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Gertrude Baniszewski, madre tortura

Fino ad ora quando ho pubblicato articoli sui “mostri umani” ho sempre parlato di gente che ha ucciso una persona o addirittura è stata un serial killer. Ci sono però persone altrettanto malvagie che pur non essendo i diretti esecutori di un delitto hanno fatto cose mostruose e agghiaccianti. Gertrude Baniszewski non ha fisicamente ucciso nessuno, ma si è dimostrata una delle peggiori donne mai nate.
Gertrude Van Fossan nacque nel 1929 in una famiglia tutto sommato benestante che poteva permettersi di crescere 6 figli in maniera decorosa. Gertrude era la terza e a lei venne assegnato il compito di aiutare la madre nella faccende di casa, ovviamente quando non andava a scuola. Particolarmente traumatica fu per lei la morte del padre per infarto, che ella si trovò a gestire da sola mentre la madre era fuori per lavoro. Aveva appena 11 anni.
Quell’esperienza la traumatizzò parecchio e la bambina divenne sempre più aggressiva a scuola al punto da essere più volte isolata dal resto della classe. A 16 anni abbandonò la scuola e se ne andò di casa decisa, a suo dire, a vivere una vita senza imposizioni e regole familiari da seguire. Nel giro di qualche mese conobbe il vice-sceriffo Stephan Baniszewski e a 18 anni lo sposò. Dalla loro relazione ebbero 6 figli, ma non fu un matrimonio felice: l’uomo era burbero, spesso instabile e violento, e non aveva alcuna intenzione di badare ai figli o di occuparsi delle faccende di casa.
La coppia iniziò presto a litigare e i due arrivarono a stento a sopportarsi, in ogni caso il loro matrimonio durò 10 anni, poi sfociò nell’inevitabile divorzio. Il loro fu un rapporto complicato, fatto di litigi e riconciliazioni, ed infatti qualche mese dopo i due si riappacificarono e si risposarono. Rimasero assieme altri 6 anni e poi nuovamente divorziarono.
Per un paio di anni Gertrude si occupò dei figli e del lavoro, ma poi 1966, a 37 anni, iniziò a frequentare un ragazzo 23enne di nome Dennis Lee Wright, con il quale andò a vivere. Dalla loro relazione nacque il settimo figlio della donna, Dennis Jr., oltre a 6 aborti spontanei.
Purtroppo per Gertrude, Wright non aveva alcuna intenzione di avere figli e poco dopo la nascita del bambino l’uomo scappò e fece perdere le sue tracce. La Baniszewski, con 7 figli a carico, perse il lavoro e si trovò in un periodo piuttosto difficile.
Poi nel luglio del 1965 alcuni conoscenti della donna, Lester e Betty Likens, le consigliarono un ottimo espediente per tirare avanti: le fecero conoscere alcune famiglie che avevano bisogno di una donna delle pulizie e le consigliarono di offrirsi come baby-sitter per i loro figli; i Likens stessi, entrambi con impieghi di molte ore al giorno, chiesero a Gertrude di prendere in custodia le loro due figlie, Sylvia Marie Likens di 16 anni e la sorella minore Jenny di 15, che era obbligata a camminare con stampelle a causa della poliomelite, ovviamente dietro pagamento di 20 dollari a settimana. Di fronte a quell’offerta invitante la donna accettò e in casa Baniszewski gli occupanti divennero 10 ( lei più 9 bambini).
Silvia e Jenny, pur frequentando le scuole superiori, si offrirono di occuparsi dei bambini più piccoli della Baniszewski e di accompagnare Gertrude durante la spesa al mercato e la domenica in chiesa. Sembrava essere iniziata una collaborazione proficua per entrambe le famiglie, ma dopo alcune settimane i Likens saltarono un pagamento e ciò mandò su tutte le furie la Baniszewski che si sfogò picchiando violentemente le due ospiti. Il denaro arrivò il giorno successivo.
Da allora Gertrude Baniszewski, forse per timore di non essere pagata, iniziò un’inspiegabile serie di punizioni e abusi sulle due ragazze, con scuse sempre più superficiali, come ad esempio il fatto di comprare caramelle senza il suo permesso.
