Joe Metheny: il killer che serviva carne umana

Probabilmente dopo aver letto questo articolo avrete il dubbio, come me, su cosa effettivamente arrivi sulle nostre tavole. Non sono certamente un fobico, ma qualche volta mi è capitato di pensare a quale carne effettivamente ci venda il macellaio all’angolo, se ci dia maiale o carne di cane, o ancora peggio, carne umana. Ormai non dovremmo stupirci di nulla: proprio recentemente sui giornali è apparsa la notizia di carne infettata dal virus HIV; prima di questo si è parlato di carne di ratto servita in alcuni ristoranti cinesi; ancora prima di carne di serpente al posto di quella di coniglio …
Ricordate quella volta in cui la carne aveva un sapore strano? Siete davvero sicuri di non aver mangiato carne di qualche animale insolito spacciata per vitello o maiale? E non vi è mai passato per la testa che almeno una volta nella vita potreste aver comprato un panino con all’interno carne umana? Questo articolo vi dimostrerà che può succedere!
Comincio con le stesse parole del killer, Joe Metheny, intervistato in prigione poco tempo dopo la sentenza.

«Ti dirò di me, di quello che sono adesso, cioè da quando sono bloccato in prigione. Ho 48 anni, peso circa 205 kg, ma questo non è solo grasso. Sono qui in questa cella da quasi otto anni, ma quando qualcuno è condannato a diverse pene di vita senza possibilità di liberazione anticipata il tempo non è più importante.
Merito di essere qui perché mi ha processato gente giusta che ha fatto giustizia. Ha! Ha! Sono stato condannato solo per due omicidi e un rapimento; lei però mi è sfuggita …
Per il primo omicidio sono stato condannato a vita senza la possibilità di richiedere un rilascio anticipato; per il secondo mi hanno dato la pena di morte e per tre anni ho atteso nel braccio della morte in Maryland. Alla fine hanno cambiato la mia condanna e mi hanno dato un’altra condanna a vita senza alcuna liberazione.
Ho ucciso sette persone, tre uomini e quattro donne. Due uomini li ho fatti a pezzi con la mia ascia sotto un ponte nel sud di Baltimora; sotto lo stesso ponte ho ucciso altre due donne e un uomo che stava pescando: lui era nel posto sbagliato nel momento sbagliato. La polizia ha controllato quel posto circa tre anni dopo, quindi non hanno trovato nulla per condannarmi per quegli omicidi.
La mia frenesia assassina era motivata da un desiderio di vendetta, ma il gusto del sangue mi ha anche dato la meravigliosa sensazione di potere ogni volta che privavo qualcuno della sua vita.
Tutto è iniziato nel luglio 1994. Al tempo lavoravo come camionista. Una notte sono tornato a casa e quando ho aperto la porta e acceso la luce ho notato che non c’era più niente: la mia donna ha preso tutto, incluso mio figlio, e mi ha lasciato. Avrei anche accettato la sua fuga, ma lei mi ha preso il mio figlio di 6 anni. L’avrei pagata per scomparire dalla mia vita: tutto quello che doveva fare era portare mio figlio a mia madre e poi tutto sarebbe andato bene.
Sei mesi più tardi ho saputo che viveva in un’altra parte della città con qualche idiota che la stava imbottendo di droghe. Sono stati beccati per il possesso e l’uso di quelle schifezze e mio figlio è stato portato via perché lo trascuravano e lo hanno picchiato. Così ho raccolto tutto il mio odio per i due che hanno fatto male a mio figlio e sono andato a cercarli. Ho saputo da qualcuno che erano sotto quel ponte e stavano dormendo con i senzatetto che erano lì.
Non erano lì, ma ho trovato due nani che avevano visto insieme a loro. Li ho fatti a pezzi e credo che nemmeno se ne siano accorti.
Quella stessa sera ho attirato sotto il ponte la prima cagna. Ho cercato di farmi dire dove fosse mia moglie, ma lei ha detto che non sapeva niente, quindi l’ho picchiata, l’ho violentata e l’ho uccisa. Ho gettato il suo corpo nei cespugli e sono andato a cercare un’altra cagna. Ho fatto la stessa cosa di quella precedente, ma quando l’ho gettata in mezzo ai cespugli ho notato un nero che mi stava guardando. Così ho preso un tubo metallico che era nella spazzatura e gli ho spaccato il cranio. Alla fine ho gettato tutti nel fiume …
Era una notte davvero difficile per me: cinque omicidi in circa sette ore. Due settimane e mezza dopo sono stato arrestato e accusato di aver ucciso i due nani con l’ascia. Ho trascorso quasi 18 mesi di carcere a Baltimora, in attesa del processo. Il processo è durato una settimana ed è stato chiuso per mancanza di prove.
Ho attirato ancora due puttane nel mio rimorchio, ma nemmeno loro sapevano dirmi nulla di mia moglie. Le ho uccise e ho fatto a pezzi i loro corpi; ho tagliato la carne e l’ho messa nei contenitori e poi nel congelatore.
Nei fine settimana aprivo un piccolo bar su ruote e vendevo sandwich di maiale e carne di manzo: mi dicevano tutti che erano buonissimi anche se non sapevano che in mezzo a quei panini c’erano i pezzi di quelle puttane. La carne umana ha un sapore simile alla carne di maiale e se mescolate questi due tipi di carne nessuno sente la differenza.
Tutto è andato bene finché non ho finito la carne speciale. Così ho invitato un’altra puttana sul mio rimorchio. Ho cominciato a strapparle i vestiti e lei iniziò ad urlare, ma oltre a me non c’era nessuno che la sentisse. E io me la ridevo.
Mi sono voltato per un secondo e quello è stato il mio errore, perché quella troia è riuscita ad uscire dalla porta prima che potessi agguantarla. Quella cagna si arrampicò sui pallet del giardino come una scimmia e saltò oltre il recinto, dove un ragazzo si fermò e la portò alla stazione di servizio, dove hanno chiamato la polizia. Sapevo che i poliziotti erano in zona, ma me la presi con calma: ho preso i suoi vestiti, ho preso le chiavi e sono uscito. Non ho fatto in tempo a tornare a casa che è arrivata un’auto e uno sbirro ha tirato fuori una pistola dicendomi di sdraiarmi per terra. È così che finisce la storia.
Mi hanno arrestato. L’unica cosa che mi rammarica è che non ho ucciso i due figli di puttana che volevo uccidere. Questa è la mia storia, terribile ma vera. Quindi, la prossima volta che scendete in strada e notate un barbecue su ruote che non avete mai visto prima, ricordate questa storia prima di mangiare il vostro panino. Non potete sapere cosa state mangiando davvero. Ha! Ha!»

