Magdalena Solís: la sacerdotessa che beveva sangue

Se volessi introdurre questa vicenda in maniera corretta dovrei essere per forza di cose polemico, ma cercherò di usare le parole giuste per non essere tendenzioso.

Un dato di fatto è che oggi è assai improbabile che nascano culti religiosi così imponenti come le principali religioni attualmente esistenti; nascono molte sette e molti culti, ma questi in linea di massima riescono a raggruppare qualche migliaio di seguaci. Perché? Beh, perché l’uomo moderno non ha più terrore del Dio che viene loro imposto (ho proprio scritto “terrore” e non “timore”) e perché gran parte dell’essere umano oggi si basa su fatti concreti, scientificamente provati, sebbene mantenga le tradizioni e la paura della morte.

Se però ci si limita a popoli isolati o tribù che non interagiscono con la società moderna in maniera costante ci si può imbattere in persone a cui si potrebbe imporre una nuova religione sfruttando la loro ignoranza (nel senso che ignorano il pensiero comune odierno e si basano sulle conoscenze tramandate dagli avi).

Ecco, credo in questo modo di aver introdotto questa donna: Magdalena Solís era una truffatrice, ma ad un certo punto si convinse di essere addirittura l’incarnazione di una dea, quindi arrivò lei stessa a credere a qualcosa da lei (e dai suoi complici) inventato.

Magdalena Solís è nata negli anni ’30 (non si conosce la data precisa) in una famiglia molto povera alla periferia di Monterrey, in Messico. Era minorenne quando iniziò a prostituirsi per strada per sbarcare il lunario e suo fratello Eleazar le faceva da protettore. Fino al 1962 la vita di Magdalena scorreva più su un marciapiede che in casa e la prospettiva era rimanere prostituta fino a quando avrebbe potuto o fino a quando qualcuno non l’avesse ammazzata.

Proprio in quel periodo due fratelli truffatori, Santos e Cayetano Hernandez, studiarono attentamente un piano per poter arricchirsi senza rischi e molto velocemente: raggiunsero Yerba Buena, un villaggio molto isolato e popolato da circa 70 persone estremamente condizionabili, e si presentarono come profeti degli dei Incas, promettendo prosperità e pace in cambio della loro adorazione.

Sebbene il culto Inca fiorì molti chilometri a sud, nella zona dell’odierno Perù, gli abitanti del villaggio, abituati a vivere in povertà e nell’analfabetismo più completo, si inginocchiarono e li accolsero proprio credendo che i fratelli Hernandez fossero la voce degli dei (proprio come le popolazioni americane quando arrivano i primi coloni).

Per essere certi di non essere smascherati da qualche esploratore di passaggio, Santos e Cayetano Hernandez guidarono gli abitanti del villaggio sui monti e lì, nelle grotte, iniziano a professare un bizzarro culto degli dei basato sul sesso, orge sfrenate e l’assunzione di allucinogeni (come il peyote), foglie di coca e marijuana. Uomini e donne vennero trattati come schiavi e spesso furono costretti nelle grotte per settimane prostrati in preghiera in onore dei profeti.

Per diversi mesi i due truffatori riuscirono non solo tenere buoni gli abitanti di Yerba Buena, ma perfino a derubarli di molti dei loro tesori. Ci volle tempo, ma ad un certo punto i fedeli iniziarono ad intuire la truffa: quei profeti professavano la venuta degli dei ed eventi incredibili, ma non era mai successo nulla di eclatante. Un gruppo si ribellò e chiese di vedere le divinità che erano state loro promesse.

E qui entrò in scena Magdalena Solís. I fratelli Hernandez, che avevano approfittato delle ingenuità degli abitanti locali, avevano bisogno di un dio, meglio una dea perché a Yerba Buena si venerava Huitzilopochtli, la divinità del sole, e sua madre Coatlicue. Giunsero a Monterrey per trovare una bella donna che si unisse a loro per portare avanti la truffa e lì incontrarono in strada Magdalena e Eleazar.

I quattro trovarono subito un accordo e assieme tornarono sulle montagne con un piano ben congegnato. A Yerba Buena prepararono un ingresso scenografico e una volta nelle grotte, mentre i seguaci pregavano davanti al fuoco, i fratelli Hernandez iniziarono un rituale di preghiera con tizzoni infuocati e fuochi d’artificio; all’improvviso, nel bel mezzo della cerimonia, Magdalena emerse da dietro un pannello con una nuvola di fumo, lasciando a bocca aperta tutti gli abitanti. La sua veste sontuosa e il suo portamento regale convinse i fedeli che fosse la reincarnazione di Coatlicue e tutti si prostrarono ai suoi piedi.

Eleazar divenne il terzo Sommo Sacerdote del culto e i quattro ripresero a spogliare il popolo dei loro tesori.

Ecco, fino a questo punto si può parlare di truffa organizzata a danno di creduloni, ma nel giro di poche settimane qualcosa nella “dea” Magdalena cambiò: la donna prese il suo ruolo troppo sul serio e cominciò a credere alle sue stesse menzogne, sviluppando di una grave psicosi teologica. Per la prima volta la povera prostituta di Monterrey sentiva di avere il potere assoluto e si convinse di essere realmente una dea reincarnata.