Quel comportamento convinse anche i figli della donna a maltrattare, prendere in giro e muovere accuse false verso le due figlie dei Likens. In particolar modo se la presero con Sylvia che da allora divenne bersaglio delle loro angherie.
Dopo solo un mese da quando aveva iniziato ad “accudirle”, Getrude iniziò a picchiare e abusare di Sylvia: la scusa fu che la ragazza aveva permesso ad un ragazzo di parlarle senza il suo consenso. La Baniszewski la trascinò per i capelli per le scale, la battè con un bastone e la richiuse nello sgabuzzino per tre giorni senza mangiare e bere.
Dopo quella insensata punizione Gertrude convocò i suoi figli e ai figli maggiori diede il permesso di “utilizzare” Sylvia come uno svago per sfogare la loro tensione: disse loro che la potevano pestarla, spingerla per le scale, svegliarla di notte con scherzi come secchi di acqua ghiacciata, strapparle i vestiti e perfino costringerla a sesso orale; tutto, ma non violenza sessuale o lasciare sul suo corpo segni di maltrattamenti. I genitori della ragazza non dovevano sospettare di nulla e ogni sua parola riguardo le vessazioni sarebbe stata negata da Gertrude.
La Baniszewski assisteva spesso al divertimento dei figli con Sylvia e, divertita nel vederli eccitarsi con la ragazzina, iniziò a darle della prostituta. Da allora la trattò come una prostituta vera e propria. A Sylvia, per farla tacere e soprattutto per impedire che fuggisse, Gertrude disse che avrebbe fatto a sua sorella Jenny qualunque cosa lei si fosse rifiutata di fare con i suoi figli e minacciò di ucciderla qualora avesse spifferato in giro cosa succedeva nella casa.
La realtà è che spesso alle molestie sessuali parteciparono anche la figlie femmine di Gertrude, che svilupparono un interesse perverso per il sesso e la violenza. Nel settembre Sylvia e Jenny confidarono ad alcune loro compagne di aver visto Paula e Stephanie , due delle figlie della Baniszewski di 15 e 13 anni, fare sesso con dei ragazzi in cambio di denaro, ma per loro sfortuna qualcuno di loro fece la spia a Stephanie, che andò subito a dire alla madre che le due volevano screditarla a scuola.
L’unico che credette alle parole di Sylvia e Jenny fu il fidanzato di Staphanie, Hubbard Coy di 16 anni, che però Gertrude seppe fare il lavaggio del cervello: la donna convinse il ragazzo che le due Likens erano gelose di sua figlia e per convincerlo a continuare a frequentare la figlia lo incoraggiò a fare a Sylvia tutto ciò che al momento gli proibiva di fare con Stephanie. Si pensa che Hubbard non fu il primo ad abusare sessualmente di Sylvia, ma non venne mai accertato che i figli di Gertrude l’avessero violentata prima di allora.
La Baniszewski pensò bene di intaccare la sanità mentale di Sylvia per costruire un alibi per se e i suoi figli e per questo iniziò a pagare Ricky Hobbs, un ragazzo del quartiere, per aiutarla a picchiare Sylvia e screditarla in giro.
Nel mese di ottobre del 1965 la casa di fronte a quella dei Baniszewski fu acquistata da una coppia di mezza età di nome Phyllis e Vermillion Raymond. I vicini qualche giorno dopo il loro arrivo organizzarono un barbecue in giardino per poter fare conoscenza con la famiglia Baniszewski e quel giorno notarono il comportamento esuberante e aggressivo dei figli delle donna: Sylvia quel giorno aveva un occhio nero che riusciva appena ad aprire e Paula, un’altra delle figlie di Gertrude, si vantò con Phyllis di essere stata lei; poi, per poter meglio chiarire il suo stato di padrona, sotto gli occhi atterriti dei Raymond andò in cucina prendere un bicchiere di acqua bollente e lo gettò in faccia a Sylvia.