Questo lungo monologo riassume effettivamente i crimini di Joseph Roy Metheny. Durante l’ultimo processo, quello per l’assassinio di Cathy Ann Magaziner, Metheny confessò di averla uccisa nel 1994 e fornì tutti i dettagli per ritrovare ciò che restava del suo corpo, ovvero le parti non utilizzate per i suoi “speciali” sandwich di carne e seppelliti in un bosco poco distante dal suo luogo di lavoro. Metheny stesso supplicò il giudice di dargli la pena di morte, ma i suoi avvocati riuscirono a convincere in appello la giuria che il suo era stato un omicidio senza scopo di furto (un’aggravante che consente di deliberare la pena di morte) e la sua pena si tradusse in una seconda condanna all’ergastolo.
Metheny stava già scontando una condanna all’ergastolo per l’omicidio di Kimberly Spicer nel 1996 e 50 anni di carcere per tentato stupro e sequestro di Rita Kemper, la ragazza che scappò dal suo rimorchio e riuscì ad andare alla polizia.
Vi risparmio in questo caso tutta l’infanzia di Joe Metheny, anche perché, stando alle dichiarazioni della madre Jean, non ha mai avuto traumi tali da sviluppare il mostro che è diventato da adulto. Veniva descritto come intelligente e non si tirava indietro dai lavori pensanti. La morte del padre quando era piccolo non lo segnò particolarmente e una volta terminato il servizio militare si diede subito da fare per guadagnarsi da vivere.
I colleghi di Metheny lo descrissero come una persona comune, ovviamente molto più imponente degli altri, ma anche in caso di litigi nessuno avrebbe mai pensato che avesse potuto uccidere qualcuno.
Il caso di Metheny ha però un punto oscuro: la moglie non ha mai rilasciato dichiarazioni in merito e oggi non si sa dove viva. Nelle dichiarazioni dell’assassino è evidente che anche dopo anni di prigione mostrava un risentimento verso la sua compagna colpevole di essere scappata di casa, ma ci sarebbe da capire se gli omicidi, il cannibalismo e la vendita di carne umana siano scaturiti dalla rabbia o da una perversione di Metheny al di là della ragione.
Termino l’articolo facendo un po’ di ordine sugli eventi, perché del monologo di Metheny si capisce poco il lasso temporale.
Metheny ha dichiarato di aver iniziato ad uccidere nel 1994, dopo la fuga della moglie. Gli omicidi di quella notte non sono mai stati provati perché si indagò quasi quattro anni dopo su di loro, ma in quell’anno fu trovato il corpo mutilato della 28enne Toni Lynn Ingrassia lungo la Interstate 95, a breve distanza dalla società di trasporti per cui lavorava Metheny. L’uomo fu sospettato anche di quell’omicidio, ma non trovarono prove sufficienti ad accusarlo (sebbene in carcere rivendicò anche quell’omicidio).
Nel 1995, Metheny attirò le prostitute Cathy Ann Magaziner, 45 anni e Kimberly Spicer, 26 anni nel suo rimorchio dove le violentò, le strangolò e le fece a pezzi per mangiarne alcune parti e rivenderne altre sotto forma di panini di carne.
Il 19 dicembre 1996 Joe Metheny, ormai 41enne, fu arrestato per il sequestro, il tentativo di stupro e il tentato omicidio della 37enne Rita Kemper. Le indagini sul luogo dei fatti portarono al ritrovamento dei resti del corpo decomposto di Kimberly Spicer, che furono trovati sotto un rimorchio nei pressi dell’azienda.
Fu condannato a morte il 13 novembre 1998, ma la sua pena fu commutata in appello al carcere a vita il 24 luglio 2000.
Joe Roy Metheny nella sua prigionia ha confessato di aver ucciso 10 persone nella zona di Baltimora e di averlo fatto anche per mangiare carne umana e servirla nel suo barbecue su ruote ai suoi clienti del weekend.
Metheny è morto proprio di recente , il 5 agosto 2015 all’età di 62 anni: è stato trovato accasciato a terra da una guardia carceraria nel Maryland, dove stava servendo due condanne a vita. La morte sarebbe avvenuta per infarto.

FONTE: Misteri dal Mondo – Credere Per Vedere