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Michelle Mertens, La peggiore donna al mondo

ATTENZIONE: Questo articolo ha contenuti al limite della concezione umana, pertanto ne sconsiglio la lettura a persone particolarmente impressionabili.
Da quando ho iniziato a trattare i peggiori serial killer della storia più volte ho affermato di aver trovato il peggiore essere umano mai esistito: Ed Gein, The Hello Kitty Murder, Peter Scully… E mai avrei pensato che qualcuno riuscisse a fare cose peggiori di questi mostri. Ora devo per l’ennesima volta ricredermi perché la donna di cui sto per parlarvi credo non sia un essere umano, ma un essere demoniaco del profondo abisso. E aggiungo che mai come ora sono favorevole alla pena della “tortura a morte” per questa donna ( non esiste, ma vorrei che le venisse applicata).
Credete che stia esagerando? Ve lo riscrivo una seconda volta: NON leggete oltre se siete impressionabili.
La notizia è apparsa sul Mirror il 15 settembre 2016, quindi la vicenda è ancora in pieno svolgimento, soprattutto per quanto riguarda le indagini e la ricerca dei colpevoli ( pare ne manchi uno all’appello), ma la confessione di Michelle Martens è inequivocabile e non esiste una reato peggiore del suo: questa donna, madre di una bambina di 10 anni, ha fatto violentare, strangolare e fare a pezzi la propria figlia solo per il piacere di assistere alla scena e lo ha fatto il giorno del compleanno della bambina. Sì, avete capito bene: ha organizzato tutto lei stessa!
Tutto è avvenuto ad Albuquerque, New Mexico, nell’agosto scorso. Vi ho già scritto più o meno cosa è successo ma parto alla mente contorta della madre perché chiarirà meglio che donna sia.
Michelle Martens ha 35 anni e da quel poco che si sa di lei è cresciuta in una famiglia normalissima che per lei voleva solo il meglio. Già da adolescente però iniziò a seguire una vita sbandata, avvicinandosi sempre più alle droghe, alle anfetamine ( da cui non ha più potuto fare a meno) e dall’alcool.
Nonostante i genitori abbiano tentato di recuperarla in ogni modo e di convincerla a disintossicarsi in una clinica, l’unica cosa che hanno ottenuto è che la ragazza tagliasse i ponti con loro e si trasferisse per vivere lontano da tutto e da tutti. Non è chiaro come si mantenesse e soprattutto come riuscisse a pagarsi le dosi all’inizio, ma dalle sue dichiarazioni è probabile che avesse cominciato a prostituirsi sin dalla giovane età.
Per lei il sesso e i siti hard erano diventati quasi un’ossessione e i suoi limiti divennero sempre più labili, concedendo il suo corpo a depravati di ogni sorta. Nel 2005 rimase incinta in una delle sue innumerevoli relazioni e nell’agosto del 2006 partorì sua figlia Victoria. Per qualche tempo sembrò che Michelle si fosse data una calmata e ci fu anche un parziale riavvicinamento con al famiglia, ma era solo una facciata perché la donna iniziò a frequentare un uomo di alcuni anni più grande di lei completamente allo sbando.
Ricadde nel baratro della droga, dell’alcool e della perversione, offrendo il suo corpo a uno o più uomini in cambio di metanfetamine e di soldi per mantenere lei e la figlia, fin quando non fece il passo successivo: iniziò ad frequentare siti del deep web, dove c’erano video e immagini di pedopornografia e dove c’erano richieste atroci e continue di bambini con cui fare sesso. Si crede abbia cominciato a vendere la piccola Victoria quando aveva appena 5 anni. La portava da sconosciuti conosciuti sula rete o più spesso dal suo spacciatore affinchè la piccola “pagasse” i suoi debiti, e restava a guardare mentre venivano consumate quelle atrocità.
A questo punto si potrebbe pensare che Michelle facesse prostituire la figlia per ottenere maggior denaro rispetto a quello che “valeva” una sua prestazione ( si sa, molti pagherebbero una fortuna per un rapporto con una bambina), ma come leggerete tra poco il motivo era diverso.
Non entro in merito della pedopornografia perché sinceramente mi crea ribrezzo il solo parlarne, ma Michelle aveva un grosso problema da risolvere: quello di impoedire alla bambina di rivelare in giro cosa le facesse fare la madre con gli sconosciuti che periodicamente venivano a trovarle. Michelle ha risolto il problema in due modi: per prima cosa drogava la figlia con le metanfetamine affinchè provasse meno dolore e non fosse lucida al punto da ricordarsi bene cosa le succedeva; come seconda cosa, si da piccola la faceva assistere e partecipare ai suoi rapporti con gli uomini conosciuti su internet, in modo che la piccola si abituasse e considerasse quelle cose come azioni normali.