I Raymond rimasero allibiti e conclusero velocemente quel ritrovo con una scusa. Scelsero di frequentare il meno possibile quegli strani vicini, ma non ebbero il coraggio di segnalare quell’incidente alle autorità. Gertrude si rese conto del comportamento eccessivo della figlia e alla sera richiamò tutti i figli ad un “maggiore autocontrollo” in presenza di estranei, poi il giorno dopo tentò di sminuire la cosa affermando che Paula era in fase adolescenziale e negli ultimi tempi aveva un temperamento ribelle.
La Baniszewski trattava Sylvia e Jenny alla stregua di schiave ed ogni loro sbaglio o comportamento insolito le puniva in maniera esemplare. Sylvia, non avendo nemmeno al libertà di comprarsi i vestiti con cui andare a scuola, un giorno rubò una tuta da ginnastica, ma quando la portò a casa, Gertrude le bruciò le punte delle dita con una sigaretta accesa. Poi la portò nel soggiorno e costrinse Sylvia e Jenny a denudarsi davanti ai figli della donna: a quel punto diede a Sylvia una bottiglia di vetro della Coca Cola dicendole di masturbarsi fino a far uscire il sangue e al suo rifiutò minacciò di farlo fare alla sorella Jenny e di lasciare i figli da soli con la sorella per tutta la notte.
A seguito dell’incidente con la bottiglia di Coca-Cola, Sylvia diventò incontinente e per molti giorni soffrì di dolori al ventre: la Baniszewski la rinchiuse nello scantinato dove tra l’altro mancava la toilette.
La Baniszewski poi iniziò una specie di delirio di onnipotenza e mise fine alle precauzioni che fino ad allora aveva avuto per non far scoprire gli orrori sulla ragazzina: usò Sylvia per fare soldi extra e fece pagare ai bambini del vicinato un nichelino per vedere la ragazza nuda; poi stilò un vero e proprio prezzario per permettere loro di poter fare quello che volevano alla ragazza, che veniva legata ad una parete con delle corde e lasciata alla mercè dei ragazzini “curiosi”. Schiaffi, spinte, palpeggi o peggio ancora: tutto aveva un prezzo, ma poteva essere fatto.
In quel periodo, sfruttando il fatto che Gertrude spesso conduceva ragazzi e bambini nel seminterrato, Jenny riuscì a a far recapitare, grazie ad un amico di scuola, una lettera alla sorella maggiore Diana, che era sposata e viveva fuori città. Jenny descrisse gli orrori di cui lei e Sylvia erano protagoniste ogni giorno e chiese a Diana di contattare la polizia. Diana incredibilmente pensò che la sorella volesse liberarsi degli obblighi della casa e che avesse inventato tutto dopo essere stata punita.
Quella lettera però insospettì Diana che a metà ottobre volle controllare la situazione in casa Baniszewski. Gertrude si rifiutò di farla entrare in casa dicendo che il padre non voleva che lei frequentasse le sorelle. A quel punto Diana iniziò a sospettare che la donna nascondesse qualcosa e forzò la donna per entrare in casa.
La Baniszewski la minacciò di chiamare la polizia e farla arrestare per violazione di domicilio, così Diana si nascose nelle vicinanze della casa fino a quando non notò Jenny nel cortile. Le due sorelle parlarono per pochi secondi, poi Jenny disse che non le era permesso parlare con lei e corse via.
Diana contattò i servizi sociali, ma quando l’assistente sociale arrivò Gertrude minacciò Jenny di iniziare a farle tutto quello che fino ad allora era stato fatto a Sylvia se non avesse confermato ogni sua parola all’assistente sociale. Alla donna che venne a controllare disse di aver cacciato di casa Sylvia dopo aver scoperto che si prostituiva ( la ragazza era legata e imbavagliata nel seminterrato) e Jenny fu costretta a confermare tutto.
Quel controllo, nonostante fosse andato a buon fine per Gertrude, scosse la donna che iniziò a temere che prima o poi sarebbe stata scoperta da qualcuno.
