#3 La magia

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La magia e la stregoneria fanno parte di una tradizione millenaria che risale all’età della pietra, l’epoca in cui gli uomini primitivi  praticavano culti pagani per ottenere il favore delle divinità. E’ proprio nei riti propiziatori indoeuropei delle prime civiltà, legati all’abbondanza, alla fertilità e alla prosperità dei raccolti, che il naturale e sovrannaturale si mescolano: in queste cerimonie le donne vengono a contatto con gli spiriti dei boschi, dell’acqua, delle piante per ottenere fertilità, forza e salute.

Ma il termine strega comincia ad essere usato solo alla fine del 1300. A Milano, verso il 1390, ci fu un processo che vide come protagoniste delle “malefiche”, accusate di essere al servizio di una divinità pagana, chiamata Apulia. A quell’epoca la magia era ancora un termine impreciso. Si conoscevano 18 tipi di magia, di cui solo 1 negativo. Ed era quello dell’invocazione dei demoni. Nei secoli precedenti i processi erano stati per lo più casi sporadici: ma dalla fine del Medioevo, per circa 2 secoli, iniziò la persecuzione contro quelle che venivano considerate “forze del maligno”.

Che cosa era cambiato? Il quel periodo il mondo stava cambiano molto velocemente. Le città crescevano a dismisura e fiorivano i commerci, che stavano sostituendo le antiche tradizioni contadine. Le mura fortificate delle città non erano, però, abbastanza robuste per difendersi da ogni pericolo. L’ordine razionale del mondo e l’armonia religiosa, tipiche del Medioevo, si erano ormai spaccate: con la riforma luterana e quella calvinista, la perdita di potere della Chiesa e l’instabilità economica e sociale provocarono nell’uomo paura ed incertezza.

Che aveva bisogno di trovare un colpevole. In questo periodo l’economia prende il posto della teologia. La Chiesa, dotata di specifici tribunali, dovette dare una risposta all’ignoto, alla paura e all’incomprensibile. Le streghe diventarono così il capro espiatorio di ogni problema. Incenerirle significa incenerire la paura.