Ma per Michelle non era questione di denaro, ma di piacere: godeva nel vedere se stessa in foto e video amatoriali mentre si abbandonava al sesso più estremo e malato, ma le piaceva ancora di più assistere agli stupri della figlia, tanto da voler partecipare attivamente. Su quei siti di pedofili vedeva le peggiori perversioni applicate a donne e bambine e il desiderio di viverle di persona era spesso incontenibile.
E veniamo all’agosto del 2016. In occasione del decimo compleanno di sua figlia Vittoria, Michelle mise un annuncio sul sito Plenty of Fish (su cui ci sono diversi annuncio sessuali anche ambigui) in cui cercava per lo meno tre uomini con cui soddisfare un “suo desiderio particolare”. Probabilmente chi le rispose, quando venne sapere che voleva che partecipasse la sua bambina di 10 anni, rinunciò per paura di una trappola inscenata dalla polizia, così Michelle ripiegò sui suoi conoscenti.
Invitò a casa sua Martens Fabian Gonzales, un suo pseudo-fidanzato di 31anni, la cugina di Gonzales, Jessica Kelley di 31 anni, etichettata come perversa e depravata, e un altro uomo finora rimasto anonimo perché latitante. Volle fare una regalo di compleanno unico per la figlia e dopo aver avuto lei stessa rapporti multipli con i suoi ospiti ha drogato la piccola Victoria e l’ha offerta come “dessert” al gruppo malato.
Il giorno dopo una telefonata anonima ha informato la polizia dello scempio avvenuto nel complesso di appartamenti di Arroyo Villas e al loro arrivo gli agenti hanno scoperto la scena più agghiacciante mai vista in tutta la loro carriera: nel bagno hanno trovato il cadavere smembrato di Victoria Mertens, avvolta in una coperta ricoperta di materiale infiammabile e per metà bruciata nel tentativo di far sparire il corpo. La bambina è stata violentata moltissime volte, poi strangolata e pugnalata al petto e al collo. Alcune delle parti del corpo sono stati trovate in sacchetti di plastica in cucina.
Il capo della polizia Gorden Eden Jr. ha emesso un comunicato in cui dava la notizia:
«Questo omicidio è l’atto più orribile e malvagio che io abbia mai visto nella mia carriera. Un completo disprezzo della vita umana e il tradimento di una madre che dovrebbe fare di tutto per prendersi cura della sua stessa figlia. »
Secondo i rapporti della polizia, la madre della ragazza è stata trovata in un profondo stato confusionale, sotto l’influsso di farmaci e metanfetamine. Secondo ciò che ricordava e la ricostruzione dei fatti lei stessa ha somministrato le metanfetamine alla piccola per non farla urlare durante i rapporti sessuali; Gonzales è stato materialmente l’assassino e ha soffocato la bambina quando le droghe hanno perso l’effetto voluto, aiutato da Kelley che in quel momento stava violentando al piccola e che ha partecipato al’omicidio accoltellandola diverse volte.
La madre non ha fatto nulla per fermare il crimine perche a lei piaceva guardare gli atti malati perpetrati su sua figlia. A smembrare il corpo è stato probabilmente Gonzales o l’uomo “ignoto” e tutti hanno cercato di liberarsi del corpo dandogli fuoco nel bagno.
Dalla confessione di Michelle Martens:
« Mi piaceva guardare mentre la violentavano… Provavo un vero piacere nell’assistere alla scena. Ho contattato io quegli uomini: volevo che la violentassero in mia presenza e vedere con i miei occhi la mia piccola tra le gambe di tre persone contemporaneamente. »
Secondo i documenti del tribunale, Michelle non ha organizzato l’incontro per i soldi, ma per soddisfare il suo desiderio morboso di osservare dal vivo la sua bambina stuprata più e più volta da un gruppo di persone.
Gorden Eden, capo della polizia di Albuquerque, si è premurato di sottolineare che:
«Si tratta di una tragedia terribile e faremo in modo che i responsabili paghino per il loro crimine con la loro stessa vita, perché il carcere non è una punizione sufficiente per questi mostri! »
Secondo alcune indiscrezioni è già in stesura la richiesta per la donna e i suoi complici della pena di morte.