all’esterno con il piccolo maniaco che ti fissa e la sinistra bambola, oppure dentro, con tutte quelle manine e i rispettivi proprietari? >>
Personalmente non saprei rispondere.
Bene, il proprietario del quadro lo mise all’asta su eBay nel febbraio del 2000, ovviamente con una breve motivazione: dopo averlo trovato in una vecchia fabbrica abbandonata e averlo appeso per rendergli giustizia, cambiò rapidamente opinione a causa di sua figlia di 4 anni che ogni volta che si avvicinava scoppiava a piangere e scappava via. Disse quindi di aver notato che i due bambini ( chiamiamoli così) durante la notte sembravano muoversi, così programmò una macchina fotografica per fare alcuni scatti notturni ad un tot di tempo di distanza tra uno scatto e l’altro. I due protagonisti nelle foto sembrano voler evadere dalla cornice!
E non solo. In particolare condizioni di luce notturna sembrerebbe che la batteria tenuta in mano dalla bambola ( più avanti vi spiego perchè si è saputo che è una batteria) si fonda con una parte della porta-finestra e si trasformi una rivoltella, con cui il giocattolo antropomorfo minaccia il bambino alla sua destra costringendolo ad uscire dal dipinto, tanto che sembra che egli emerga dalla tela!
Gli ultimi consigli del venditore furono questi:
<<Non usate l’immagine come wallpaper del computer e non mostratela ai bambini, i soggetti notoriamente più sensibili al soprannaturale. Consiglio inoltre all’acquirente di essere certo che sia sano fisicamente e psicologicamente e che possegga conoscenze, seppur rudimentali, in materia di sovrannaturale. Il sottoscritto non si prende alcuna responsabilità sugli eventi futuri legati a quest’opera. >>
Nonostante la lugubre storia e i duri avvertimenti, il dipinto trovò il suo acquirente, un misterioso “Lucky Bidder” ( volle essere ricordato così) per la somma di 1.025 $ (l’offerta iniziale era di 199 $).
Brevemente vi spiego cosa disse l’autore del quadro in un’intervista a riguardo.
Bill Stoneham spiegò che il bambino del quadro era egli stesso, ritratto basandosi su una sua foto all’età di 5 anni; la porta dietro di lui rappresenta la linea che divide il mondo reale da quello onirico e delle possibilità; la bambola alla sinistra regge fra le mani la batteria che serve ad alimentarla ed è la guida che deve scortare il ragazzo attraverso questo mondo; infine le mani minacciose dietro il vetro rappresentano le infinite possibilità e le varie alternative di vita.
Il “quadro maledetto”, quindi, non è altro che una metafora delle fanciullezza. Eppure Stoneham, nella stessa intervista, ricordò che sia il proprietario della galleria in cui il quadro fu esposto la prima volta che il critico d’arte che lo aveva recensito per il giornale L.A. Times, morirono entro un anno. Che il dipinto porti sul serio un po’ sfiga o ci troviamo di fronte a coincidenze fortuite e poco simpatiche?
C’è da dire che se il quadro è davvero maledetto l’acquirente vuole proprio farsi del male: a Stoneham sono stati commissionati altri due quadri che sarebbero il seguito di “The hands resist him”. Il secondo quadro è intitolato “Resistance at the Threshold” che raffigura i personaggi a 40 anni di distanza, ed il terzo ha come titolo “Threshold of Revelation” come a voler configurare una sorta di trittico. L’artista sembrerebbe anche aver stipulato un accordo con l’acquirente del primo quadro per poter venderne copie autografate in tre diverse dimensioni.
Come si dice in questi casi: non tutto il male viene per nuocere!
E lasciatemelo dire, lo spero anche per me che mi trovo a raccontare di questo dipinto!