Universe25: l’esperimento sul futuro dell’uomo

7.579.150.000. Questo è il numero stimato dell’attuale popolazione umana. Sempre le stime dei ricercatori hanno portato ad un sconvolgente risultato: in soli 7 mesi del 2016 abbiamo esaurito le risorse rinnovabili annuali. Ciò in pratica significa che attualmente l’essere umano consuma il doppio di ciò che il nostro pianeta riesce a rigenerare e ben presto le scorte alimentari non permetteranno a tutti di mangiare.
E cosa succederà in futuro? Che vita faranno i nostri figli e i nostri nipoti? A queste due domande hanno tentato di rispondere in parecchi, ma ne sono risultate decine di ipotesi e nessuna certezza. Prevedere il futuro, anche solamente di pochi anni, non è affatto facile e le variabili che entrano in gioco sono talmente tante che non si riesce a formulare una previsione certa.
C’è però chi ha effettuato esperimenti “trasversali” e in un certo senso i risultati possono essere paragonati a quelli che si farebbero sugli esseri umani. Il più famoso e anche il più plausibile ebbe inizio addirittura nel 1962 e riguardò lo studio dell’evoluzione demografica dei roditori.
Artefice dell’esperimento fu il ricercatore John B. Calhoun che partì da un principio inattaccabile: l’uomo è la creatura incontrastata sul pianeta e capace di decidere le sorti di tutte le altre specie viventi.
Analogamente Calhoun rese un gruppo di cavie “padrone” del proprio territorio: tutto a loro disposizione ( acqua cibo, rifugi sicuri,), temperatura ideale, spazi enormi in cui vivere e libertà totale senza alcuna interferenza sulla vita sociale. In quel luogo le cavie non avrebbero mai dovuto preoccuparsi di nulla e potevano sfruttare ogni risorsa a loro disposizione.
Ebbene, l’esperimento finì male… molto male.
Ma partiamo dall’inizio. Calhoun era un etologo di fama internazionale e fece moltissimi esperimenti e studi sulla densità della popolazione umana, molti dei quali furono utili per l’espansione delle principali città del mondo.
Ma perché usò i topo per i suoi esperimenti? Il ricercatore sosteneva che le due specie ( umani e roditori) avevano molti punti in comune sull’improntare la loro vita sociale e che i risultati ottenuti con i topi fossero applicabili con un piccolo margine di incertezza anche all’essere umani. Ciò che ottenne fu un pronostico sul futuro dell’umanità, che egli datò verso il 2050.
Universe 25 era stato studiato i maniera minuziosa affinchè fosse garantito il completo benessere dei roditori ed incrementare la loro aspettativa di vita. Aveva la forma di un serbatoio di 2,7 metri quadrati, con mura alte un metro e mezzo circa. Ogni muro aveva scavati all’interno 16 tunnel rivestiti di metallo ed erano collegati da 4 corridoi orizzontali. In totale c’era spazio per 256 nidi e ogni nido era abbastanza grande da ospitare 15 topi. In totale Universe 25 poteva contenere una popolazione di oltre 3800 topi, con abbastanza acqua pulita, cibo, e materiale per creare il nido per tutti.
Tutto era monitorato affinchè le cose andassero per il meglio: il “mondo utopico” veniva pulito ogni 4 settimane, la temperatura era sempre a 20° C e ogni esemplare introdotto era stato accuratamente selezionato tra i migliori esemplari dalle colonie del National Institute of Health in modo che le il pericolo di malattie fosse minimo.
Tutto iniziò con l’introduzione di 4 coppie di topi. Ci vollero 104 giorni prima che i roditori familiarizzassero con tutto il territorio e iniziassero a riprodursi. In quelle condizioni ideali avvenne una vera e propria esplosione demografica e la popolazione raddoppiò ogni 55 giorni.
Ben presto, come era ipotizzabile, lo spazio cominciò a scarseggiare, ma non vi fu alcun problema fino al giorno 315 e i topi non fecero altro che mangiare, socializzare e procreare, portando la popolazione di Universe 25 a oltre 600 individui. Ma quello era il punto culmine: da quel momento iniziò il declino. La crescita demografica iniziò improvvisamente a rallentare.
