Le marmotte extraterrestri di Bellino

No, non vi sto prendendo in giro! Anche io quando ho letto questa storia mi sono messo a ridere, ma vi assicuro che non solo è molto famosa dalle mie parti (in Piemonte), ma perfino documentata in diversi libri dell’epoca e ripresa da moltissimi autori interessati ai misteri.

La vicenda è vecchia più di 4 secoli e forse nell’essere stata tramandata oralmente per più di due secoli qualcosa è stato modificato, ma si tratta comunque di cose che accadono anche ai giorni d’oggi, a parte le marmotte volanti ovviamente.
La zona i cui avvenne tutto fu la Val Varaita, una valle cuneese che si apre sul pendio del Monviso. Nei pressi di Bellino, a quota 1.600 m sul mare, uno degli animali più facili da incontrare sono le marmotte, quei simpatici roditori che spesso fermano le automobili lungo le strade per chiedere del cibo. Bellino è un paesino montano di appena 150 anime, ma all’epoca dei fatti, nel 1500, era piuttosto frequentato perché la valle era un luogo di ritrovo per i mercanti e pastori che andavano avanti e indietro tra la Francia e la città di Cuneo
Nell’agosto del 1576, in una limpida notte stellata, furono in molti a vedere un oggetto infuocato nel cielo che si schiantò nei boschi della valle: l’esplosione fu definita tremenda e il corpo piovuto dalle stelle lanciò frammenti in un raggio di centinaia di metri.
Era un UFO? Al tempo non si pensava agli extraterrestri, ma piuttosto ad un meteorite, ed infatti si dice che venne effettivamente trovato il cratere di impatto e che una piccola parte del bosco prese fuoco; fu un evento rarissimo da quelle parti ed è per questo che ancora oggi se ne parla.
Ad ogni modo non fu l’impatto in se a sconvolgere gli abitanti, bensì la voce che iniziò a spargersi qualche settimana dopo: le simpatiche marmotte, anche allora motivo di divertimento dei bambini e dei commercianti, iniziarono a comportarsi in maniera insolita e ad attirare le attenzioni di studiosi e medici del tempo. Pur essendo in piena estate di solito i piccoli roditori non sono mai molto attivi; al contrario quell’estate divennero incredibilmente vivaci, iperattivi perfino; mostrarono un’intelligenza al di là del comprensibile, compiendo gesti mai visti come salire sui carri e rubare il cibo dai sacchi chiusi, o aprire barattoli e fiaschi di vino con le zampe; qualcuno affermò che si fingevano morte per strada per far fermare i mercanti in modo che le complici rubassero qualcosa dai carri e che avessero imparato ad aprire le porte delle case per rifugiarsi di notte.
Ma l’aspetto più incredibile fu che parevano addirittura capaci di volare, o quanto meno fluttuare e compiere balzi di decine di metri. Tutti ricollegarono quegli strani comportamenti all’impatto dell’oggetto caduto dal cielo, anche perché gli esemplari che mostravano quelle anomalie si trovavano solo all’interno della Valle Varaita, mentre le marmotte delle altre vallate avevano comportamenti normali, come sempre.
Sembrava proprio che quello strano oggetto caduto dal cielo avesse condizionato la vita delle marmotte e ciò portò quasi ad un’isteria di massa nel paese di Bellino perché molte persone credettero che ci fosse di mezzo lo zampino del diavolo. L’argomento fu ampiamente descritto dallo zoologo Pierre Houdih nel libro “Les marmottes, une énigme”, in cui descriveva le sue impressione, i suoi studi e riportava le testimonianze degli abitanti e di coloro che assistettero alle “marmotte volanti”.
Col senno di poi, è possibile che il meteorite abbia trasportato una sostanza o qualche componente in grado di modificare i comportamenti di questi animali? Oppure si dovrebbe parlare di un UFO più che un meteorite? Ma perché degli alieni avrebbero dovuto modificare dei piccoli roditori?
Vuoi vedere che volevano fare qualcosa di simile a ciò che credono molti ufologi, cioè creare dei nuovi esseri intelligenti così come hanno modificato le scimmie facendo loro fare un balzo in avanti nell’evoluzione?
La vicenda delle marmotte “extraterrestri” fece enorme scalpore, ma allo stesso modo si perse nel tempo e dopo qualche anno (pare) i piccoli roditori tornarono ad essere quelli consueti: dei buffi animaletti che di tanto in tanto fanno capolino dalla loro tana per chiedere un po’ di cibo ai passanti.
Dire che tutto ciò che è giunto della vicenda sia vero è un po’ azzardato, ma in Piemonte questa vicenda, seppure datata 1576, è ancora molto nota e si continua a tramandarla di padre in figlio.

FONTE: Misteri dal Mondo – Credere Per Vedere