In breve tempo assunse il comando del culto, ponendo Eleazar e i fratelli Hernandez un gradino sotto la sua autorità e indicandoli ai 70 fedeli come suoi sacerdoti subordinati. Ma non si fermò a questo: decisa a riprendere le usanze azteche, iniziò ad ordinare rituali nel quale dovevano essere sacrificati animali in suo onore (per lo più polli) dei quali ne beveva il sangue appena sgorgato. Divenne una tiranna, facendo punire e torturare chiunque non chinasse il capo in sua presenza, e un giorno punì davanti a tutti lo stesso fratello per non averle reso omaggio “come si conviene ad una dea”.

L’orrore iniziò quando due abitanti, stanchi di quelle sofferenze e punizioni, tentarono la fuga a valle: su ordine della sacerdotessa gli altri cultisti li raggiunsero e li riportarono nelle grotte, dove lei li condannò a morte. Entrambi furono uccisi e sacrificati agli dei: il loro cuore fu estratto e il sangue drenato e riposto in una ciotola da cui Magdalena bevve mentre era ancora caldo.

Per il popolo quella fu la dimostrazione che Magdalena fosse la reincarnazione di Coetlicue, madre del sole, delle stelle e della luna e dopo quel gesto i fedeli ebbero così paura di sfidare la donna che rimasero sottomessi per parecchi mesi senza mai lamentarsi.

Qualsiasi cultista mettesse in discussione la sua autorità veniva punito aspramente: otto di loro in quel periodo furono bruciati, mutilati e tagliati a pezzi e con la scusa di sacrificarli a Coatlicue la donna ne beveva il sangue (mischiandolo con quello di pollo) credendo che quel rito le desse poteri soprannaturali, eterna giovinezza e l’immortalità.

Perfino i tre complici ne avevano paura, ma se ne stettero buoni perché avevano capito come comportarsi e riuscivano a sottrarre ai fedeli abbastanza gioielli da vivere in ricchezza. Magdalena, a differenza del fratello e degli altri due complici, non scendeva mai a valle e i tre potevano sperperare il tesoro divertendosi a volte per giorni senza tornare alle grotte.

Gli abitanti di Yerba Buena fumavano grandi quantità di droga e consumavano il peyote e ciò contribuì a calarli in quell’atmosfera di adorazione totale, mentre Magdalena era decisamente pazza di suo e non aveva bisogno di droghe per calarsi nella parte della sacerdotessa.

All’inizio del 1963 un cultista assetato di potere, Jesus Rubio, cercò di entrare nel sancta sanctorum dei sommi sacerdoti, ma ciò che ottenne fu solo diventare lo schiavo sessuale preferito di Magdalena, che lasciò sul suo corpo orribili segni di ferite e pratiche assai discutibili.

Tutto andò bene per i quattro furfanti fino al maggio del 1963, quando un 14 enne di nome Sebastian Guerrero andò a caccia nella zona e sentì le voci del culto all’interno delle grotte. Da dietro una roccia osservò le pratiche e i riti di sangue e così scese a valle e andò alla stazione di polizia più vicina a denunciare il fatto.

Le sue affermazioni però erano talmente ridicole che i poliziotti ci risero sopra credendo che fosse solo un ragazzo dalla fervida immaginazione. Il giorno seguente però l’ ufficiale Luis Martinez assecondò Sebastian e fece ritorno alla grotta con lui per controllare: il ragazzo e il poliziotto non furono mai più rivisiti vivi.

Ci vollero ancora quattro giorni, ma alla fine la polizia capì che era successo qualcosa di tremendo. Il 31 maggio polizia arrivò a Yerba Buena scortata dall’esercito messicano e su ordine di Magdalena i cultisti aggredirono i militari; ne nacque una sparatoria fuori dalle grotte a diversi membri del culto vennero uccisi nella battaglia.

Magdalena, suo fratello Eleazar e Santos Hernandez scapparono, ma furono catturati in una vicina fattoria in possesso di una grande quantità di droga; Hernandez fece resistenza all’arresto e fu ucciso, mentre i due fratelli Solis vennero arrestati.

Cayetano Hernandez venne assassinato da Jesus Rubio come ritorsione per essere stato rifiutato come sommo sacerdote e il resto dei cultisti (circa una quindicina) si arresero all’esercito dopo la cattura di Magdalena.

Nelle grotte la polizia trovò i corpi di Guerrero e Martinez; il cuore di Martinez era stato strappato dal petto in stile sacrificale azteco e in un angolo furono ritrovati resti umani di otto persone probabilmente immolati a Magdalena in altre occasioni.

I cultisti di Yerba Buena vennero condannati a 30 anni per i molti omicidi rituali, mentre i fratelli Solis a 50 anni ciascuno. Le autorità sospettarono che la setta abbia ucciso molte altre persone, ma i membri del culto sopravvissuti, per paura delle ritorsioni degli dei, rifiutarono di testimoniare contro la sacerdotessa.

Che fine ha fatto Magdalena Solís? Nessuno lo sa: non si sa dove sia stata imprigionata e non si sa se sia ancora viva: le lo fosse ora sarebbero quattro anni che sarebbe tornata in libertà.

FONTE: Misteri dal Mondo – Credere Per Vedere