Il mondo perfetto, quello studiato in modo che fosse a disposizione di tutti e con risorse più che sufficienti, diventava ogni giorno sempre più affollato e stressante sia per i nuovi nati che per i topi adulti. Difendere il proprio territorio e le proprie femmine da innumerevoli contendenti diventava troppo dispendioso e sempre più difficile: questo portò i maschi alfa ad abbandonare il compito e la società iniziò a disgregarsi.
I maschi dominanti divennero estremamente aggressivi e iniziarono ad aggredire le femmine e i piccoli. Molti soggetti divennero iperattivi e le femmine, aggredite costantemente da decine di maschi, cominciarono a rifiutare il ruolo nei nidi e iniziarono ed attaccare e uccidere i loro stessi neonati.
Universe 25 raggiunse una mortalità infantile del 96%, con i morti cannibalizzati dai vivi, nonostante ci fosse ancora cibo in abbondanza per tutti.
La società di topi iniziò a dividersi in gruppi: i più deboli e indifesi si radunarono al centro del serbatoio, abbandonandosi inermi alle violenze degli altri e poi totalmente emarginati e costretti a morire di fame; i più alti nella scala sociale invece divennero quasi completamente inattivi, rifiutarono anche di accoppiarsi pur di salvaguardare il loro stato di salute e pensarono ai bisogni primari come mangiare, dormire e lisciarsi il pelo facendolo diventare lucido e pulito; infine una buona parte dei topi si dedicò ad atti di aggressione, violenza e tentativo di accoppiamento con quante più femmine possibile pur di trasmettere il proprio genoma.
Al giorno 560 la popolazione raggiunse i 2200 individui e la sua crescita si fermò del tutto, anche se Universe 25 poteva ospitare più di 3500 individui.
Al giorno 600 le gravidanze portate a termine erano pochissime e tutti i cuccioli nati venivano uccisi dalle madri. Ciò fu l’inizio del collasso della popolazione che iniziò a diminuire velocemente; nonostante questo i topi ancora in grado di riprodursi avevano perso la voglia di farlo. In poche parole i topi si erano evoluti ad una forma sociale che non dava spazio alla riproduzione e los tesso
Calhoun la definì come “una morte sociale che precedette la morte fisica”.
Si può facilmente dedurre che “Universe 25” fu l’ennesimo tentativo del ricercatore di un esperimento con i topi: anche i precedenti ebbero risultati simili, in particolar modo quello del 1947 in cui Calhoun tentò un esperimento in larga scala, in uno spazio di circa 4000 metri quadri. La popolazione raggiunse il picco sulle 200 unità, e poi si stabilizzò sulle 150, anche se Calhoun aveva calcolato che l’habitat potesse ospitarne oltre 5000.
Anche nei successivi esperimenti il ricercatore riscontrò gli stessi problemi: esplosioni di violenza, ipersessualità seguita da asessualità, e quindi l’autodistruzione.
Il paradiso dei topi con il tempo diventava un inferno.
Ora, i risultati di questi esperimenti si applicano a topi e ratti, ma molti studiosi sono d’accordo che possano essere anche applicati agli esseri umani. Ciò ci porrebbe di fronte a scenari futuri apocalittici e in un futuro abbastanza prossimo.
Per Calhoun la crescita della popolazione umana, se lasciata incontrollata, porterebbe la società a soccombere al nichilismo e quindi al collasso, risultando nella fine della specie. Alcuni ricercatori tentarono di ripetere l’esperimento sugli umani osservando alcune realtà urbane densamente popolate e riscontrarono molte somiglianze col modello di Calhoun.
Se l’espansione demografica continuerà di questo passo, si stima che la popolazione mondiale umana continuerà a crescere raggiungendo 9,7 miliardi nel 2050 e 11,2 miliardi nel 2100, un livello insostenibile sia per la mancanza di risorse che sia per lo stesso genere umano.

FONTE: Misteri dal Mondo – Credere Per Vedere