Il 21 ottobre la Baniszewski disse a John Jr., Coy, e Stephanie di portare Sylvia nella sua camera e legarla ad un letto: il giorno dopo volle dare un ultimo spettacolo per i figli e i ragazzini del vicinato, offrendo il corpo di Sylvia ad ogni loro perversione ( nella segreta speranza che uno di loro, non i figli ovviamente, esagerasse e ammazzasse la ragazza). Ancora una volta Sylvia fu obbligata a masturbarsi con una bottiglia di Coca Cola, poi Gertrude la fece imbavagliare e diede la bottiglia ai ragazzini dicendo loro di divertirsi un po’. Quando furono tutti soddisfatti terminarono lo scempio incidendo con ago da cucire sul ventre della ragazza la frase: “Sono una prostituta e sono fiera di esserlo”.
La ragazza svenne e non si riprese prima del giorno dopo a mezzogiorno.
Una volta che Sylvia riprese i sensi, Gertrude e Stephanie la portarono in bagno e la lavarono, poi le dettarono una lettera ai genitori in cui Sylvia dovette scrivere che era scappata di casa e non voleva essere ritrovata. Terminata la lettera Gertrude chiamò i figli maschi e disse loro di condurla in una discarica nelle vicinanze e lasciarla lì a morire, ma Sylvia sentì queste parole e cercò di fuggire. Gertrude capì che la ragazza aveva ancora abbastanza forze da mettere in pericolo lei e i figli, così rimandò l’abbandono di qualche giorno, il tempo da deteriorare maggiormente il fisico della ragazzina. La fece portare nuovamente in cantina al freddo e la legò completamente nuda al buio.
Il 24 ottobre la Baniszewski entrò in cantina con un bastone nodoso e tentò di colpire Sylvia: la sorte volle che sbagliò il colpo e lei stesa si procurò un occhio nero. Ancora più furiosa prese un manico di scopa e lo spezzò sul corpo della ragazza, lasciandola incosciente a terra.
Il 26 ottobre la Baniszewski disse ai ragazzi di portarla al piano superiore e di fare un bagno di Sylvia. Stephanie e il fratello Ricky la portarono al piano di sopra e la misero nella vasca, ma si accorsero che non respirava più.
Richard si spaventò a morte e chiamò la polizia. Al loro arrivo la Baniszewski diede ai poliziotti la lettera che aveva fatto scrivere a Sylvia, ma Jenny Likens riuscì ad avvicinarsi ad uno dei poliziotti, e a sussurrargli:
«Fatemi uscire di qui e vi dirò tutto ».
Quella frase e la scoperta della polizia del corpo di Sylvia indusse gli agenti ad arrestare la Baniszewski, Paula, Stephanie, Richard e Hubbard per omicidio; oltre a loro vennero arrestati altri ragazzini del quartiere tra cui Mike Monroe, Randy Lepper, Duca, e Siscoe.
L’autopsia di Sylvia Likens evidenziò ustioni, contusioni, danni muscolari e nervosi. La sua cavità vaginale era gravemente danneggiata. La causa ufficiale della morte fu edema cerebrale, emorragie interne del cervello e shock.
La Baniszewski fu giudicata colpevole di omicidio di primo grado. Fu condannata al carcere a vita senza possibilità di libertà condizionata. Tutti i ragazzi trascorsero due anni di carcere e nel 1971 a Paula e Gertrude Baniszewski fu concesso un altro processo: Paula si dichiarò colpevole di omicidio volontario e fu rilasciata due anni dopo; Gertrude invece fu nuovamente accusata di omicidio di primo grado, ma venne rilasciata per buona condotta nel 1985. Nonostante una protesta pubblica e le petizioni contro il suo rilascio la donna venne liberata. Gertrude Baniszewski cambiò il suo nome in Nadine van Fossan e si trasferì in Iowa, dove morì di cancro ai polmoni il 16 giugno 1990.
Il caso Baniszewski ha trovato interesse nel mondo del cinema e ad esso si sono ispirati molti adattamenti sia televisivi che cinematografici. Uno dei più recenti è An American Crime uscito a metà del 2007.

FONTE: Misteri dal Mondo – Credere Per Vedere