rudolf-fenzRudolf Fenz, L’uomo venuto dal passato

Questa vicenda si verificò a New York, in piazza Times Square il 15 giugno 1950. Erano le ore 23.10 e l’ultima rappresentazione teatrale era appena terminata. Gli spettatori che uscivano dal teatro si immettevano nella piazza, mescolandosi alla folla dei passanti. Ad un tratto un’auto frenò all’improvviso e molti dei passanti si voltarono: c’era appena stato un incidente e un uomo era stato investito.
L’autista scese dalla macchina e in mezzo alla folla tentò di giustificarsi con tono di voce sconvolto dicendo che “quel tizio” gli era sbucato davanti all’improvviso e non era riuscito a frenare in tempo. A terra, riverso a pancia in giù, c’era un uomo dall’apparente età di trent’anni, vestito in modo alquanto strano e antiquato: pantaloni elasticizzati, scarpe lucide e nere con tacco rialzato e una grossa fibbia lucente, camicia con lo chabot, lunga finanziera nera e un ampio cappello a tesa. Il tutto di ottima fattura e perfettamente conservato. Un abbigliamento in gran voga, certo, ma nell’ottocento!
Venne chiamata la polizia per gli accertamenti del caso, vennero interpellati i testimoni e il cadavere venne portato via. All’obitorio vennero esaminati gli effetti personali della vittima: nel suo portafogli vennero rinvenuti alcuni biglietti da visita intestati ad un certo Rudolf Fenz ed alcune ricevute intestate e rilasciate allo stesso nominativo, per una somma pagata per la manutenzione di una carrozza a cavalli, alcune banconote (dollari), ormai fuori corso da tempo immemorabile, e una lettera, indirizzata sempre a Rudolf Fenz. Il bollo postale, sulla busta, era del giugno 1876!
Passano i giorni e nessuno si presentò per reclamare la salma, così il caso fu passato al dipartimento “persone scomparse” della polizia.
L’ispettore Hubert V. Rihn iniziò le sue indagini sulla guida telefonica di New York ma non trovò alcun Rudolf Fenz. Trovò però, sulla guida del 1939, un Rudolf Fenz Jr. Segnò l’indirizzo e decise di investigare personalmente. Giunto sul luogo lo accolse la vedova Fenz, una gentile e minuta settantenne, che con malcelato stupore gli chise il motivo della visita. Rihn gli spiegò dell’incidente di Times Square e che era venuto a constatare se si trattasse del marito della donna. Lei, con un amaro sorriso sul volto, gli spiegò che il marito, ex funzionario di banca, era ormai morto da tempo e non poteva di certo essere la persona morta nell’incidente. E non poteva trattarsi neanche del suocero, Rudolf Fenz Sr., oltre per l’età che avrebbe dovuto avere, ma anche perchè era scomparso in circostanze misteriose nella tarda primavera del 1876. Sua moglie, buonanima, non sopportava il fumo, così Fenz Sr. quella sera era uscito per farsi una fumata in santa pace… e nessuno lo aveva più rivisto! Di lui non si erano avute più notizie. La moglie aveva sporto denuncia, ma le indagini della polizia non erano approdate a nulla.
L’ispettore Rihn, perplesso e tutt’altro illuminato sul caso, si congedò dalla vedova Fenz e decise di verificare le parole della donna. Andò all’archivio a consultare la lista delle denunce di persone scomparse nel 1876 e scoprì che nell’elenco compariva effettivamente il nome di Rudolf Fenz di anni 29.
Al momento della scomparsa, come testimoniato dalla moglie e messo agli atti, l’uomo indossava una lunga finanziera nera, scarpe, anch’esse nere, con la fibbia, e un cappello a tesa! Chi era l’uomo rimasto ucciso nell’incidente in Times Square in quella notte di giugno del 1950? Rudolf Fenz Sr. uscito di casa per un breve periodo per fumarsi il suo sigaro senza dover subire i rimbrotti della moglie, prevedendo di ritornare presto, tanto da portarsi dietro una lettera ricevuta il giorno stesso e, fra un passo e l’altro, finito, come per magia, in un altro tempo, solo per morire sotto le ruote di un automobilista incolpevole? O lo scherzo di un burlone finito in tragedia? Nessuno conosce la risposta a queste domande. Il caso di Rudolf Fenz, a più di sessant’anni dal fatto, è tuttora insoluto. Ma gli interrogativi, inquietanti che il caso propone restano: è concepibile che si possa, inconsapevolmente o meno, attraversare fisicamente la barriera del tempo e dello spazio? E, se sì, è possibile che il passaggio possa avvenire in tempi tanto brevi da non rendersene neppure conto?
In questo caso il ragionamento ci porterebbe ad ipotizzare l’esistenza di “porte temporali”, fenomeni naturali che chiunque potrebbe varcare facilmente e inconsapevolmente, anche solo passeggiando.

FONTE: Misteri dal Mondo – Credere Per Vedere