taschiTaschi, il cane solitario dell’Everest

Tra gli escursionisti e gli alpinisti di tutto il mondo si crea sempre un rapporto più stretto della cooperazione e dell’amicizia. Un senso fiducia dettato dalla necessità di dover contare gli uni sigli altri, a tal punto da confidare ai propri compagni le esperienze più belle ed affascinanti, anche se si tratta di sconosciuti conosciuti davanti ad un fuoco.
Ed è proprio attorno al fuoco, assieme ad una tazza di liquore caldo per riscaldarsi, che si raccontano anche dicerie e leggende sui versanti da scalare o scalati.
E questa era una leggenda, come tante altre che si dicono nell’attesa che arrivi giorno e si possa riprendere la marcia. Moltissimi alpinisti hanno raccontato di aver visto un cane salire l’Everest, ma le loro parole sono sempre state prese con le molle, al pari di quando qualcuno vi parla di aver incontrato lo yeti. Eppure alpinisti rinomati, tra cui anche alcuni italiani, avevano assicurato che davvero un cagnolino senza padrone si aggira di tanto in tanto tra i campi più alti della montagna, ad oltre 6.000 m di quota. Come credere che in quelle condizioni possa resistere un cane di media taglia, da solo e senza cibo?
Dal 2009 quella storia non è più leggenda, ma realtà. Quel cagnolino esiste davvero e presenta capacità alpinistiche pari a coloro che salgono la montagna più alta della Terra. Lo ha fotografato un alpinista, Yuri Pritzker, che nel maggio del 2009 ha scalato l’Everest assieme alla sua spedizione.
Il cagnolino è stato ripreso durante l’attraversamento della Icefall, il tratto di parete che porta al Campo 1 e che è considerato tra i più difficili e pericolosi della salita. Enormi crepacci si frappongono al complesso cammino su ghiaccio e vengono generalmente superati aiutandosi con scale che vengono poste tra le due labbra dei crepacci. Gli alpinisti poi si agganciano a una corda di sicurezza che, in caso di caduta, impedisce loro di precipitare all’interno del crepaccio stesso.
Ebbene, il cagnolino ha imparato a superare quei crepacci senza che nessuno glielo insegnasse.
Silvio Mondinelli, il membro italiano del gruppo, lo ha incontrato invece al campo 2, ancora più stupito.
<<Sono rimasto di sasso. E’ il primo cane che tenta la scalata dell’Everest! Gli ho dato qualcosa da mangiare. Le barrette e le vitamine gli fanno schifo, le sputa. Invece gli piace il formaggio: divora le croste in un baleno!>>
Al cagnolino dal pelo nero e folto è stato dato il nome Tashi e per alcuni giorni ha fatto da mascotte sia a Mondinelli che a Pritzker. Poi ha deciso che doveva continuare da solo ed è misteriosamente scomparso nel nulla..
A chi appartenga quel cagnolino è un mistero, così come è un mistero cosa ci faccia in quei luoghi dimenticati da Dio. Forse è arrivato al campo base con gli sherpa (un gruppo etnico delle montagne del Nepal che fa da guida agli scalatori fino ad una certa quota) o più semplicemente vive alle pendici della montagna in qualche rifugio improvvisato. Fatto sta che gli avvistamenti sono tantissimi e molti di loro giurano di averlo visto salire ancora più in alto, a respirare l’aria degli 8.000 m.
E’ certo che è arrivato fino a 6.400 metri di quota dove poi ha frugato tra le tende alla ricerca di qualche avanzo, ma che fine abbia fatto rimane un mistero. Più sopra non è stato visto, anche se non è detto che il cagnolino debba aver seguito necessariamente la pista degli alpinisti per spingersi più su, ma forse gli è bastato qualche pezzo di formaggio per lasciare agli uomini la soddisfazione di spingersi più in su, fino alla vetta.

FONTE: Misteri dal Mondo – Credere Per Vedere